Disegno di legge di Bilancio, novità su lavoro e pensioni

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Entra nel vivo la trattazione in Senato del Disegno di Legge di Bilancio presentato dal Governo. L’intera settimana da lunedì 20 è infatti dedicata all’approfondimento dei 109 articoli di cui si compone il DdL. Ne discute in sede referente la Commissione V con un intenso calendario dei lavori

Tra i temi di particolare interesse le previsioni per il lavoro e le pensioni. Ecco il riepilogo delle principali novità del Disegno di Legge che, è bene ricordarlo, può ancora essere modificato dagli emendamenti.

Esonero contributivo

Sette punti percentuali per i redditi inferiori a 25 mila euro e sei punti percentuali per quelli inferiori a 35 mila euro, ovvero, rispettivamente, per mensilità lorde di max 1952 euro e di max 2692 euro, è il valore dell’esonero contributo a favore dei lavoratori dipendenti confermato per il 2024. Nel 2024, però, a differenza di quanto successo quest’anno, viene escluso il calcolo della tredicesima. I massimali dello stipendio, quindi, devono essere considerati al netto della tredicesima, con un probabile ampliamento della platea dei beneficiari. 

Lavoro notturno e festivo

Confermata anche la detassazione del lavoro notturno e festivo del comparto turismo, già presente nel Decreto Lavoro. In sintesi, per i primi sei mesi dell’anno, dal 1° gennaio 2024 al 30 giugno 2024, il DdL prevede un trattamento integrativo speciale che corrisponde al 15% delle retribuzioni lorde per il lavoro notturno e per il lavoro straordinario nei festivi. La condizione posta è però che i lavoratori nel corso del 2023 abbiano percepito un reddito di massimo 40 mila euro.

Premi di produttività

Per il 2024 viene confermata al 5%, ovvero alla metà di quella ordinaria, 10%, l’aliquota dell’imposta sostitutiva per i premi e le somme percepite nel 2023 dai lavoratori dipendenti.

Prorogato a 3000 euro lordi annui il limite delle somme assoggettate a questa tassazione agevolata.  

Le soglie di esenzione

Aumentala detassazione dei fringe benefit per i dipendenti senza figli a carico, che passa da 258,23 a 1000 euro, mentre diminuisce quella per i lavoratori dipendenti con figli a carico, che passa da 3000 euro a 2000 euro. Viene inoltre espressamente indicato che i fringe benefit possono essere utilizzati anche per le utenze domestiche, l’affitto o il mutuo sulla prima casa. 

Lavoro femminile

Esonero contributivo riconosciuto nel limite massimo di 3.000 euro annui (su base mensile pari a 250 euro) per le donne lavoratrici con tre figli per gli anni 2024, 2025 e 2026, e, in via sperimentale, solo per il 2024, per le donne lavoratrici con due figli.

Pensione contributiva

Più “facile” accedere alla pensione. Secondo il DdL infatti alla pensione di vecchiaia con sistema contributivo, a partire dal 2024 si dovrebbe poter accedere con 20 anni di accrediti contributivi e 67 anni di età. La condizione è che l’importo della pensione risulti al minimo pari all’importo dell’assegno sociale, pari a a 503,27 euro, mentre quest’anno il limite prevedeva che l’importo della pensione fosse al minimo una volta e mezza l’assegno sociale.

Pensione anticipata

Più “difficile” appare invece l’accesso alla pensione anticipata. Si prevede che la pensione anticipata possa essere concessa ai lavoratori a patto che abbiano 20 anni di contribuzione effettiva e che la mensilità della prima rata sia superiore a 3 volte  l’importo mensile dell’assegno sociale (quest’anno si tratta di 2,8 volte) quindi di circa 1500 euro. Il limite diventa 2,8 volte per le donne con un figlio  e 2,6 volte per le donne con almeno due figli.

Inoltre, la pensione anticipata potrà partire solo dopo 3 mesi dal momento in cui il lavoratore avrà maturato i requisiti.

Quota 103

Confermata, ma con modifiche, la quota 103. Potrà andare in pensione il prossimo anno chi ha compiuto 62 anni e ha 41 anni di contributi maturati l’anno successivo. La pensione dovrà avere un importo mensile loro non superiore a 4 volte l’assegno sociale. Soltanto chi matura i requisiti entro dicembre 2023 può avere un importo mensile loro non superiore a 5 volte l’assegno sociale.

In più si allungano le cosiddette finestre di attesa (o di “uscita”). In pratica passano da 3 mesi a 7 mesi per i privati e da 6 mesi a 9 mesi per i lavoratori pubblici. In altre parole solo coloro che raggiungono i requisiti nella prima parte del 2024 potranno andare in pensione nel 2024, gli altri andranno in pensione nel 2025.

Opzione donna

Dovrebbe essere confermata anche la pensione anticipata per le lavoratrici. I criteri però subiscono qualche modifica. Il DdL permette infatti questa opzione alle donne lavoratrici che abbiano almeno 59 anni e almeno due figli, che abbiano almeno 60 anni e un figlio, che abbiano almeno 61 anni e nessun figlio. In tutti i casi si richiedono almeno 35 anni di contributi.

APE sociale

Per l’APE sociale, cioè l’anticipo pensionistico, si prevede la proroga fino al 31 dicembre 2024, fino al compimento dei 63 anni e 5 mesi, per disoccupati, invalidi, caregivers e lavoratori con mansioni gravose.

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