Aggiornato il 28 Aprile 2023
Cos’è un flash mob?
Il termine è diventato d’uso comune nel 2003 e serve ad indicare un rapido assembramento di grandi gruppi di persone per l’effettuazione di un’azione coordinata e spesso inusuale. In inglese flash si può tradurre con istantaneo, mentre mob significa moltitudine e proprio l’unione delle due parole riesce subito a dare una prima spiegazione della valenza di questi eventi.
Si tratta in pratica di un raduno soltanto all’apparenza spontaneo, la cui organizzazione passa attraverso le nuove tecnologie, ovvero i social network, la posta elettronica o la messaggistica telefonica (compreso Whatsapp), escludendo quindi i media tradizionali. Una sorta di passaparola tecnologico che riesce a sfociare in risultati notevoli, sino a coinvolgere grandi gruppi di persone per eventi di vario tipo. Si può infatti ballare, leggere libri, declamare poesie o articoli della Costituzione oppure stare semplicemente fermi (Freeze mob), con l’intento di divertirsi.
Oltre al freeze mob vengono solitamente indicate altre tre forme di flash mob, ovvero il Massive, il Silent Rave e lo Human Mirror: il primo è un raduno di massa in grado di coinvolgere migliaia di persone in uno spazio ben definito, il secondo vede i partecipanti dotarsi di cuffiette ballando ognuno per proprio conto sulla musica ascoltata, il terzo viene invece caratterizzato dalla partecipazione di coppie di gemelli in grado di creare azioni speculari.
Se il primo flash mob è avvenuto nel 2002, a New York, con il titolo di No Pants Subway Ride, proprio all’Italia spetta il primato di primo Paese europeo ad averne organizzato uno, quello avvenuto a Roma nel corso dell’anno successivo. In quella occasione alcune centinaia di persone si radunarono in Via del Corso, per poi entrare tutte insieme in un negozio di libri della celebre via capitolina, destando grande confusione nei commessi con la richiesta di libri mai scritti.
Da allora sono stati organizzati flash mob di diverso tipo, con esiti spesso notevoli, sino a farne un vero e proprio fenomeno di costume. Tanto da essere indicati come un vero e proprio esperimento sociale in grado di incoraggiare la socialità, la spontaneità e la voglia di riappropriarsi di spazi in cui incoraggiare le persone a stare insieme e lottare per uno scopo comune.
La formazione di moltitudini improvvise ha naturalmente provocato un certo sconcerto sin dal suo insorgere, proprio per la grande potenza insita nell’immagine di queste folle in grado di creare happening di strada apparentemente senza senso. Basti ricordare che in occasione del flash mob organizzato nel giugno del 2003 a Manhattan, un giornalista del Chicago Tribune, evidentemente spiazzato da quanto accaduto sotto i suoi occhi, si spinse a chiedersi se per caso fosse stato testimone di un episodio collettivo di pazzia provocato dal caldo torrido di quei giorni!
Il flash mob può essere quindi considerato una forma di aggregazione la quale tende a colpire l’immaginazione e che negli ultimi tempi è stata scoperta per questo motivo anche dalla politica, consentendo alla massa di farsi finalmente protagonista, non rimanendo confinata al solo ruolo di passiva spettatrice. Un esempio in tal senso è stato il Roma nun te fa fregà Day, organizzato dalla Lista Marchini in Piazza del Popolo, per invitare i cittadini della capitale a ignorare le primarie di centrodestra e centrosinistra e discutere invece dei problemi reali che affliggono la città.
Organizare un flashmob in Italia
Naturalmente la programmazione di un flash mob va attentamente pianificata, per evitare il rischio che possa rapidamente trasformarsi in un fallimento. Una organizzazione la quale non può che partire dai permessi, considerato che questi eventi hanno solitamente come teatro posti pubblici molto frequentati. Proprio per questo motivo la normativa cui fare riferimento per non andare incontro a serie conseguenze legali è l’articolo 18 del Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, il quale afferma in maniera molto netta e precisa che in caso di riunione in luogo pubblico, coloro che la promuovono devono provvedere a inoltrare relativa domanda al Questore. La domanda deve a sua volta essere presentata non meno di tre giorni prima dell’evento, specificando l’oggetto dello stesso.
Questo obbligo deriva in particolare dal fatto che anche ove indetta privatamente, viene ritenuta pubblica ogni riunione la quale comporti l’occupazione di un’area normalmente adibita al transito di molte persone da parte di un elevato numero di partecipanti all’evento. Nel caso in cui la richiesta non venga inoltrata, tutti coloro che contravvengano alla disposizione e che prendano parola durante la riunione possono essere arrestati e sottoposti ad una pena detentiva tale da poter arrivare sino a sei mesi. Alla pena detentiva va poi ad abbinarsi anche una pena pecuniaria che può andare da un minimo di 103 ad un massimo di 413 euro.
Nel caso di omessa comunicazione da parte degli organizzatori, il Questore può addurre motivi di ordine pubblico, sanitari o di carattere morale per impedire lo svolgimento della riunione, dopo aver rapidamente esaminato le motivazioni alla base del raduno. Sempre per gli stessi motivi può inoltre esigere che vengano rispettate alcune modalità da lui stesso indicate in ordine non solo al luogo in cui l’evento sarà tenuto, ma anche in relazione al tempo di svolgimento.
In questo secondo caso, coloro che dovessero risultare contravventori nei confronti del divieto o delle prescrizioni dell’autorità possono essere puniti con l’arresto e una pena sino a un anno, oltre che con una multa che può variare tra un minimo di 206 e un massimo di 413 euro. Non è invece passibile di punizione chi decida di ritirarsi in buon ordine dalla riunione prima che venga intimata l’ingiunzione dell’autorità o in obbedienza alla stessa.
Naturalmente l’organizzazione di un evento di questo tipo non si presenta semplice. Nel caso in cui il mezzo prescelto per la pubblicizzazione sia quello rappresentato dalle nuove tecnologie, come è del resto norma, ci vuole comunque del tempo per poter contattare un grande numero di persone, indicato dagli esperti in almeno un mese.
Anche l’azione da svolgere deve essere attentamente vagliata, considerando che un movimento semplice da fare all’interno di una coreografia, magari con passaggi identici da ripetere più volte, può rivelarsi molto più facile da metabolizzare per i partecipanti.
Chi organizza un flash-mob, d’altro canto, deve avere ben presenti i limiti entro cui deve muoversi, in particolare i rischi che possono derivare dall’assembrarsi di un gran numero di persone in uno spazio indicato in precedenza. Proprio per questo è consigliabile stabilire una location in grado non solo di contenere agevolmente i prevedibili partecipanti, ma anche di permetterne il rapido deflusso.
ltra variabile che andrebbe attentamente considerata è quella relativa al fastidio che un evento di massa può arrecare alla vita dei cittadini comuni, quelli ignari di quanto sta accadendo. Ecco perché l’organizzazione deve essere predisposta nel minimo dettaglio all’insegna del principio di responsabilità non solo verso sé stessi, ma anche verso gli altri.
Grazie.