Aggiornato il 5 Dicembre 2010
Le operazioni di mutuo o finanziamento con banche ed istituti di credito non solo hanno un costo operativo derivante dalle spese di gestione, spese di istruttoria, apertura pratica, ma hanno anche un costo fiscale derivante dall’applicazione delle imposte e delle tasse ai contratti.
Le imposte da applicare sul contratto di finanziamento sono diverse a seconda del soggetto che concede il mutuo per l’acquisto della casa.
Se il finanziamento è effettuato da una società finanziaria che non sia una banca si applicano le imposte ordinarie previste per la registrazione degli atti che ricordiamo sono a carico del soggetto che richiedere il mutuo od il finanziamento (ed a carico generalmente del soggetto finanziato), tra queste:
- l’imposta di registro fissa sul contratto di finanziamento (pari a 168 euro);
- l’imposta proporzionale (nella misura di 0,50%) sulle garanzie rilasciate da soggetto diverso dal debitore;
- l’imposta proporzionale ipotecaria per l’iscrizione (2%) e la cancellazione (0,50%) delle ipoteche concesse;
- l’imposta fissa di bollo sul contratto di finanziamento (pari a 14,62 euro per ogni foglio) e sulle ricevute di pagamento delle rate (attualmente 1,81 euro per esemplare);
- l’imposta proporzionale di bollo (nella misura del 12 per mille) sulle cambiali rilasciate.
Nel caso in cui il contratto di mutuo sia stipulato con una banca è assoggettato all’imposta sostitutiva sui finanziamenti, le cui caratteristiche saranno illustrate più avanti.
Nel caso invece di una banca che eroga mutui o finanziamenti nei confronti dei propri dipendenti per l’acquisto di abitazioni, l’imposta sostitutiva sui finanziamenti deve essere corrisposta anche dagli enti (istituti, fondi e casse) previdenziali.
Visualizzati i molti articoli che trovate nella categoria interessi su mutui e mutui in generale