TFR in busta paga: convenienza, calcolo e modulo per la richiesta

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Last Updated on 4 Maggio 2023

indexVediamo come chiedere il TFR in busta paga, la sua convenienza e le modalità di calcolo e quali sono invece le possibilità qualora ne aveste veramente bisogno, alla luce delle recenti novità introdotte dal DPCM n.29 del 20 febbraio 2015.

Cos’è il TFR

Ci siamo già dedicato alla definizione del TFR e alle modalità di maturazione e calcolo in busta paga per cui potete leggere l’articolo se volete incominciare a capire dell’argomento potete iniziare da qui:

Cos’è il TFR (link alla guida gratuita)

Possiamo dire che con questa novità il TFR perde la connotazione di trattamento di fine rapporto o buona uscita per diventare più una integrazione mensile salariale di cui il lavoratore potrebbe beneficiare (anche se ora vediamo a quale prezzo).
Importante però sottolineare che in questo articolo sono ripercorse anche le modalità di richiesta dell’anticipo del TFR ossia le casistiche disciplinate dal legislatore che danno la possibilità di richiederlo, il numero minimo di annualità che avrete dovuto versare allo Stato o a fondi di previdenza complementare e la tassazione agevolata che scontano queste casistiche come come vedete tra poco sono molto ma molto più convenienti rispetto alla scelta di farsi accreditate il TFR in busta paga mensilmente da subito.

Possibilità sperimentale, valida per tre anni

Il periodo entro cui sarà possibile se proprio vi servono questi soldi (benedetti anche se cari “arrabbiati”) sarà valida per chi ne volesse fruire da marzo 2015 a giugno 2018.

Chi può richiedere il TFR in busta paga

Questa scelta potrà essere effettuata solo dai lavoratori dipendenti del settore privato che hanno un contratto in società con oltre 50 dipendenti e purchè non in crisi economica. Nella sostanza quindi lavoratori subordinati che abbiano maturato un’anzianità di servizio di almeno 6 mesi, che siano del settore privato. Inoltre potranno accedere anche i lavoratori che hanno aderito alle pensioni complementari.

Soggetti Esclusi dal TFR in busta paga

Non potranno accedere la trattamento di fine rapporto in busta paga i lavoratori domestici o delle aziende in crisi ossia ammesse a procedure concorsuali o quelle definite dalla legge 12 agosto 1977, n. 675, o anche i lavoratori agricoli dipendenti di aziende in crisi ex art. 4 L. 297/1982, ovvero in cigs, cig in deroga, che abbiano iscritto al Registro delle imprese un piano di risanamento attestato o un accordo di ristrutturazione dei debiti oppure anche quelle per i quali la contrattazione collettiva o di secondo livello prevede la corresponsione periodica del TFR o l’accantonamento presso terzi.

Come richiederlo: il modulo da compilare per la domanda del TFR in busta paga

La richiesta è piuttosto semplice in quanto sarà sufficiente compilare il modulo messo a punto e consegnarlo all’ufficio del personale facendoselo firmare per accettazione; successivamente il datore di lavoro invece di accantonare il TFR in bilancio lo eroga direttamente al dipendente sottoponendolo però ora vediamo a quale tassazione. L’accredito avverrà il mese successivo a quello della richiesta e non potrà essere più revocata per cui già questo vi da la dimensione di quanto possa convenire… :-)

Il datore di lavoro inoltre non calcolerà più i contributi INPS per il fondo di garanzia dello 0,2% e contestualmente ricalcolerà le detrazioni fiscale su un montante ora più alto per cui vi spetteranno minori detrazioni fiscali. I riferimenti normativi li trovate nella legge 190 del 2014.

La tassazione del TFR in busta paga

Qui viene il bello perchè quel furbone del legislatore invece di dare la possibilità di immettere il TFR in busta paga con la stessa aliquota agevolata di quella che sarebbe applicata in caso di anticipo del TFR qui applica l’aliquota marginale che detta nel linguaggio semplice si intende l’aliquota più alta applicabile riferita al vostro scaglione di reddito Irpef.

Il TFR insomma sarà cumulato con tutti gli altri redditi per cui, in sostanza, maggiore sarà la vostra aliquota maggiore sarà la tassazione a cui sarà soggetta questa integrazione salariale. Sarà inoltre soggetto alle addizionali regionali e comunali e farà aumentare anche il reddito prodotto ai fini del calcolo del nuovo modello ISEE per cui occhio che potrebbe creare una distorsione in quanto magari avete bisogno di soldi in un determinato momento e perdete agevolazioni fiscali o prestazioni assistenziali a cui prima avevate accesso per via del maggiore ISEE.

Calcolo del TFR in busta paga: quanto vale l’integrazione salariale mensile

Il calcolo dell’importo spettante al lavoratore sarà pari al (TFR maturato meno lo 0,50% dovuto ex Legge n. 297 del 1982 pari allo 0,50%) a cui andrà eliminata la percentuale del vostro scaglione di reddito le addizionali regionali e comunali.

Come richiedere il TFR in busta

Andrà compilato un modulo che trovate qui sotto da scaricare

Modulo richiesta TFR in busta paga

 

Entrata in vigore del nuovo TFR in busta paga

L’entrata in vigore del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 29 del 20 febbraio 2015 è il 3 aprile 2015.

La convenienza

In estrema sintesi per me la convenienza di questa misura non c’è o almeno sceglierei tutta la vita l’anticipo del TFR che è tassato con una aliquota agevolata, anche se per richiederlo sono richieste alcune condizioni che dovrete verificare leggendo l’articolo linkato ma che, se le rispettate, vi faranno risparmiare molto.
Qui in pratica vi danno la possibilità di richiederlo un tot al mese… ma ve lo fanno pagare caro!

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