Troppa spazzatura per le strade? La TARI non si paga se c’è disservizio

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Aggiornato il 28 Aprile 2023

Una recente Sentenza ha di nuovo puntato il faro sull’inefficienza degli operatori ecologici e della troppa spazzatura che invade le strade delle grandi città Italiane con diretta ripercussione sul pagamento della tassa sui rifiuti.

A questo si aggiungono le continue richieste di ridefinizione degli accordi lavorativi con i sindacati e i bilanci dissestati di alcune delle società partecipate su cui ormai inventano barzellette. I disservizi a cui si assiste giornalmente nelle strade sembrerebbero non essere attribuibili a nessuno ma la colpa di qualcuno dovrà essere. Gli ultimi servizi televisivi delle Iene per ‘azienda municipalizzata AMA hanno reso evidente l’inefficienza e la malafede del personale addetto alla pulizia, molto spesso impunito e esente da procedimenti disciplinari e dal licenziamento. Sarà dovuto alla loro mala fede o alla loro incapacità? Quale responsabilità hanno i dirigenti delle società municipalizzate? Al compromesso politico? Questi comportamenti nuocciono alla collettività e all’immagine di molte città italiane e questo disagio non può essere la risultante di scaramucce politiche, ricontrattazioni tra i lavoratori che abusano del loro diritto di non poter essere licenziati per inefficienza.

Per chi non lo sapesse la TARI potrebbe essere non pagata e vediamo perchè.

Breve storia sul’evoluzione della Tariffa

La tassa sui rifiuti nasce con ila TARSU e successivamente il Decreto Ronchi del 1997 che introduce una nuova tariffa di igiene ambientale chiamata TIA che sopperì la vecchia TARSU che era la tassa sui rifiuti solidi urbani.  Successivamente al Decreto Ronchi entrò in vigore il Codice di regolamentazione ambientale che abrogò il Decreto Ronchi introducendo nuovi criteri di calcolo e nuove modalità di determinazione della tariffa. Il presupposto impositiva della TARSU era l’occupazione o la detenzione di locali e aree scoperte a qualsiasi uso adibiti ad esclusione delle aree pertinenziali accessorie di civili abitazioni diverse dalle aree verdi , nelle zone comunali dove il servizio è reso in modo continuativo. Poi introdussero la TIA la cui finalità era quella di finanziare il sistema comunale della raccolta dei rifiuti normali e rifiuti speciali e della gestione dei rifiuti e della pulizia degli spazi comuni. Il presupposto impositivo è contenuto nell’articolo 49 del D.Lgs 22/97 che recita” Chiunque occupi oppure conduca locali o aree scoperte a uso privato a qualsiasi titolo adibiti, esistenti nel territorio comunale escluse le pertinenze”.

Definizione e differenza tra imposte e tasse

Per comprendere le motivazione che sono alla base è necessario fare una distinzione tra imposte e tasse. La differenza tra imposte e tasse infatti è profonda. Le prime sono tributi che vengono versati alla manifestazione di un fenomeno impositivo e vengono richieste dai cosiddetti enti impositori o coloro che hanno potestà impositiva. Questi possono essere per esempio l’agenzia delle entrate per l’IRPEF o l’IRAP che sono rispettivamente l’imposta sul reddito delle persone fisiche o l’imposta regionale sulle attività produttive, oppure l’imposta di registro o di bollo.

Anche se molti di voi le chiamano indistintamente “Tasse” non parliamo della stessa cosa. Le tasse sono tributi che vengono corrisposti per l’erogazione di un servizio pubblico. Per questo parliamo di “tassa sui rifiuti” e non imposta sui rifiuti.

Tralasciamo il fatto che gli abbiano cambiato il nome 4, 5 volte (TARSU, Tares, Tia, Tari, etc)  per fare della bieca pubblicità politica o annunciare rivoluzioni che nella sostanza non hanno prodotto alcunché se non un inasprimento del prelievo erariale.

Sorvoliamo anche sul fatto che abbiano tentato di applicarci l’Iva sopra per incassare più soldi…..e hanno perso….

