Money Transfer: quanto costa cos’è e quali rischi si corrono

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Aggiornato il 4 Maggio 2023

money-trasferDefinizione del Money Transfer: cos’è

Nella sostanza sono dei trasferimenti di denaro o di moneta (ricordate questo concetto perchè dopo tornerà utile) che non avvengono mediante il classico circuito delle banche ma attraverso degli altri soggetti detti agenti di trasferimento che devono essere autorizzati a farlo per cui noi diamo un ordine alla banca e dopo questo passaggio in pratica potrebbe essere più difficile monitorare il trasferimento di denaro verso paesi esteri. Considerate che le cifre interessate da questo fenomeno sono oltre i 2 miliardi di euro ogni anno e che il numero delle singole operazioni può essere di decine se non centinaia di migliaia. 

In calce all’articolo riporto anche le ultime novità introdotte dalle varie leggi di bilancio e manovre finanziarie. 

Money Trasfer: cos’è e come funziona

Per rimessa di denaro o “money transfer” si intende il servizio di trasferimento effettuato senza far transitare i fondi su rapporti di conto intestati all’ordinante o albeneficiario1. Nel linguaggio comune con il termine money transfer si indica anche il complesso degli operatori che offrono tale servizio (money transfer operators, MTO). La rimessa è funzionale all’esigenza da parte di soggetti, in genere non inclusi nel sistema finanziario, di inviare, nella maggior parte dei casi verso l’estero, somme di denaro in contante di importo contenuto. Il servizio, grazie alla sua immediata accessibilità e alla capillare rete di distribuzione, è particolarmente adatto al trasferimento delle rimesse degli immigrati verso i Paesi d’origine; ne beneficiano in termini di “inclusione finanziaria” le fasce più deboli della popolazione; viene favorita la canalizzazione nel sistema finanziario di flussi che altrimenti utilizzerebbero percorsi meno sicuri e tracciati.

Le stesse caratteristiche del servizio lo rendono però utilizzabile anche per il trasferimento in Paesi diversi da quelli di residenza di flussi finanziari, anche ingenti, rivenienti dall’economia sommersa o da attività criminali, e per il finanziamento del terrorismo internazionale.

Da tempo viene data crescente attenzione all’operatività del comparto. I relativi problemi sono puntualmente evidenziati in documenti nazionali e internazionali, anche recenti. La prima Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo condotta nel 2014 dal Comitato di Sicurezza Finanziaria ha sottolineato i fattori di attenzione del settore.

L’attività dei money transfer è strettamente correlata alla presenza di un elevato numero di lavoratori immigrati che inviano parte dei loro guadagni alle famiglie nei paesi di origine. Pur riconoscendo gli alti benefici in termini di inclusione finanziaria che tale attività offre, occorre prendere atto che le evidenze emerse nel quadro dell’azione di vigilanza sul sistema finanziario, mostrano elevati rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo connessi con l’attività di money transfer. Tali rischi derivano dal predominante uso del contante e dalle modalità di distribuzione del servizio che si realizza con il pressoché esclusivo ricorso a una capillare rete di punti vendita diffusa su tutto il territorio nazionale

Il pericolo è che dietro questi movimenti di denaro non vi siano solamente trasferimenti di denaro da parte degli immigrati in Italia alle rispettive famiglie e che quindi vi sia stata precedentemente una tassazione all’origine ma che dietro vi siano attività spesso illecite. Ad oggi possiamo dire che anche un bambino di 4 anni lo sa ma se leggiamo sui giornali le motizie che ruotano attorno ai controlli che fa la guardia di finanza e alla enorme percentuale di irregolarità che sperimentano ad ogni controllo le forze dell’ordine e di polizia tributaria (parliamo di punte del 90% dei controlli) possiamo dire che il sistema non ha una normativa particolarmente stringente.

