Procacciatore d’affari: Trattamento Fiscale IRPEF, Ritenute, IVA, INPS, Forfettario

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Aggiornato il 24 Agosto 2023

Il trattamento fiscale del procacciatore d’affari occasionale e abituale ai fini IRPEF, IVA, nonché l’assoggettamento alle ritenute d’acconto e la contribuzione INPS può variare in modo significativo a seconda della tipologia del servizio offerto, del prodotto e del servizio mediato e anche dell’adesione o meno al nuovo regime forfettario dei minimi. Vediamo di rispondere ad alcune domande sul trattamento fiscale del procacciatore di affari fornendo chiarimenti utili di taglio pratico sia per coloro che svolgono attività di tipo occasionale sia continuativo e abituale dietro mandato.

Procacciatore d’affari: definizione e inquadramento civilistico

Il procacciatore di affari è una figura professionale atipica che si caratterizza per l’occasionalità della sua attività ed è questa la caratteristica principale che lo contraddistingue dall’agente di commercio con cui ha molti elementi in comune e di cui ci siamo già occupati nell’articolo dedicato alle differenze tra agente, mediatore, broker e, appunto procacciatore. Il procacciatore d’affari solitamente non ha un rapporto continuativo e determinato con il proprio cliente e non ha un contratto a tempo. Per questo qualsiasi accordo può essere stipulato sia per iscritto sia verbalmente.

Procacciatore d’affari occasionale: cos’è e come funzione l’attività di procacciamento

L’articolo 222 del Codice Civile definisce il procacciatore d’affari occasionale come colui che si obbliga a compiere un’opera od un servizio, con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione e senza alcun coordinamento del committente; l’esercizio dell’attività, peraltro, deve essere del tutto occasionale, senza i requisiti della professionalità e della rilevanza.

Procacciatore con o senza partita Iva: occasionale o abituale

La linea di confine tra procacciatore e agente o anche semplicemente tra procacciatore occasionale e abituale (con partita IVA) è sottile anche se possiamo dire che il soggetto che svolge attività per un periodo di tempo superiore ad un mese già potrebbe essere considerato dall’agenzia delle entrate come rientrante nell’ambito di applicazione dell’Iva. A nulla vale il fatto che avete concluso, per esempio 5, 50, 0 500 contratti o affari in un giorno perchè anche il solo fatto che siano numericamente rilevano potrebbe portare l’agenzia delle entrate ad accertarvi per omessa apertura della partita iva con tutte le conseguenze del caso (omessa fatturazione, applicazione Iva, versamenti, dichiarazioni etc).

Secondo l’articolo 2222 del Codice Civile il procacciatore di affari occasionale è colui che “si obbliga a compiere un’opera od un servizio, con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione e senza alcun coordinamento del committente; l’esercizio dell’attività, peraltro, deve essere del tutto occasionale, senza i requisiti della professionalità e della prevalenza.”

Procacciatore e intermediazione o attività distributiva

Per quello che concerne per esempio l’intermediazione assicurativa l’articolo 106 del Codice delle Assicurazioni private fornisce importanti chiarimenti tra le definizioni. Secondo tale definizione la distribuzione assicurativa consiste nel proporre prodotti assicurativi e riassicurativi o nel prestare assistenza e consulenza o compiere altri atti preparatori relativi alla conclusione di tali contratti o nella conclusione di tali contratti, ovvero nella collaborazione alla gestione o all’esecuzione dei contratti. E ancora che “rientra nell’attività di distribuzione assicurativa la fornitura, tramite un sito internet o altri mezzi, di informazioni, relativamente a uno o più contratti di assicurazione, anche confrontati o ordinati, sulla base di criteri eventualmente scelti dal cliente, in termini di premi ed eventuali sconti applicati o di ulteriori caratteristiche del contratto, se il cliente è in grado di concludere direttamente o indirettamente lo stesso”. E’ il caso dei compratori di ricerca on line che spesso utilizzate per la polizza auto, adsl o bollette della luce o gas per capirci meglio, ma non il vostro caso di procacciamento di affari.

