Cosa scaricare dalle tasse? Guida per Commercianti

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tasse (730, unico, ecc.)Il mondo del commercio è caratterizzato da tante piccole realtà locali che quotidianamente offrono un servizio a quanti hanno necessità di compiere acquisti di vario genere: dai beni di prima necessità fino ai complementi di arredo, tutto passa per i commercianti.
In questo breve articolo facciamo un rapido ripasso delle basi fiscali e delle macro-voci che possono essere considerate importanti costi da scaricare dalle tasse.

Riferendosi al commercio molti azzardano ipotesi di guadagno tutt’altro che realistiche: il commerciante è oggi un onesto lavoratore che prova, tra mille difficoltà, a guadagnare ciò che gli consente di vivere con dignità.

Associare il commercio alla ricchezza è un passo davvero azzardato?
Complice la crisi economica, la deflazione e a causa della presenza della Grande Distribuzione Organizzata, tenere aperta e possibilmente in attivo finanziario un’attività commerciale è diventata un’impresa davvero ardua.
Non a caso sono decine di migliaia le attività commerciali che ogni anno sono costrette a chiudere i battenti, schiacciate da consumi troppo bassi e da una concorrenza spietata della GDO.

È proprio per tali motivi che coloro i quali vogliono cimentarsi nella titanica impresa del commercio debbono salvaguardarsi attraverso poche ma semplici pratiche. Innanzitutto è importante affidarsi ad un buon consulente commerciale, vuoi un dottore commercialista che abbia esperienza nel settore del commercio al dettaglio o nel settore in cui intendete operare oa vivere la vostra iniziativa imprenditoriale, che possa fornire informazioni relative al mercato su cui si decide di operare, e che soprattutto possa dare le corrette indicazioni relativamente alla forma societaria ed agli aspetti fiscali che meglio si addicono alla situazione concreta. Anche un Avvocato o legale spesso può fornire spunti interessanti sia nella fase iniziale sia nella fase successiva per quello che concerne la fase contrattuale e di rapporti con clienti e fornitori.

Il primo passo infatti è rappresentato dalla forma societaria con cui intendete porvi nel mercato. Alcuni optano per la società a responsabilità limitata che limita per l’appunto la responsabilità patrimoniale al capitale sociale sottoscritto e che oggi, come molti di voi sapranno, potete aprire anche con un solo euro di capitale. Altri invece decidono di aprire una ditta individuale che la cui responsabilità si estende al patrimonio personale del titolare.

Per quello che concerne la leva fiscale o il parametro fiscale intorno che può guidare questa scelta parte dal fatto che nel caso di una società di persone tassata per trasparenza o di una ditta individuale il percettore del reddito sarà tassato secondo gli scaglioni di reddito Irpef. Nel caso invece di società di capitali (Srl o SPA per fare un esempio) la tassazione sarà dall’Ires al 27,5% (dal 2017 è il 24%) e dall’IRAP 3,9% con piccole maggiorazioni in base alla regione nel quale operate che possono variare di anno in anno in base al deficit sanitario.

Una valida scelta relativa agli aspetti fiscali ed un corretto assetto societario dell’impresa commerciale nella fase di start up o iniziale può fare la differenza tra un’impresa di successo ed un totale fallimento. Il primo consiglio è che se potete, fatela da soli in quanto una delle prime cause di insuccesso è proprio la difficoltà talvolta di mandare avanti l’impresa nel caso di due o più soci, soprattutto se di numero pari.

Gli aspetti da curare non riguardano solo la scelta della struttura amministrativa ed operativa, ma anche quella relativa all’inquadramento della forza lavoro e soprattutto alle scelte relative alla gestione dei costi aziendali.
I costi infatti sono per le imprese commerciali voci da scaricare in fase di dichiarazione dei redditi ed in fase di conteggio, anche se sarebbe meglio chiamarla liquidazione dell’IVA, da versare mensilmente o trimestralmente in base al vostro volume d’affari.
Ottimizzare i costi significa dunque anche sfruttare la leva fiscale e conoscere quali costi possono essere portati in riduzione delle passività derivanti dalla tassazione diretta (Ires e Irap per fare un esempio) ed indiretta (Iva o imposta di registro per fare altri esempi), migliorando così la capacità dell’azienda di produrre redditi e profitti e permettendole di restare con successo sul mercato.
Fare una ricognizione su cosa un’impresa commerciale può scaricare dal suo reddito è un passaggio molto delicato e fondamentale per garantire il suo successo e la sua operatività.

La contabilità di un’impresa di commercio è un fattore tutt’altro che scontato: dalla sua corretta gestione passa infatti la capacità dell’impresa di generare profitti. In tal senso le spese ed i costi di gestione sono elementi a cui prestare molta attenzione in quanto possono essere scaricati dal reddito complessivo permettendo di pagare meno tasse. Taluni sono deducibili, ossia possono essere decorati dal reddito imponibile a cui si dovrà applicare l’aliquota o detratti dall’imposta ossia eliminati direttamente dalle imposte calcolate.

