Nuova Indennità di paternità e congedo parentale: richiesta assegno e valore

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padre e figlio, vicini nel momento del bisogno
Indennità di paternità: padre e figlio vicinissimi

Vediamo come richiedere il Congedo di paternità e l’indennità di paternità, a chi spetta e quanto vale, nonché la documentazione che è necessario redigere per la presentazione dell’istanza al proprio datore di lavoro o all’INPS anche alla luce della novità introdotte con la Legge di Bilancio 2017 e dalla Legge di Bilancio 2019, 2021 e 2021. 

Novità dalla legge di Bilancio manovra Finanziaria: cosa cambia, aumento giorni

Vi consiglio anche di leggere l’articolo dedicato al part time che per alcuni versi è connesso con il congedo parentale. Il lavoratore infatti frazionare il congedo parentale in modo da spalmare le ore in modo da trasformare il propor contratto in un part time mantenendo tuttavia gli stessi diritti. Il testo definitivo della La Legge di Bilancio 2021 introduce alcune novità in merito al congedo di paternità.

La Manovra finanziaria 2021 infatti modifica il congedo parentale a favore dei papà estendendolo anche ai casi di morte prenatale. La durata del congedo parentale aumenta da 7 a 10 giorni per il 2021.

Inoltre la stessa norma prevede che il padre estenderlo di un giorno qualora possa sia in accordo con la madre qualora ne abbia diritto lei e non ne voglia o possa usufruire.

Novità in sintesi Congedo parentale Padre Madre > Consulta la Tabella di sintesi

Congedo di paternità: Novità

Prima di tutto anticipiamo che la Legge di Bilancio viene prorogato per il 2019 il congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente, elevandone la durata a cinque giorni. Inoltre, si dispone che anche per il 2019 il padre possa astenersi per un ulteriore giorno (in accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima) (comma 144 della Legge di Bilancio 2019)

Che cos’è l’indennità di paternità

L’indennità rappresenta un trattamento economico sostitutivo della retribuzione richiesto durante il periodo di congedo parentale facoltativo che vine erogato al lavoratore dipendente in busta paga o mediante assegno che viene corrisposto a titolo di indennità corrisposto  dall’Inps per un periodo limitato di tempo e al rispetto di alcuni requisiti che vedremo nel seguito.

Chi può richiederla

Al pari del padre lavoratore dipendente lo stesso trattamento potrà essere richiesto al familiare o affine entro il terzo grado convivente del disabile in situazione di gravità, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti degli altri soggetti individuati dalla norma, secondo il seguente ordine di priorità:

  1. il coniuge convivente della persona disabile in situazione di gravità;
  2. il padre o la madre, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente;
  3. uno dei figli conviventi della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  4. uno dei fratelli o sorelle conviventi della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il coniuge convivente, entrambi i genitori ed i figli conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  5. un parente o affine di terzo grado convivente della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il coniuge convivente, entrambi i genitori, i figli conviventi e i fratelli o sorelle conviventi siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.

Vi ricordo inoltre che il trattamento potrà essere richiesto non solo in caso di figli naturali ma anche in caso di adozione o affidamento preadottivo nazionale o internazionale di minore oppure in caso di affidamento non preadottivo (congedo di paternità per adozione o affidamento).

Chi può richiedere il congedo per paternità

Sono titolati a richiedere l’indennità sia i lavoratori dipendenti sia gli apprendisti, operai, impiegati, dirigenti semprechè si trovino in una delle seguenti situazioni che richiedono la presenza del padre anche se scusate mi sembra una follia in quanto non è detto che tra due genitori che sempre più spesso sono equiparati, posso chiedere l’indennità solo in caso di morte o grave infermità della madre, abbandono del figlio da parte della madre o affidamento esclusivo del bambino al solo padre.
A me sembrerebbe doveroso doverli equiparare e far discendere tuttalpiù la decisione ad entrambi su chi debba stare con il bambino durante questo periodo… però questo è il mio personale punto di vista. Se avete idee diverse potete scrivere un commento (vedi a fondo pagina).

Vedete nel seguito anche alcuni casi particolari he impediscono la richiesta del congedo al proprio datore di lavoro.

Moglie casalinga senza lavoro: come influenza il congedo del marito

Qualora il padre lavoro ma la madre non ancora o abbia perso il lavoro per diverse cause anche a ei imputabili il padre ha diritto al congedo ossia ad astenersi m solo in caso la casalinga in realtà non possa farlo perchè affetta da gravi problemi di salute o mentali. Lo so che ora la battuta sul fatto che qualche problema mentale lo abbai viene facile, tuttavia non bisogna scherzare in quanto effettivamente il legislatore impedisce al padre di prendere il congedo di maternità se la moglie è a casa senza lavoro. Con l’occasione ricordo la proroga per il 2019 del congedo obbligatorio dopo la nascita del bambino, introdotto dalla legge n. 92/2012 che consente di restare a casa con il bambino fino a cinque giorni (prima erano 4 fino al 2018).

