IVA 10% sui Cibi da Asporto e Consegne a Domicilio: come funziona dal primo gennaio 2021

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La Manovra di Bilancio passata alla camera introduce l’IVA al 10% sui cibi da asporto inserendo la novità nella Legge IVA. Vediamo come funziona e da quando entra in vigore.

IVA 10% sui pasti da asporto e consegne a domicilio: come funziona

La nuova Legge di Bilancio 2021 introduce l’IVA al 10% sulle prestazioni di servizi aventi ad oggetto le vendite di piatti pronti e di pasti cotti, arrostiti, fritti o altrimenti preparati in vista del loro consumo immediato, della loro consegna a domicilio o dell’asporto.

Il primo chiarimento quindi è quindi non solo la tipologia di vendita (consegna a domicilio, asporto, food delivery).

Alcuni di questi esempi sono le consegne a domicilio con Gloovo, Just Eat o anche altri servizi privati che stanno prendendo piede a livello locale sempre più diretti ad abbattere la concorrenza.

L’emendamento è uno di quelli dell’ultimo minuto passato ieri alla camera e lo potete trovare nell’articolo 8 del testo della Lege di bilancio 2021 approvato.

Il mercato del cibo sa vivendo un passagio cruciale che potrebbe mettere a rischio la ristorazione tradizionale e di cui la pandemia sta rappresentando un booster importante.

Lo smart working impone pause pranzo più ridotte ed i tempi di preparazione di un pasto a casa potrebbero richiedere di l’approvvigionamento del pranzo direttamente al bar sotto casa o alla tavola calda di fronte.

Di questa esigenza che si è sempre più manifestata durante il periodo di emergenza sanitaria da Coronavirus e del conseguente lookdown se ne è accorto il legislatore che ha rintrodotto l’IVA al 10%.

Tuttavia alcuni punti sono ancora da chiarire in quanto sappiamo che la preparazione di alimenti o bevande beneficia dell’IVA agevolata al 4% ma per esempio la vendita di bevande al banco è ancora ferma al 22%.

Il food delivery è già largamente in uso in America da un ventennio che la fa da padrona con catene di ristorazione virtuale che non hanno alcun punto vendita aperto al pubblico. Il modello di business è teso alla riduzione totale dei costi fissi e variabili legati rispettivamente alla locazione o al personale dipendente e a tutti i costi indirettamente connessi a questi.

Accanto a questo anche i ristoranti classici con posti a sedere, seppur agevolati per la concessione di spazi e aree pubbliche su strada stanno soffrendo comunque il calo del fatturato e da qui l’esigenza di ripensare alla struttura organizzativa e alla tipologia di vendita con cibo da asporto. Anche i ristoranti più blasonati stanno cedendo il passo a questi mentre altre attività di ristorazione chiudono bottega.

Iva 10% ristorazione: come funziona in pratica

Il consumo di piatti al tavolo prevede l’applicazione dell’IVA agevolata al 10% così come previsto nella Tabella A, parte III, n. 121) allegata al DPR n. 633/1972.

In questo punto infatti si parla genericamente di consumo di piatti al tavolo o somministrazione di alimenti e bevande in cui sono fatti rientrare anche quelli da sporto.

L’emendamento introdotto dalla manovra di Bilancio 2021 introduce un nuovo punto 80 alla stessa tabella che allarga il perimetro di applicazione della norma a anche a tutta la fase definizione delle preparazioni alimentari.

Per questo in calce all’articolo abbiamo parlato sia di piatti pronti, per lo più quasi sempre surgelati o preparati da laboratori esterni sia di piatti cotti, arrostiti, fritti o altrimenti preparati in vista del loro consumo immediato.

Non parliamo quindi solo di ristoranti ma anche di bar, tavole calde e persino distributori automatici di alimenti o bevande o anche queste nuove tipologie di negozi che stanno abbandonando il concetto di “posto a sedere” per orientarsi verso un’offerta solo tramite food delivery e consegne a domicilio veloci.

L’agevolazione ricomprende anche la fase della preparazione per cui anche quei casi in cui l’attività prevede l’approvvigionamento verso lavoratori esterni di cibo e la sola rivendita tramite asporto godranno del beneficio dell’IVA ridotta.

Il Codice ATECO interessato dall’IVA al 10% è il 56.10.20 – Ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto.

Codice ATECO 56.10.20

Ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto

Per verificare se sia il vostro basta chiamare il vostro commercialista oppure vedere sulla dichiarazione di inizio attività oppure da una visura della camera di commercio.

Perchè il cibo da asporto sta avendo così tanto successo

La motivazione è presto tratta dalle seguenti considerazioni: i costi di locazione del ristorante, le tasse di occupazione de suolo, le tasse sulle pubblicità, le normative più stringenti, i costi di formazione del personale impiegato in cucina o in sala. Mi viene da dire che:

Avete voluto spremere il settore fino all’osso? Questo il risultato

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