Alcuni esempi di soggetti che gestiscono queste operazioni

Esistono diversi soggetti che adottano gli international Money Transfer come la Western Union o Money Gram, con negozi in a Roma, Milano, Torino e tante città più piccole, che nella sostanza consentono il trasferimento di fondi e che sono molto ma molto utilizzati dagli stranieri residenti in Italia che inviano denaro nei paesi terzi. Basti pensare che il umero delle transazioni in Italia sono decine se non centinaia di migliaia

Quanti soldi fanno uscire verso l’estero: i rischi di evasione fiscale

Parliamo di cifre enormi di centinaia di miliardi di dollari a livello globale di cui, guarda la, l’Italia rappresenta il secondo paese in Europa dopo la Spagna. Il rischio più grande che si cela dietro questa modalità di trasferimento veloce di moneta è facilmente desumibile dai rapporti sulla tipologia di transazioni effettuate, i paesi di destinazione. Se analizziamo dalla anagrafe tributaria la composizione degli immigrati in Italia i flussi di moneta verso i paesi di origine spesso non sono coerenti ma data l’eccessiva frammentazione degli importi il rischio è di far passare tutto in sordina perchè non vi sarebbe convenienza economica e controllare coloro che effettuano versamenti che seppur illeciti sono di modesto importo. Ma chi gli dice che i trasferimenti non siano anche verso paesi diversi per poi ricongiungersi in uno solo finale e che il primo invio sia fatto solo per eludere il fisco Italiano? Parlo di fisco perchè qualora si evadano fiscalmente le imposte è come sei vi e ci facessero una danno a noi, non scordiamolo…certo se poi pensiamo come vengono impiegati gli introiti derivanti dal gettito fiscale ci si accappona la pelle però questo è un altro capitolo.

Dove vanno a finire questi soldi

Magari a saperlo nel senso che possiamo sapere il paese di destinazione e alcune coordinate ma riguardano il paese di partenza mentre per in quello di destinazione ci saranno le loro regole che, normalmente, sono sempre molto ma molto meno restrittive delle nostre. La Cina è il paese più ricercato da questi money transfer e poi ci sono le Filippine e la Romania.

Quanto costa il Money Transfer

Al Money trasnfer si applica una fee o commissione talvolta anche molto salata, chissà perchè, che può arrivare anche al 10% delle somme da spedire. Se pensiamo che in media la metà del reddito prodotto da un immigrato o anche più della metà, posso immaginare, se i soldi derivano da attività illecite viene facile pensare come tali somme possano anche nascondere il corrispettivo per trasferimenti di denaro che hanno come paesi di destinazione legislatori decisamente meno stringenti e attenti del nostro.

Quanto posso spedire all’estero: pericolo di sanzioni antiriciclaggio dietro ai Money Transfer

Invii fino a 2 mila euro

In estrema sintesi per invii con il Money transfer di denaro la cui sommatoria per lo stesso soggetto sia inferiore a 1.999 euro non ci sono particolari adempimenti aggiuntivi o informazioni da dare mentre qualora si superi tale soglia è necessario compilare un modulo di congruità (congruity form) che consente ai soggetti verificatori di controllare la congruità delle operazione e nella sostanza di verificare che le somme destinate all’estero siano il frutto di attività lecite ma non che abbiano subito una tassazione all’origine. Chi li controlla infatti non sono gli organi di controllo Italiani come Guardia di Finanza o Agenzia Entrate ma le autorità di controllo sui Money Trasfer la cui mission è diversa da quella di verifica sulla regolarità tributaria.

Vi ricordo a tal proposito anche la normativa italiana relativa alla limitazione all’uso del contante dove trovate molti esempi di fattispecie in cui sono applicate le normative antiriciclaggio,

Invii fino a 4999 euro

Per questo range sarà necessario compilare il congruity form in cui sono richieste alcune informazione non solo anagrafiche del destinatario ma anche di natura qualitativa sulle somme oggetto di trasferimento.