Quanto vale l’indennità di paternità

L’assegno di paternità sarà pari all’80% della retribuzione giornaliera percepita nell’ultimo mese di lavoro da parte del lavoratore dipendente e per un periodo limitato di tempo in quanto scatta dal giorno successivo al padre e continua fino al periodo di maternità che sarebbe spettato alla madre per cui a norma di legge minimo tre mesi o di più laddove la madre abbia prolungato la maternità oltre il settimo mese di gravidanza. L’indennità è riconosciuta al padre anche nel caso in cui la madre non lavori. 

Come richiedere l’indennità di paternità: presentazione della domanda

Andate sul sito dell’INPS nella sezione indennità di paternità nella sezione modulistica on line e dovreste scaricarvi il modulo Mod.Mat. SR01 disponibile nelle Sedi dell’Inps oppure sul sito dell’INPS.
Viene compilato il modello ed inviato e si riceverà un messaggio di conclusione della modalità provvisoria di invio della domanda e alla possibilità di continuare la procedura utilizzando i servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN dispositivo attraverso i servizi online del sito, anche se vi consiglio di contattare il call center al numero 803164 perchè devo dire che, inaspettatamente rispondono quasi subito e sono utilissimi. Si dovrà inoltre produrre la documentazione relativa alle cause che hanno indotto a richiedere l’indennità ossia nel caso della morte della madre: certificato di morte o autocertificazione, mentre nel caso di grave infermità la certificazione medica rilasciata dal medico dell’ASL (Servizio Sanitario Nazionale), mentre nel caso di abbandono del figlio da parte della madre sarà sufficiente una autocertificazione come nel caso di affidamento esclusivo del figlio al solo padre una copia del provvedimento del giudice da cui risulta l’affidamento esclusivo.

Congedo parentale

Il congedo parentale viene interessato dopo il job act da una serie di novità che si sostanziano nella possibilità di richiederlo fino ai 12 anni di età del bambino (prima era 8) con alcune caratteristiche che si sostanziano nella possibilità di avere anche l’indennità economica pari al 30% dell’ultima mensilità fino ai 6 anni del bambino mentre prima era massimo fino a 3. Se invece chiederete il congedo dopo non vi spetterà più alcuna indennità. n pratica viene concesso di stare con il bambino anche più tardi ma non avrete soldini….tanto sempre li vanno a parare.

La durata del congedo parentale sarà sempre massimo di 6 mesi da fruire per ciascun genitore ma con il limite di 10 mesi.

NOVITÀ: Il congedo parentale a ore

Vi segnalo l’articolo dedicato al nuovo congedo parentale a ore che in estrema sintesi si sostanzia nella possibilità di spalmare i giorni a disposizione per il congedo parentale in singole ore per cui potreste anche richiedere per esempio di uscire tutti i giorni due ore prima….un sogno.

Trattamento fiscale dell’indennità

Dal punto di vista fiscale l’indennità rientra nell’ambito delle voci che entrano nel costo del personale e sono tassate in busta paga se erogate per il suo tramite o inserite nella dichiarazioni dei redditi ex articolo 11 del DPR n. 917/1986 (TUIR).

Per chi non lavora o è disoccupato

Non ho trovato traccia invece dell’assegno del comune anche per chi non è occupato anche se dubito che non ci sia in quanto mi sembrerebbe un controsenso però al momento non sono riuscito a trovarlo.

Novità dalla Legge di Bilancio 2017

La novità inserita nella Legge di Bilancio 2017 incrementa il numero dei giorni obbligatori per il congedo di paternità retribuito interamente dall’INPS, innalzandolo dal 2018 a quattro giorni a cui potrete aggiungere anche un giorno di permesso facoltativo che andrò decurtato dalla maternità della madre lavoratrice. Una svolta epocale che cambierà il futuro delle nostre famiglie da qui all’eternità :-) (la risposta è SI, ci prendono in giro).