Nella nuova Manovra di Bilancio 2019 assisteremo con buona probabilità alla fusione tra IMU e TASI ma non cambierà niente di nuovo….

Passiamo sopra tutto……fino a quando non comprendiamo però che avere il cassonetto che brilla è un diritto a fronte del quale pago un corrispettivo annuo in tasse. L’aliquota ed il livello di tassazione è anche piuttosto elevato e in linea con la media europea.

Me ne frego sinceramente delle debacle che stanno attraversando le municipalizzate italiane o i disordini interni o che AMA sta per fallire.

Non possiamo assistere indisturbati allo scempio in alcune città Italiane, fiore all’occhiello di una delle nostre prime fonti di lavoro e gettito: il turismo.

Reddito di cittadinanza si e diritto no

reddito di sopravvivenza trova la sua genesi nel consenso politico ma avrebbe meno motivo di esistere rispetto ad una gestione razionale dei rifiuti urbani. Dovrebbe avere meno importanza rispetto a strutturare un servizio di riscossione della TARI che non crei un buco nelle finanze del Comune. Il concetto aggiuntivo che vorrei farvi passare è che coloro che rivendicano il diritto alla cittadinanza non fanno altro che rivendicare un diritto più debole rispetto a quello che vede il diritto del cittadino italiano che paga le tasse di vedersi portare via la spazzatura sotto casa e non sentire il fetore nauseabondo da luglio a settembre per le strade.

La TARI non si Paga se non puliscono: è un principio mutuabile dalla definizione di una tassa, niente di più semplice. Solo che molti cittadini Italiani questo non lo sanno per cui pagano e stanno zitti. Il mancato pagamento non passa però in questo caso per forme di esenzione ma solo per la rivendicazione da parte dei singoli contribuenti.

La Sentenza n.6269/41/2018 è curiosa perchè parla di un comune cittadino che lamentava con telefonate e raccomandate di diffida l’inaccettabile disservizio degli operatori ecologici. Lo faceva documentando le scene di operatori inefficienti con video e fotografie. Parliamo nella fattispecie del Comune di Roma. Il disservizio così gestito creava un’inevitabile situazione di carenza igienico-ambientale.

Questo porta il contribuente a non pagare la TARI al momento della notifica da parte del Comune (eroe come pochi) e ad impugnare la notifica dell’avviso di pagamento della tassa.

Nella contestazione del pagamento chiede che gli venga dimezzata la TARI per via di questa carenza proprio in virtù del principio che trattandosi di tassa questa viene pagata a fronte di un servizio per cui gli operatori ecologici non possono lavarsene le mani ma devono lavorare e devono farlo anche bene. Certo se poi non possono essere licenziati la vedo difficile imporlo ma almeno il disservizio non graverà tutto sulle spalle del contribuente.

I Giudici della Commissione tributaria di Roma danno ragione al contribuente e gli riconoscono una riduzione della tariffa dovuta al 50%.

Che dire un applauso al contribuente che con un semplice gesto fa comprendere come il contribuente vanti ancora qualche misero diritto e che i giudici lo riconoscano.

https://www.tasse-fisco.com/news-ed-eventi/tares-rifiuti-nuova-tarsu-tia-pagamento/10568/

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Distribuzione Pesi Tariffa sui rifiuti in Italia

A titolo esemplificativo quanto pesa in modo diverso da regione a regione la TARI. Pesi che potrebbero anche cambiare ogni anno per via della possibilità da parte del comune di disporre diversamente con propria delibera.

Regione Importo
Abruzzo € 308
Basilicata € 228
Calabria € 296
Campania € 418
Emilia R. € 282
Friuli V.G. € 223
Lazio € 332
Liguria € 326
Lombardia € 233
Marche € 235
Molise € 230
Piemonte € 278
Puglia € 367
Sardegna € 363
Sicilia € 396
Toscana € 329
Trentino € 197
Umbria € 295
Valle D’Aosta € 288
Veneto € 234
Italia € 300

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