Invii superiori a 5 mila euro o per importi frazionati

Superati i 5 mila euro per singolo soggetto potreste essere soggetti a controllo da parte delle autorità finanziarie che controllano i money transfer a cui non dovrete necessariamente preoccuparvi in quanto nulla vieta di farlo se siete in regola ossia come al solito se siete in grado di provare che sono il frutto della vostra attività lecita e regolarmente registrata e che abbiate versato le tasse o le imposte su questi proventi.

Esenzione dalla norma sull’antiriciclaggio per i Money Transfer Internazionale

I Money Transfer sono stati esclusi infatti dalla nuova normativa sull’antiriciclaggio che ha imposte normative stringenti sull’uso del contante a cui il Money Transfer date le sue caratteristiche sembrava associarsi invece no perchè come anticipato sopra qui parliamo di vero e proprio trasferimento di moneta. Per cui quelle che dovrebbero essere le norme sulla restrizione all’uso del contante che sono contenute prima di tutto nel Decreto legge 231 del 2007 dove si stabilisce le regole ed il limite al di sopra del quale il trasferimento di contante deve transitare per banche o le Poste qualora superi i 2.499 euro.

Peccato perchè il Decreto Legge 138 del 2011 aveva introdotto nuovi e limiti più contenuti all’uso del contante abbassando il limite della circolazione di denaro tra soggetti privati da 5 mila a 2499 euro introducendo l’articolo 2 comma 4 che nel seguito vi riporto: Inoltre ” 4. A fini di adeguamento alle disposizioni adottate in ambito comunitario in tema di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attivita’ criminose e di finanziamento del terrorismo, le limitazioni all’uso del contante e dei titoli al portatore, di cui all’articolo 49, commi 1, 5, 8, 12 e 13, del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, sono adeguate all’importo di euro duemilacinquecento; conseguentemente, nel comma 13 del predetto articolo 49, le parole: «30 giugno 2011» sono sostituite dalle seguenti: «30 settembre 2011».

La normativa antiriciclaggio originaria imponeva infatti che “1. E’ vietato il trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, quando il valore oggetto di trasferimento, e’ complessivamente pari o superiore a 12.500 euro. Il trasferimento e’ vietato anche quando e’ effettuato con piu’ pagamenti inferiori alla soglia che appaiono artificiosamente frazionati. Il trasferimento puo’ tuttavia essere eseguito per il tramite di banche, Poste italiane S.p.a., istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento, questi ultimi quando prestano servizi di pagamento diversi da quelli di cui all’articolo 1, comma 1, lettera b), numero 6), del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 11. 1-bis Per la negoziazione a pronti di mezzi di pagamento in valuta svolta dai soggetti iscritti nella sezione prevista dall’articolo 17-bis del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, il limite di cui al comma 1 e’ di 2.500 euro.”

In questi commi non possono essere annoverati anche i Money Trasnsfer internazionali o anche nazionali che invece erano disciplinati dai commi 18 e 19 che sono stati per l’appunto abrogati dal Decreto legge 138 del 2011. Nel primo comma si vietavano trasferimento di denaro per importi superiori a 2 mila euro mentre nel secondo si faceva riferimento all’idonea documentazione a supporto che comprovi l’origine lecita del provento e la tassazione all’origine. Solo il contante deve passare quindi attraverso banche o poste se supera i 2.499 euro, e gli assegni non possono superare questa soglia se sono trasferibili.

La disciplina dei Money Transfer – MTO è “molto complessa e farraginosa”, frutto di interventi volti, da una parte, a favorire il mercato unico dei servizi di pagamento consentendo anche una riduzione dei costi, dall’altra a mantenere adeguati presidi di complianceper operatività realizzate da soggetti esteri.

L’attività di rimessa di denaro può essere svolta da intermediari disciplinati dal d.lgs. 385/1993 (TUB) in coerenza con la direttiva europea di piena armonizzazione sui servizi di pagamento (cd. PSD8): si tratta, essenzialmente, di istituti di pagamento (IP) e istituti di moneta elettronica (IMEL).