Novità con la riforma Fornero per il congedo di paternità

Con la Riforma Fornero abbiamo infatto avuto sia un congedo parentale obbligatorio di un giorno per la nascita del bambino (che mi sembra una norme incivile per un  paese come il nostro che riconosce solo un giorno per il giorno forse più bello di una persona al contrario di altri paesi che ne concedono ben di più). Poi esiste un congedo parentale facoltativo di due giorni (lo so vi sembrerà uno scherzo) e solo per il triennio 2013 – 2015 per il padre da fruire entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio, semprechè la madre non ne fruisca (in pratica mai come anche un tordo potrebbe immaginare) con diritto a un’indennità, pari al 100% della retribuzione e pari al 100% della retribuzione dell’ultimo mese di lavoro. Se poi immaginate che per farla dovete andare all’INPS per richiederla se non siete in grado di farlo telematicamente va da sè che non so quanto vi convenga.

Novità dopo il Job Act sulla paternità

La prima novità riguarda la possibilità dei lavoratori autonomi di fruire dello stesso trattamento previsto per quelli dipendenti sempre nel caso non siano già state richieste contestualmente le stesse indennità dalle madri. Questo significa che anche i lavoratori autonomi o professionisti padri potranno chiedere il congedo di paternità applicando anche l’indennità giornaliera di cinque mesi, due prima e tre dopo il parto, nel caso nei casi di abbandono, morte, infermità della madre o affidamento al padre del bambino.

Leggete anche: Indennità di maternità

Vi ricordo inoltre che potete leggere l’articolo dedicato all’ indennità di maternità dove anche qui sono presenti chiarimenti in merito a chi può fruire del trattamento, quanto vale l’assegno di maternità e come presentare la documentazione necessaria all’ottenimento  dell’assegno dall’INPS.

Testo della norma

Lo trovate contenuto nell’articolo 1, comma 788, settimo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296

“788. A decorrere dal 1° gennaio 2007, ai lavoratori a progetto e categorie assimilate iscritti alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, è corrisposta un’indennità giornaliera di malattia a carico dell’INPS entro il limite massimo di giorni pari a un sesto della durata complessiva del rapporto di lavoro e comunque non inferiore a venti giorni nell’arco dell’anno solare, con esclusione degli eventi morbosi di durata inferiore a quattro giorni. Per la predetta prestazione si applicano i requisiti contributivi e reddituali previsti per la corresponsione dell’indennità di degenza ospedaliera a favore dei lavoratori iscritti alla gestione separata. La misura della predetta prestazione è pari al 50 per cento dell’importo corrisposto a titolo di indennità per degenza ospedaliera previsto dalla normativa vigente per tale categoria di lavoratori. Resta fermo, in caso di degenza ospedaliera, il limite massimo indennizzabile di centottanta giorni nell’arco dell’anno solare. Per la certificazione e l’attestazione dello stato di malattia che dia diritto alla predetta indennità si applicano le disposizioni di cui all’articolo 2 del decreto-legge 30 dicembre 1979, n. 663, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 febbraio 1980, n. 33, e successive modificazioni. Ai lavoratori di cui al presente comma si applicano le disposizioni in materia di fasce orarie di reperibilità e di controllo dello stato di malattia di cui all’articolo 5, comma 14, del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638, e successive modificazioni. Ai lavoratori di cui al presente comma, che abbiano titolo all’indennità di maternità, è corrisposto per gli eventi di parto verificatisi a decorrere dal 1° gennaio 2007 un trattamento economico per congedo parentale, limitatamente ad un periodo di tre mesi entro il primo anno di vita del bambino, la cui misura è pari al 30 per cento del reddito preso a riferimento per la corresponsione dell’indennità di maternità. Le disposizioni di cui al precedente periodo si applicano anche nei casi di adozione o affidamento per ingressi in famiglia con decorrenza dal 1° gennaio 2007. Le prestazioni di cui al presente comma sono finanziate a valere sul contributo previsto dall’articolo 84 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151.”

Il congedo parentale si applica anche ai lavoratori autonomi?

Novità nel DDL del Senato in approvazione viene prevista la stessa forma di congedo parentale anche ai lavoratori autonomi per un massimo di sei mesi entro i primi tre anni di vita del bambino come previsto dall’articolo 1, comma 788, settimo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

Novità Assoluta: il nuovo congedo parentale a Ore

Assoluta in quanto mira ad esaudire il sogno di molti: lavorare meno ore al giorno ed è valido sia per le madri sia per i papà e che può sostanziarsi che solo nella riduzioni per alcuni giorni per alcune ore. Leggete l’articolo di approfondimento dove troverete i termini e le modalità per presentare la domanda.

2 COMMENTS

  1. Salve volevo sapere se un lav dipendente full time che ha anche un reddito di partecipazione del 1,66% in una s.a.s puo usufruire di questo congedo parentale a ore.

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