Posso dedurre i costi del personale dalle tasse?

La prima voce di costo per un’attività commerciale è quella legata al personale, il cui costo complessivo può essere interamente dedotto dal reddito d’impresa ai fini dell’Ires anche se vi sono alcune voci residuali che formano il costo del personale che non possono esserlo. Ai fini Irap il costo del personale anche non può essere dedotto o almeno per la sua quasi totalità per cui nel calcolo dell’impatto fiscale derivante dal costo del personali questo fattore influenzerà in un worst case scenario per il 3,9%. In Italia il costo del personale è notoriamente molto alto e occorre quindi scegliere le migliori forme possibili di contrattazione del lavoro.

A titolo di esempio i costi del personale sono:  salari e stipendi, salari e stipendi relativi agli apprendisti o al personale assunto con contratti di formazione lavoro o altri contratti similari, retribuzioni in natura, costi per personale distaccato, costo per lavoro interinale, somministrazione lavoro etc. I costi devono essere esposti al lordo delle ritenute d’acconto per imposte ed oneri sociali a carico del dipendente e devono invece comprendere la quota fissa e variabile della retribuzione per cui anche eventuali premi di produzione ed MBO anche compensi per il lavoro straordinario degli altri elementi che compongono la retribuzione lorda figurante in busta paga come per esempio indennità di malattia o quella sostitutiva per la mensa, di trasferta di mancato preavviso, ferie non godute e permessi.

Posso scaricare i costi di affitto?

Un’altra importante voce di costo per un commerciante è rappresentata dai canoni di locazione dei locali e della loro manutenzione: tali costi finiscono in bilancio e possono dunque essere scaricati riducendo il reddito imponibile tanto ai fini Ires tanto ai fini IRAP. Anche l’Iva pagata eventualmente sui canoni di locazione potrà essere portata in detrazione fini delle liquidazioni periodiche.
Un costo che invece può produrre un incremento dei costi è quello relativo alle spese per attività promozionali come la pubblicità e le sponsorizzazioni: attraverso queste è possibile far conoscere la propria impresa o il proprio negozio, andando a scovare nuovi clienti. Tutte le spese relative alle sponsorizzazioni possono essere scaricate e rappresentano, a conti fatti, un modo molto efficace di comunicare commercialmente senza spendere grandi capitali.
In questa voce di bilancio può rientrare anche la creazione di un sito web e l’installazione di insegne luminose e di cartellonistica stradale.

I commercianti possono inoltre scaricare tutti i costi di gestione dell’attività, dalle utenze fino ai consulenti (solitamente commercialista e consulente del lavoro).

Tanti esempi di costi deducibili dalle tasse per i commercianti

A titolo di esempio sono costi deducibili dal reddito imponibile ai fini Ires ed Irap (anche se per l’Irap quando trovate costi verosimilmente attribuibili a spese del personale e componenti finaziarie o straordinarie è sempre meglio fermarsi e verificare voce per voce)

Combustibile per la produzione, per riscaldamento, utenze, Gas, luce, spese telefoniche, dazi su acquisti, imballi, indumenti di lavoro, materie prime, materiale antinfortunistico, provvigioni, resi, sconti, abbuoni, premi assicurativi, rettifiche sui costi, spese per stoccaggio, spese per trasporti di materie prime, vestiario per i dipendenti.

Ma ne esistono credetemi tantissime altre che dipendono dalla strumentalità del costo rispetti alla produzione del vostro ricavo. Tanto più la correlazione è diretta tanto più la deducibile dal reddito imponibile è certa. Ne sono un esempio le indennità o provvigioni riconosciute ad agenti o rappresentanti di commercio, di fine rapporto. Costi per la formazione o  addestramento del personale, costi per allestimenti o per il pagamento di premi assicurativi per assicurazione automezzi o macchinari, buoni pasto distribuiti ai dipendenti, canoni di assistenza tecnica, canoni di manutenzione, licenza uso, software, compensi organi sociali e di controllo come collegio sindacale e società di revisione ma anche quelli per consulenze o prestazioni occasionali, spese per il condominio, consulenze del commercialista o avvocato che vi segue, vari contributo che verserete come per esempio quello CONAI, spese per il consulente del lavoro i vari contributi INAIL e indennità per il personale dipendente, costo per internet, costi di lavanderia costi per il magazzino manutenzione su beni mobili e immobili di proprietà e destinati all’esercizio dell’impresa, costi per mense aziendali, ammortamenti di beni strumentali costi sponsorizzazione, pubblicità e propaganda, promozione, Provvigioni passive per acquisti e anche per le vendite di propri beni, spese di pulizia o per il recupero dei crediti, o per la ricerca del personale.