Tuttavia l’attività di procacciamento, intendendosi per tale anche la mera segnalazione del prodotto o del servizio di per sè non è sufficiente a configurare un’attività di distribuzione se limitata a fornire solo alcune informazioni del proprio mandante.

Procacciatore d’affari occasionale: contributi INPS

Il procacciatore d’affari occasionale si differenzia da quello con partita Iva in quanto quest’ultimo non deve tenere scritture contabili e non deve emettere fattura.

Ulteriore vantaggio fiscale risiede nella possibilità di non versare contributi INPS che, a dispetto di quelli che molti pensano, rappresentano una componente molto elevata del prelievo fiscale sul lavoratore autonomo. Soprattutto per coloro che viaggino su volumi d’affari contenuti in quanto dovranno versare comunque un contributo minimo.

Il problema è che l’obbligo al versamento INPS subentra per importo di provvigioni superiori a 5 mila euro annue. Superata la soglia in questione si dovrà procedere alla iscrizione presso la gestione separata INPS commercianti prevista dalla Legge n. 335/95. A tal proposito potete leggere l’articolo di approfondimento dedicato all’iscrizione alla gestione separata INPS dove trovate quando e come aderire. La normativa di riferimento lo trovate nella Legge 335 del 1995 (scaricabile gratuitamente).

Gestione separata INPS contributi previdenziali

In sostanza il procacciatore occasionale effettua prestazioni occasionali soggette a ritenuta di acconto del 23% sul 50% delle provvigioni.

Procacciatore d’affari: fatturazione e Iva

Seppur fondamentale verificare se necessario aprire la partita IVA o meno è poi altrettanto importante comprendere come procedere con la fatturazione delle operazioni al proprio mandante. Capire quindi se la fattura del procacciatore d’affari sia soggetta ad IVA o no.

Chiarisco che questo dipende da una serie di fattori primo dei quali risiede nella adozione del regime forfettario dei minimi. Laddove aveste adottato questo regime (non sempre vantaggioso lo ricordo) sappiate che non sareste stati soggetti ad IVA. Laddove invece non rispettaste i requisiti (e mi auguro sia soprattutto perchè avete sforato il limite dei ricavi di tanto) sappiate che l’applicazione dell’IVA sarà legata al prodotto o servizio venduto.

Laddove il servizio prestato sia esente da IVA come per esempio operazioni bancarie o assicurative allora anche la provvigione riconosciuta sul procacciamento sarà esente IVA,  purchè il servizio o segnalazione non si limiti solo alla mera fornitura di dati ma sia più legata ad una attività di negoziazione. A titolo di esempio il collegamento potrebbe essere provato con la possibilità di stipulare il contratto direttamente con il procacciatore. Questo potere renderebbe molto stretto il collegamento con l’operazione principale attraendone così lo stesso trattamento ai fini IVA.

Una volta fornita la definizione vista sopra del procacciatore occasionale e di quello abituale potete vedere come il carattere di occasionalità ovvero di continuità è rilevante ai fini Iva in quanto il procacciatore di affari continuativo deve soggetto ad obbligo di aprire la partita Iva mentre quello occasionale no. A titolo di esempio il procacciatore senza prevalenza di attività aprirà la partita Iva indicando nel modello di apertura della p.IVA. il  CODICE ATECO: 46.19.02

Documentazione e gestione amministrativa dell’attività

Ai fini degli obblighi previsti dalla normativa in materia di possesso e gestione delle scritture contabili il procacciatore d’affari occasionale non sarà soggetto a rendicontazione se non quello previsto dai bollettari madre-figlia ovvero le ricevute fiscali da compilare alla conclusione del singolo affare.

Vi è da dire che con l’introduzione e l’innalzamento del limite dei ricavi a 65 mila euro (dal 2023 salito a 85 mila euro) è prevista la possibilità di aderire ad un regime forfettario dei contribuenti minimi che prevede l’applicazione di una imposta sostitutiva del 15% (5% per le nuove attività e per i primi 5 anni). Per le agevolazioni fiscali e contabili vi rimando alla guida gratuita che trovate in calce all’articolo.

