La domanda che ci si pone è se anche i cittadini extracomunitari che sono residente fiscalmente in Italia possono sfruttare il beneficio delle delle detrazioni IRPEF anche per i familiari a carico fiscalmente.
La domanda è posta sia nel caso in cui i figli siano residenti in Italia sia nel caso in cui risiedono all’estero con la mamma all’estero? Che documentazione serve?
Il primo chiarimento che dobbiamo fornire per la comprensione della fattispecie riguarda la definizione di residenza fiscale che potete trovare descritta in modo approfondito nel seguente articolo.
Domicilio fiscale e Residenza delle persone fisiche, residenti e non in Italia, per le agevolazioni
Stante la preventiva verifica del concetto di residenza fiscale in Italia, elemento molto importante per la descrizione della fattispecie possiamo passare al punto successivo.
In sintesi e per dare un taglio pratica diciamo che laddove siete risultati residenti in Italia per almeno 183 giorni anche non consecutivi allora potete essere considerati residenti fiscalmente in Italia (come si effettua il calcolo dei 183 giorni per la residenza fiscale)
Figli a carico fiscalmente: cosa significa quando sono a carico
Nel caso delle detrazioni fiscali per gli extra comunitari residenti in Italia si deve anche ricolvere il secondo problema che riguarda la definizione ed il requisito sul figlio che intende beneficiare della detrazione fiscale..
Anche questo punto è dirimente per il genitore che si vuole portare in detrazione le spese del figlio o beneficiare delle detrazioni fiscali su lavoro dipendente. Il secondo punto dirimente riguarda il concetto di figli e familiari fiscalmente a carico secondo le leggi Italiane.
Anche di questo ci siamo occupati in un apposito articolo dedicato alla definizione di figlio a carico.
Anche qui per darvi una risposta veloce e pratica possiamo dire che il figlio risulta a carico a condizione che abbia generato, nell’anno per il quale si sta compilando la dichiarazione dei redditi, un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili (4.000 euro se di età non superiore a 24 anni).
La detrazione spetta sia nel caso in cui il figlio sia in Italia sia nel caso in cui sia residente in altro paese. La detrazione fiscale IRPEF infatti viene riconosciuta al genitore per il fatto che deve “occuparsi” economicamente di lui.
Questo opera anche indipendentemente dal fatto che la coppia sia insieme oppure no.
Il coniuge non legalmente ed effettivamente separato e i figli si possono considerare come familiari a carico anche quando non convivono con il contribuente o risiedono all’estero.
Detrazioni fiscali extracomunitari: Come richiederle
Per la richiesta delle detrazioni per familiari a carico e valide ai fini IRPEF il cittadino extracomunitario deve essere in possesso di idonea documentazione.
Per idonea documentazione viene specificato che il cittadino extracomunitario deve poter dimostrare di avere un certificato di famiglia valida in modo da esibire, in caso di accertamento o richiesta di informazioni, l’evidenza necessario alla composizione del nucleo familiare.
Lo status di familiare può essere provato infatti dalla documentazione rilasciata dal comune italiano di residenza.
Nel caso di figlio residente all’estero invece potrà essere prodotta la documentazione relativa – in formato originale – rilasciata dall’autorità consolare del Paese d’origine.
La documentazione andrà tradotta in lingua italiana e asseverata da parte del prefetto competente per territorio
per le persone provenienti dai Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961.
Va da sè che una previsione così restrittiva nei confronti della documentazione estera potrebbe far venire meno la convenienza economica a procedere con la richiesta il che lederebbe i principi comunitari il che parrebbe alquanto improbabile.
Permane tuttavia la possibilità che un verificatore esterna si limiti all’applicazione della norma a pretenda la traduzione anche se la previsione mi parrebbe remota.
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