L’introduzione dell’Assegno unico per i figli e la famiglia dal 2022 è una misura che segue il filone del Family Act in un complesso di misure che tendono a dar sostegno economico alle famiglie per incrementare la natalità, razionalizzare le misure esistenti di sostegno dei figli superandone la frammentarietà creando nuovo istituto di carattere universale basato sulla situazione economica equivalente (ISEE) e consistenti in un Assegno Unico e una Dote Unica utilizzabile per il pagamento dei servizi per l’infanzia.
Novità Assegno Unico familiare 2022: cosa cambia
Vi segnalo il nuovo link dove sono riepilogate in sintesi le novità introdotte dal Governo Draghi per il nuovo assegno unico familiare che andrà a sostituire le detrazioni fiscali per i familiari a carico fiscalmente e anche l’assegno per il nucleo familiare vigente fino a tutto il 2021.
come potrete legge sono fatti salvi gli elementi costitutivi dell’impianto normative e delle logiche di attribuzione e delle modalità di richiesta del vigente assegno, valido a tutto il 2021. Cambieranno gli importi e le modalità di erogazione.
e risorse sono indirizzate alla messa a regime, dal 1° gennaio 2022, dell’assegno unico e universale, di cui alla legge delega n. 46 del 2021(94) .
Per la puntuale regolamentazione dell’assegno è prevista l’emanazione, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, di uno o più decreti legislativi, su proposta del Ministro con delega per la famiglia, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e del Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata, e sulla base di principi e criteri direttivi puntualmente definiti (artt. 1 e 2 della legge n. 46/2021).
A regime, l’assegno unico e universale per i figli al di sotto dei 21 anni andrà a sostituire le seguenti misure attualmente in vigore: detrazioni fiscali per i figli a carico under 21; Assegno per il nucleo familiare – ANF; bonus bebé; premio alla nascita; assegno per il nucleo familiare dei Comuni. La legge delega impegna il Governo ad adottare, entro dodici mesi dall’entrata in vigore, uno o più decreti legislativi volti a definire nel dettaglio l’applicazione della misura, attenendosi ai principi e criteri direttivi previsti dalla medesima legge delega n. 46. Più precisamente, l’assegno è riconosciuto mensilmente:
- per ciascun figlio minorenne a carico, a decorrere dal settimo mese di gravidanza. Per i figli successivi al secondo, all’importo dell’assegno viene applicata una maggiorazione;
- per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento del ventunesimo anno di età, con possibilità di corresponsione dell’importo direttamente al figlio, su sua richiesta, al fine di favorirne l’autonomia (assegno mensile, di importo inferiore a quello riconosciuto per i minorenni). L’assegno ai maggiorenni è concesso solo nel caso in cui il figlio frequenti un percorso di formazione scolastica o professionale, un corso di laurea, svolga un tirocinio ovvero un’attività lavorativa limitata con reddito complessivo inferiore a un determinato importo annuale, sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro o svolga il servizio civile universale.
E’ previsto inoltre il riconoscimento dell’assegno mensile:
- di importo maggiorato a favore delle madri di età inferiore a 21 anni;
- di importo maggiorato in misura non inferiore al 30% e non superiore al 50% per ciascun figlio con disabilità, con maggiorazione graduata secondo le classificazioni della condizione di disabilità;
- senza maggiorazione, anche dopo il compimento del ventunesimo anno di età, qualora il figlio con disabilità risulti ancora a carico.
L’assegno è concesso nella forma di credito d’imposta ovvero di erogazione mensile di una somma in denaro.
L’assegno, proprio perché basato sul principio universalistico, costituisce un beneficio economico attribuito con criteri di progressività a tutti i nuclei familiari con figli a carico, nell’ambito delle risorse del Fondo assegno universale e servizi alla famiglia (per il 2021 sono stati previsti 3 miliardi di euro, in quanto si stima che la misura sarà a regime dal luglio 2021) e dei risparmi di spesa (risorse rinvenienti stimate in 14 miliardi di euro circa) derivanti da graduale superamento o dalla soppressione delle misure ora vigenti per il sostegno dei figli a carico (vedi ante).
Novità Assegno Unico 2021
Importante: le misure sono estese anche ai lavoratori e lavoratrici autonomi.
Alla base quindi un semplice assunto: troppe forme di agevolazione creano lavoro amministrativo e di controllo per tutti per cui tanto vale assegnare una somma o meglio una dote unica che si può spendere liberamente. Una sorta di regalo dello Stato alle famiglie meno abbienti. Nel seguito trovate l’elenco delle misure per punti e come potrete vedere sono tante, forse troppe da gestire singolarmente.
