Agente immobiliare e Procacciatore d’affari, quali differenze?

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tassazione agenti rappresentanti procacciatoriChiariamo le differenze tra Agente immobiliare, Rappresentante di commercio e Procacciatore di affari, sia per quello che concerne l’accesso al professione e quindi le modalità di svolgimento dell’incarico, sia per quello che concerne il trattamento fiscale delle somme ricevute.

La norma a proposito sulle definizioni

La legislazione non prevede una differenziazione espressa tra le due figure professionali, soprattutto per quello che concerne il procacciatore di affari, mentre  la prevede per l’agente immobiliare a seconda della tipologia di bene o servizio ceduto. Ad esempio l’agente assicurativo ed quello immobiliare dovranno superare anche un esame di abilitazione che, seppur abbastanza semplice, rappresenta una prima barriera all’entrata nel mercato.

Il procacciatore di affari

Possiamo vederla come una figura ibrida, non codificata, che si differenzia dall’agente in quanto opera da solo, ha una sua autonomia organizzativa e patrimoniale e non prevede infatti contratti preliminari se non espressamente richiesti dalle controparti, all’interno dei quali non si fa riferimento a diritti di esclusiva per esempio per la la zona di appartenenza o di competenza.

Tuttavia per i sui contratti ha diritto ad un compenso ossia ad una provvigione sui contratti da lui promossi (e non solo su quelli conclusi) che potrà anche essere più elevata se la lega a quelli anche conclusi e perfezionati. Insomma è una figura professionale libera e snella, un imprenditore di se stesso, trova i contatti ed i clienti e li sottopone a chi vuole, ossia al migliore offerente senza clausole di esclusiva. Sulle somme che gli sono corrisposte (criterio di cassa) subisce una ritenuta d’acconto del 10% sul 50% delle provvigioni e deve dichiarare i redditi conseguiti deducendo dai ricavi le spese relative all’ attività esercitata.

La ritenuta d’acconto per i procacciatori d’affari sulle provvigioni incassate

L’articolo 25 bis, c. 1, D.P.R. 600/1973 stabilisce che “i soggetti indicati nel primo comma dell’art. 23, escluse le imprese agricole, i quali corrispondono provvigioni comunque denominate per le prestazioni anche occasionali inerenti a rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione, di rappresentanza di commercio e di procacciamento di affari, devono operare all’atto del pagamento una ritenuta a titolo di acconto dell’Irpef o dell’Irpeg (ora Ires) dovuta dal percipiente, con obbligo di rivalsa”.

Per l’esercizio infatti non sono previste iscrizioni ad albi come avviene per l’agente o rappresentante di commercio e vedremo che l’apertura della partita iva per lui potrebbe anche non configurarsi come un obbligo.

Il procacciatore d’affari opera senza dare  diritto di esclusiva per la zona di competenza e può essere anche plurimandatario ossia operare per più mandanti. Non esiste inoltre l’Albo dei procacciatori d’affari al contrario invece degli agenti e rappresentanti di commercio.

Novità 2017

Con la Manovra correttiva per il 2017 viene introdotto l’obbligo di prelievo della ritenuta d’acconto per tutti i canoni incassati per conto del proprietario. L’obbligo decorre dal primo giugno 2017. Per questo ho scritto un articolo appositamente dedicato al calcolo e versamento della ritenuta d’acconto sugli affitti brevi per gli agenti immobiliari.

Ritenuta d’acconto sulle provvigioni delle agenzie e degli intermediari

L’agente di commercio

L’agente di commercio invece è una figura inserita nel codice civile all’articolo 1742 del codice civile che svolge stabilmente l’incarico di promuovere, salvo approvazione della ditta preponente, la conclusione di contratti in una zona preliminarmente definita per conto di una o più ditte preponenti. Potrà costituirsi come una società, ditta individuale o come semplice persona fisica con partita Iva.

Il rappresentante di commercio

E’ rappresentante di commercio il soggetto, persona fisica o società, stabilmente incaricato di promuovere e concludere contratti per conto di una o più ditte preponenti in una zona preliminarmente definita. I contratti conclusi si considerano stipulati direttamente tra il cliente e la ditta preponente.

Vantaggi e svantaggi delle configurazioni

Una delle differenze sostanziali che differenziano gli agenti immobiliari dai procacciatori di affari è che i primi pongono in essere un’attività che rientra nel novero delle attività soggette ad iva in quanto soddisfano il requisito di abitualità previsto dal fisco ai fini dell’applicazione del tributo; questi infatti prendono accordi con l’agenzia e si dotano di quel minino di organizzazione che li rende determinati al raggiungimento dell’obiettivo della vendita. Inoltre questi dovranno essere iscritti presso un apposito albo tenuto presso la Camera di Commercio o avete anche il  sindacato degli agenti di commercio  o verserete parte dei vostri proventi all’ Enasarco.

I procacciatori di affari invece non sono obbligati né all’apertura di partita Iva né all’iscrizione presso un apposito albo a meno che la loro attività non sia continuativa ed abituale; giuridicamente non sono tutelati da alcuna norma e per loro non è previsto alcun adempimento in quanto non sono soggetti tipicizzati all’interno dell’ordinamento tributario se non al pari di un professionista che rende una prestazione di lavoro autonomo.

Ho omesso una premessa tuttavia, ossia che il trattamento fiscale non deve essere la leva che vi spinge a fare una o l’altra cosa in quanto dalle modalità di svolgimento del vostro lavoro ne discenderà come saranno tassate le vostre somme o eventuali obblighi amministrativi o documentali. Per esempio qualora il procacciatore d’affari svolge questa attività con continuità ed abitualità anch’egli dovrà aprire la partita Iva.

Questo se da una parte potrebbe essere vantaggioso al fine della regolamentazione a cui sono sottoposti dal punto di vista fiscale, non godranno, pur svolgendo un’attività del tutto similare a quella degli agenti immobiliari, dello stesso trattamento fiscale (migliore in virtù delle maggiori aliquote di deducibilità dei costi strumentali alla loro attività e alla detrazione Iva).

Iniziare l’attività di agente o procacciatore: primi adempimenti da porre in essere

Qualora volete farvi un’idea anche dei costi di amministrazione di entrambe le figure potete approfondire l’argomento leggendo l’articolo dedicati all’apertuta della partita Iva dove trovate alcuni chiarimenti in sintesi sui passi che vi porteranno alla registrazione presso l’agenzia delle entrate oppure anche quello dedicato ai costi della partita Iva.

Applicazione della ritenuta d’acconto sulle provvigioni o sugli altri compensi o proventi

Vi segnalo anche il nuovo articolo di approfondimento legato alla ritenuta d’acconto con cui vi dovrete cimentare fin da subito dalla prima fatturazione al vostro cliente.

Vi segnalo se può esservi utile anche l’articolo dedicato alla deducibilità dei costi auto per agenti e rappresentanti di commercio.

Trattamento Fiscale dei procacciatori d’affari: Tassazione, Iva e contributi INPS e fatturazione

Problema Acquisto casa responsabilità Agente Immobiliare

41 Commenti

  1. Salve,
    avendo una partita iva come procacciatore d’affari quali sono le percentuali di detraibilità costi autovetture, carburanti, pedaggi sia per iva che per irpef?
    Per quanto riguarda la tracciabilità dei costi per carburanti richiesta dal 1 luglio 2018, si possono usare prepagate tipo poste pay personali e non “affari” quindi da richiedere con partita iva?
    grazie

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