Guida all’impugnazione del Licenziamento con contratto a tempo indeterminato

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Aggiornato il 4 Maggio 2023

impugnazione licenziamentoIn questa guida all’impugnazione del licenziamento per il contratto a tempo indeterminato potrete trovare le procedure stringenti definite dal legislatore per vedere i casi e le metodologie per impugnare un eventuale licenziamento, anche alla luce delle novità introdotto con la Riforma Fornero ed il job act di Renzi.

La procedura da seguire in sintesi

La procedura di licenziamento in effetti deve seguire un iter rigido al di fuori della quale si renderà impugnabile, dando la possibilità al lavoratore di avere un’indennità o in alcuni casi anche di essere reintegrato sul posto del lavoro.
Questo è molto importante perchè si può dare al lavoratore la possibilità così di chiedere una somma di denaro al datore di lavoro per lasciare l’impiego, il che dopo il licenziamento può essere una salvezza prima che si trovi un nuovo posto di lavoro…

La prima cosa da sapere è che il licenziamento deve essere notificato alla controparte in forma scritta (lettera di licenziamento); come precisato nel precedente articolo dedicato alle novità sul licenziamento la forma deve essere scritta ma la notifica non è detto che debba essere fatta mediante raccomandata in quanto come scritto può anche essere notificata a mano in presenza di testimoni.

Il secondo tassello da mettere è che l’eventuale impugnazione deve avvenire in forma scritta e notificata al datore di lavoro entro 60 giorni dalla data di notifica del licenziamento a pena di decadenza ossia di invalidità dell’impugnazione come definito dalla Legge 604 del 1966 dell’articolo 6.

Con la Riforma Fornero questo termine vien però allungato a 180 giorni per tutti i licenziamenti intimati dopo il 18 luglio 2012 ossia la data di entrata in vigore della riforma

La terza cosa da sapere è che il licenziamento orale (quello che avveniva decenni fa), determina la nullità del licenziamento come anche l’assenza di motivi addotti nel licenziamento. Questo è un importante passo in quanto si dà atto che il lavoro è un diritto acquisito e come tale non può essere cancellato senza una giusta causa.

Il calcolo dei 60 giorni (oggi 180 giorni) deve essere fatto dalla data della spedizione e anche se il datore di lavoro la riceve successivamente a questa, vale il timbro apposto nel giorno della spedizione.

Dovete sapere inoltre che esistono dei licenziamenti soggetti ai termini di decadenza e altri no.

Come funziona l’impugnazione del licenziamento in pratica

Con il Decreto Dignità entrato in vigore l’11 agosto 2018 l’impugnazione si può attuare in via extragiudiziale o giudiziale a cui dovrà comunque seguire una fare giudiziale. La fase giudiziale si apre con il deposito del ricorso entro i 180 giorni dall’atto di impugnazione extragiudiziale presso il tribunale competente a cui seguirà una udienza di comparizione che so dovrà svolgere entro i 40 giorni successivi al deposito.

E’ onere del lavoratore effettuare una comunicazione in cui indica al datore di lavoro quando e dove si terrà l’udienza di comparizione rispettando un preavviso di almeno 25 giorni.  Nel corso dell’udienza il giudice raccoglie le informazioni e prove utili e decide se accogliere la domanda di impugnazione o rigettarla.

Successivamente entrambe le parti portano opporsi alla decisione del giudice già in questa fase proponendo quella che prende il nome di opposizione al giudizio. Il termine successivo entro cui opporsi con domanda sarà di 30 giorni dalla notifica dell’ordinanza emessa dal Giudice adito.

Successivamente il Giudice fisserà una nuova udienza di comparizione che avverrà entro 60 giorni che che sarà comunicata alle parti entro 30 giorni prima dell’udienza.

Il Giudice si esprimerà con sentenza e anche questa portata essere impugnata in appello entro 30 giorni. La Corte di Appello si riunirà entro 60 giorni e potrà decidere se sospendere il procedimento di licenziamento fino alla sentenza.

Le parti hanno entrambi el facoltà di impugnare anche la sentenza di appello andando in Cassazione. La Corte di Cassazione dovrà riunirsi entro 6 mesi. La Sentenza della Corte di Cassazione non sarà impugnabile se non di fronte alla Corte Europea

Novità 2020 Licenziamenti: come cambiano termini e modalità

Cosa succede se non procedete nei tempi nei modi previsti all’impugnazione del licenziamento?

In questo caso invece il lavoratore deve intendersi decaduto dalla facoltà di impugnare il recesso, anche se con le novità sulla conciliazione il termine dei 60 giorni resta pending dal deposito dell’istanza di conciliazione obbligatoria che contiene l’impugnazione (Cass., Sez. U, sentenza n. 8830 del 14/04/2010, in CED Cass., n. 612377).

Il termine dei 60 giorni non è fisso

Da sapere inoltre che il legislatore ha fissato anche un termine più lungo per tutelare il diritto del lavoratore a vedersi riconosciuto il diritto al risarcimento del danno derivante dal licenziamento anche dopo 60 giorni nei casi di licenziamento illegittimi. In questo caso infatti il lavoratore avrà tempo 5 anni così come avviene in generale per ogni danno causato da responsabilità contrattuale o extracontrattuale.

Da sapere

Se siete iscritti ad un sindacato il decorso dei 60 giorni o i nuovi 180 giorni per i licenziamenti intimati dopo il 18 luglio 2012 può essere interrotto dal sindacata anche se non gli avete conferito una procura specifica per la vostra posizione.

Indennità licenziamento illegittimo

Il Job Act a tutele Decrescenti di Renzi ha declinato quali sono gli indennizzi concessi ai lavoratori in sede conciliativa nell’ipotesi di licenziamento illegittimo. Il Decreto Dignità 2018, entro in vigore l’11 Agosto 2018 incrementa il numero delle mensilità retributive che formano l’indennizzo dovuto dal lavoratore dipendente nel caso di licenziamento illegittimo. Il dipendente che viene licenziato illegittimamente ha diritto ad un indennizzo pari a niente popò di meno che 2 mensilità per ogni anno di servizio (e fin qui lo trovo anche giusto peccato che dopo….) in misura non inferiore a 6 mensilità e ad un massimo di 36. In realtà rispetto al passato sono aumentate in quanto il minimo era 4 e le mensilità erano 24 peccato che vi era l’obbligo di reintegro….questo piccolo e sottile cambiamento. In pratica oggi basta che pago, tutto sommato anche una cifra ragionevole e posso licenziare quasi chiunque voglio.

Questa novità si applica per i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015.

Impugnazione del licenziamento

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Indennità di disoccupazione anche nel caso di dimissioni involontarie: la nuova NASPI

Vi ricordo che potrete accedere anche alla nuova NASPI non solo in ipotesi di licenziamento ma anche nei casi di dmissioni involontarie o risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro.

3 Commenti

  1. salve
    …. ringrazio per l’articolo che permette di capire meglio il tema…
    volevo chiedere se vi sia una obbligatorietà di citare in una lettera di impugnazione del licenziamento la volontà a riprendere l’attività lavorativa…

    grazie per il riscontro

  2. Buonasera volevo sapere un informazione,dopo l’impugnazione ho 180giorni per presentarmi davanti un giudice?cioe se passano 180giorni cosa succede

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