Come funziona l’Assegno Unico per le famiglie e i figli
L’assegno unico assorbirà una serie di provvedimento come il bonus bebè, famiglie numeroso, solidarietà, bonus e sarà legato al reddito del genitore principale percettore. Da una prima lettura quindi il reddito dell’intero nucleo il che mi sembrerebbe discriminatorio verso i soggetti che hanno due genitori con redditi simili rispetto a chi ha un secondo genitore con un reddito minimo.
L’assegno unico andrà in sostituzione degli assegni familiari per i figli a carico e delle altre misure esistenti a sostegno della natalità come meglio specificato nel seguito.
Diversamente invece nel caso del reddito di cittadinanza la cui compatibilità con l’assegno unico universale è oggetto di specifico approfondimento gratuito che potete trovare nell’articolo qui sotto: compatibilità assegno unico universale e reddito di cittadinanza.
Finalità dell’Assegno unico per la famiglia
Vi son diverse finalità come possiamo leggere nel seguito. Potenziare le politiche di sostegno economico alle famiglie con figli per allineare le risorse investite a quelle di paesi che destinano fondi maggiori in questo campo e cercare di contrastare così il declino della natalità. A questo scopo è prevista la necessità di investire risorse aggiuntive e di importo crescente (3,2 miliardi il primo anno, 6,4 il secondo e 9,6 a regime) rispetto ai trasferimenti monetari assicurati dagli attuali strumenti che si intendono sostituire da coprire con risparmi di spesa non ancora identificati. Altro obiettivo dell’Assegno unico per la famiglia è quello di razionalizzare le misure esistenti di sostegno dei figli superandone la frammentarietà e la disomogeneità e prevedendo l’introduzione di un assegno unico legato al reddito del genitore principale percettore in sostituzione degli assegni familiari per i figli a carico e delle altre misure esistenti a sostegno della natalità.
Infine si cerca anche di sostenere economicamente le famiglie con figli attraverso l’introduzione di un nuovo istituto di carattere universale basato sulla situazione economica equivalente (ISEE) e consistente in una dote unica utilizzabile per il pagamento dei servizi per l’infanzia, anche al fine di favorire la partecipazione al mercato del lavoro di entrambi i genitori.
Assegno Unico 2021 2022: requisiti
Con l’introduzione dell’assegno unico familiare versato dall’Inps alle famiglie italiane e anche alla luce degli altri ammortizzatori sociali e degli altri istituti già presenti nel nostro sistema.
È bene sapere fin da subito che l’assegno unico familiare prevede un fondo di dotazione iniziale sua disposizione dal governo di oltre 1,5 miliardi. Tuttavia all’esaurimento del fondo non sarà più concesso l’assegno unico universale per cui è bene richiederlo con una certa sollecitudine.
Come vedete nelle frasi introduco già una serie di parole che definiscono l’ambito oggettivo e soggettivo di applicazione di questa norma e quindi dovremmo rispondere alle domande classiche che si pone un contribuente di fronte all’introduzione di una novità normativa come questa che ha un impatto economico diretto sulle entrate mensili della famiglia. In sintesi quindi rispondiamo alle seguenti domande:
Quanto vale l’assegno unico familiare universale 2021 2022
Chi può richiedere l’assegno unico universale familiare 2021 2022Quali sono i requisiti richiesti per accedere all’assegno mensile
Assegno unico familiari universale come presentare la domanda
I tempi per l’ottenimento dell’assegno unico familiare sono ormai maturi in quanto il 13 giugno il governo draghi ha approvato il disegno di legge cosiddetto family act già contenuto nella legge di bilancio 2021. Ai fini di una più corretta comprensione delle disposizioni ivi contenute è giusto rammentare quali sono le finalità del familiare. Parliamo di funzione sociale ed educativa delle famiglie, di incremento della natalità rispetto a un innalzamento dell’età media della popolazione italiana, della conciliazione della vita familiare con il lavoro e del sostegno quindi alla genitori alita nonché all’inclusione e alla promozione della parità di genere.
Assegno unico familiare per lavoratori autonomi e in capienti Irpef misure transitorie e urgenti
Al fine di addivenire in tempi rapidi a dura misura che fosse di sostegno ai lavoratori autonomi e ai soggetti incapienti è stata introdotta la possibilità dal 1 luglio 2021 e a valere per tutto l’anno 2021 la possibilità di accedere a un assegno mensile per i nuclei familiari.