Anche le famose spese rimborsate a piè di lista o anche le riparazioni di beni strumentali o le spese bancarie, commissioni per operazioni, o noleggio cassette sicurezza, spese incasso effetti, ricevute bancarie, per insoluti, per tenuta del conto corrente Spese per canoni di affitto di beni strumentali o in leasing e non solo per gli immobili ma anche per qualsiasi altro bene mobile o immobile strumentale all’attività.

Se avete dei dubbi scrivete e cercherò di rispondervi così che i vostri esempi potranno servire anche ad altri.

Infine, cosi come avviene per i professionisti, è possibile scaricare dal reddito complessivo anche le spese di rappresentanza e di viaggio, sia se sono state effettuate dal personale dipendente, sia se fossero svolte dalla proprietà dell’azienda.

Un discorso particolare è invece quello relativo alle spese sostenute per l’acquisto di macchinari e beni strumentali. Grazie ad un intervento del governo, per tutto il 2016 sarà possibile scaricare tali beni nella misura del 140%.
Significa che un commerciante che vende generi alimentari freschi può rinnovare i propri frigoriferi, scaricandoli dal reddito per un importo pari al 140% del valore pagato per il nuovo frigorifero.
Si tratta di un intervento straordinario ed eccezionale che purtroppo per le imprese durerà solo un anno, ma che sta permettendo a molti di rinnovare macchinari e strumentazioni in modo da non pesare troppo sull’equilibrio finanziario delle imprese e dei bilanci aziendali. Rientrano nella categoria di bene strumentale non solo i macchinari, ma anche Computer ed autoveicoli aziendali.

Per un commerciante tenere sotto controllo i costi è importante anche dal punto di vista dell’iva: il commerciante è infatti il soggetto che per eccellenza incassa l’IVA.
Avere delle spese documentate e pagare già l’imposta indiretta al fornitore, significa poter detrarre tale somma dagli importi maturati a debito.

In altre parole è sempre bene pagare beni e servizi di cui si ha bisogno con l’IVA in quanto tale costo sarebbe soltanto nominale poiché permetterebbe di essere detratto dalle tasse dovute allo Stato.
In definitiva si può dunque affermare che ci sono diversi modi per ridurre l’imponibile, ciò che deve fare un commerciante è documentare tutte le sue spese ed ottimizzarle nella prospettiva che possano poi essere considerate come voci di costo per l’azienda e portate in bilancio con l’obiettivo di ridurre le tasse da pagare a fine anno.

11 Commenti

  1. Salve. Ho comprato la bottega per l’attività. Ho un’azienda ditta individuale e l’immobile lho intesto a me chposso portarla in detrazione?

  2. Tabaccheria edicola e altri articoli impresa familiare. Si possono dedurre buoni pasto?

  3. scaricare, immagino intende dedursi il costo dal reddito imponibile. Se intende questo si, può farlo

  4. Buongiorno, se prendo un operaio per 1 mese con ritenuta d’acconto (3000 euro )
    Posso scaricarlo tutti e 3000?
    Oppure solo il 20%
    Grazie

  5. Già che mi scrive che non ha costi da portare in detrazione mi fa capire p che sta seguendo la sua contabilità da solo (il che sarebbe uno sbaglio) o che il suo commercialista non si impegna come potrebbe….risedetevi insieme e provate a condividere TUTTI i costi che sostiene durante l’anno, la possibilità di accedere ad un regime agevolato per esempio e valutarne la convenienza effettiva a farlo….

  6. Salve sono un agente plurimandatario che emette fatture provvigionali per un totale do 50000euro annui e pago tante tasse perché non ho costi da detrarre oltre a quelli relativi all acquisto auto e carburante. Cosa mi consiglia per abbassare le tasse?

  7. Buon giorno vorrei aprire un punto vendita per la produzione e vendita di miele ,affini e caramelle .
    Nell punto vendita ho intenzione di vendere anche altri generi alimentari (riso, vino e caramelle prodotte da altri)
    Quale forma societaria sarebbe piu’ conveniente a livello tasse, costi gestione contabilita’ e responsabilita.
    Cordiali saluti Massimo

  8. Buongiorno, volendo avviare una srl per la gestione di case vacanza, quali costi si possono scaricare (es. manutenzione, utenze, commercialista..ecc)?

  9. Salve, ho avviato una mia ditta individuale ad aprile di quest’anno. Nel frattempo ho mantenuto il mio precedente lavoro a tempo indeterminato part time. Il modello Unico quest’anno non devo presentarlo giusto, visto che per l’anno 2016 risultavo solo come lavoratore dipendente ?

    Grazie

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