Per quello che concerne i quadri della dichiarazione sappiate che il vostro quadro da compilare varia a seconda della tipologia di procacciatore: quello occasionale andrà ad alimentare il quadro L o RL mentre quello con partita Iva valorizzerà il quadro G per coloro che operano in contabilità semplificata o quadro F per coloro che sono in contabilità ordinaria.

Fatturazione procacciamento d’affari: facsimile o Modello da utilizzare

nel seguito potete vedere un modello di fattura utile per entrambi le casistiche e da scaricare gratuitamente.

Le provvigioni del procacciatore d’affari sono soggette alla ritenuta d’acconto IRPEF a meno che il procacciatore non aderisca al regime forfettario dei contribuenti minimi. Sono calcolate nella misura del 23% sul 50% dell’imponibile. Il 23% equivale al primo scaglione di reddito ai fini Irpef.

Qualora il procacciatori dichiari al proprio committente di avvalersi, nell’esercizio della sua attività, della collaborazione continuativa e abituale di dipendenti o terzi, la ritenuta d’acconto dovrà applicarsi nella misura del 23% solo sul 20% delle provvigioni.

Nel caso di adesione al regime forfettario dei minimi la fattura dovrà riportare in corrispondenza del rigo relativo all’imposta sul valore aggiunto una dicitura del genere: “Operazione non soggetta ad IVA ai sensi della Legge n. 190 del 23 dicembre 2014, art.1, commi da 54 a 89.

Nella fattura, come detto in precedenza non sarà indicata nemmeno la ritenuta non essendo soggetta la fattura nemmeno all’applicazione delle ritenute IRPEF. La provvigione infatti non è soggetta a ritenuta d’acconto IRPEF ai sensi del comma 67 della legge sopra citata.

Contribuzione INPS

Ai fini INPS si possono presentare più fattispecie:

  • procacciatore d’affari occasionale: non versa contributi fino a 5 mila euro. Superati i 5 mila euro dovrà iscriversi alla gestione separata INPS. Possiamo ragionevolmente dire che per provvigioni fino a 15 mila euro (anche se l’importo varia annualmente anche se non in modo significativo) dovrà versare ca. 3600 euro di contributi annui.
  • provvigioni d’affari abituale con partita Iva: versa i contributi in genere intorno a ca. il 19% della provvigione incassata nell’anno;
  • provvigioni d’affari abituale con partita Iva aderente al regime dei minimi: versa i contributi decurtati del 35% in virtù del regime agevolato.

Sto eseguendo la mia prima fattura come procacciatore d’affari e ho deciso di aderire al regime forfetario. Nella fattura inserirò soltanto l’imponibile della mia p

Il pagamento del contributo minimo obbligatorio deve essere effettuato in quattro rate, alle seguenti scadenze:

  • 16 febbraio.
  • 16 maggio;
  • 20 agosto;
  • 16 novembre;

Iniziare l’attività di agente o procacciatore: primi adempimenti da porre in essere

Qualora volete farvi un’idea anche dei costi di amministrazione di entrambe le figure potete approfondire l’argomento leggendo l’articolo dedicati all’apertuta della partita Iva dove trovate alcuni chiarimenti in sintesi sui passi che vi porteranno alla registrazione presso l’agenzia delle entrate oppure anche quello dedicato ai costi della partita Iva.

Applicazione della ritenuta d’acconto sulle provvigioni o sugli altri compensi o proventi

Vi segnalo anche il nuovo articolo di approfondimento legato alla ritenuta d’acconto con cui vi dovrete cimentare fin da subito dalla prima fatturazione al vostro cliente.

Vi segnalo se può esservi utile anche l’articolo dedicato alla deducibilità dei costi auto per agenti e rappresentanti di commercio.

http://www.tasse-fisco.com/agenti-e-rappresentanti/differenze-fra-agente-immobiliare-e-procacciatore-daffari/90/

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