Gli IP e gli IMEL nazionali svolgono l’attività previa autorizzazione della Banca d’Italia e sono iscritti in appositi albi tenuti dalla stessa.

Sono previsti: controlli all’ingresso e per l’assunzione di partecipazioni rilevanti; obblighi in materia di capitale minimo e patrimonio commisurati ai rischi; requisiti di onorabilità e professionalità degli esponenti aziendali e di onorabilità per i soci; norme per il governo societario, l’organizzazione aziendale e icontrolli interni. La Banca d’Italia dispone di poteri di vigilanza regolamentare, informativa e ispettiva, di sorveglianza sui sistemi di pagamento, nonché di governo delle crisi e sanzionatori.

Il settore comprende anche intermediari comunitari che operano in Italia in regime di libertà di stabilimento (con succursale) o di libera prestazione di servizi (senza succursali) sulla base di una comunicazione dell’Autorità di vigilanza dello Stato in cui hanno sede (Autorità home) alla Banca d’Italia (Autorità host) in meritoall’intenzione di avviare l’attività.

La regolamentazione e la vigilanza nei confronti degli intermediari europei, operanti in Italia con o senza succursali, sono di competenza dell’Autorità estera(principio dell’home-country control). Le autorità italiane esercitano controlli in materia di trasparenza e correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti e di contrasto dell’usura, del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

Poca regolamentazione fa proliferare il sospetto di riciclaggio nei Money Transfer

Coloro che lavorano i Money Transfer Internazionali sono infatti regolamentati dal paese in cui l’intermediario preponente ha ottenuto l’autorizzazione che non è detto sia l’Italia (anzi) ad operare con la conseguenza che gli agenti esteri money transfer non sono obbligati ad iscriversi nella sezione speciale dell’albo degli agenti in attività finanziaria ma è sufficiente che lo siano nel loro paese di origine. Nel nostro paese avranno solo degli obblighi base che a mio avviso sono molto poco improntati ad ottenere la massima trasparenza dell’operato: si limitano infatti a richiedere per coloro che vogliono operare in libera prestazione di servizi (FOS “Freedom on services”) in Italia di comunicare i dati anagrafici, il paesi dove hanno ottenuto l’autorizzazione l’apertuta, chiusura o variazione dell’attività mediante l’indirizzo di posta elettronica certificata PEC. Dovranno altresì comunicare telematicamente i rapporto finanziari avuti nel mese precedente.

Obblighi per coloro che effettuano o ricevono denaro con il Money Transfer

Non a caso dalla banca d’Italia questa metodologia di trasferimento di denaro è stata bollata come un fenomeno sospetto da monitorare e per il quale sono richieste delle informazioni; per esempio vengono definiti alcuni Attributi specifici dell’operazione del tipo TRASFERIMENTI ORDINATI/RICEVUTI DA MONEY TRANSFER (intermediari ex art. 106 TUB e per il MT viene chiesto anche il codice di avviamento bancario (CAB) del comune italiano da cui proviene o verso cui è diretto il trasferimento di denaro.

Guidance for a Risk-Based Approach for Money or Value Transfer Services

Limiti sulla tracciabilità del contante ed il controllo sui conti correnti bancari

Leggete anche gli articoli correlati al primo riguardanti i nuovi limiti alla tracciabilità del contante e quello sul controllo dei conti correnti bancari e postali.

Tracciabilità dei pagamenti: come funziona e qual’è la soglia

http://www.tasse-fisco.com/tassazione-rendite/riforma-fiscale-finanziarie-2011-secca-20/6713/

Novità dalla Legge di Bilancio 2021

Nel seguito potete leggere l’articolo dedicato all’abrogazione a partire dal primo gennaio 2021 della nuova legge di bilancio 2021.

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