I requisiti da rispettare sono prima di tutto che il richiedente oppure un suo familiare appartenente al medesimo nucleo familiare, abbiano la cittadinanza italiana o di un altro Stato membro della comunità europea.
Sarà possibile presentare la richiesta anche solo per i soggetti in possesso di un permesso di soggiorno dell’Unione Europea targato come di lungo periodo oppure in possesso del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca che abbiano però almeno una durata pari a sei mesi.
I cittadini dovranno essere soggetti all’imposta sul reddito delle persone fisiche-Irpef in Italia.
Il nucleo familiare dovrà avere domicilio fiscale in Italia avere figli a carico minori di 18 anni.
Altri dovranno essere residenti in Italia da almeno due anni antecedenti la presentazione della domanda, o essere titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato della durata di almeno sei mesi.
Come precisazione i due anni possono essere considerati anche non consecutivi.
Per accedere servirà naturalmente la predisposizione di un modello His ossia l’indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare che presenterà la domanda per l’assegno unico universale familiare.<br>Assegno universale familiare presentazione della domanda Inps
L’ente che effettuerà materialmente il bonifico mensile dell’assegno sarà l’Inps ossia l’Istituto nazionale delle previdenze sociali.
L’assegno viene erogato a partire dal mese di luglio 2021 e anche se presentate la domanda in ritardo avrete comunque diritto alle mensilità arretrate. L’assegno viene corrisposto ogni mese dall’Inps sul conto corrente indicato dal contribuente e che dovrà essere intestato al richiedente. Sarà necessario quindi produrre un codice iban. Non saranno valide post pay ho carte prepagate oppure PayPal.
Assegno Unico Famiglia e Figli 2020: quanto vale
Se l’attuale sistema di assegni e detrazioni risulta nel complesso maggiormente concentrato sui soggetti con redditi medio bassi, nel caso di una coppia monoreddito (lavoratore dipendente) con un figlio a carico minorenne con più di tre anni l’assegno unico garantisce intorno ai 15.000 euro di reddito familiare un beneficio sostanzialmente analogo a quello vigente. Per valori di reddito inferiori e superiori invece il nuovo assegno unico determina un regime più generoso.
L’assegno mensile per la famiglia è formato da una quota fissa ed una quota variabile.
La parte variabile viene determinata in funzione della situazione condizione economica del nucleo familiare
Assegno unico 2020: chi sono i soggetti e a chi spetta
Per presentare la domanda sapendo di poter ottenere il beneficio economico, il richiedente deve dimostrare di avere i seguenti requisiti:
- essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea. Dovrà essere titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente. In alternativa potrà essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;
- essere soggetto che paga le imposte in Italia o che presenta le dichiarazioni dei redditi in Italia (anche incapiente IRPEF);
- essere residente e domiciliato con i figli a carico in Italia per tutta la durata del beneficio;
- essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno biennale.
Assegno anche per i lavoratori autonomi
Con il nuovo regime si garantirebbero benefici particolarmente elevati ai lavoratori autonomi che attualmente non ricevono gli assegni al nucleo familiare. Ad esempio per una coppia monoreddito con figlio minorenne con più di tre anni il guadagno ammonterebbe a circa 1.600 euro. Il superamento della categoria dei benefici se, da un lato, risponde a un principio di equità, dall’altro, pone alcuni problemi riguardo alla opportunità di utilizzare un indicatore affetto da distorsioni quale il reddito ai fini Irpef per graduare il beneficio, data anche la maggiore propensione dei lavoratori autonomi a occultare parte del proprio reddito.
Maggiorazioni Assegno Unico famigliare 2020
Abbiamo visto sopra che l’assegno spetta per ciascun minore di 21 anni a carico fiscalmente e nel rispetto dei limiti ISEE. Per i figli successivi al secondo l’assegno subisce una maggiorazione.
L’incremento si ha anche nel caso di maggiorenne a carico fiscalmente iscritto studente anche universitario o anche solo tirocinante purchè con un reddito complessivo annuo inferiore alle soglie stabilite dal Decreto attuativo e che sia iscritto alla lista di collocamento o un centro per l’impiego o ad un’agenzia per la ricerca di lavoro o anche mentre sta svolgendo il servizio civile universale.
Giovani madri
Per le mamme di età inferiore ai 21 anni è prevista anche un’altra maggiorazione cumulabile con la precedente anche se difficile vista l’età.
Viene prevista una maggiorazione per figli disabili la cui entità dipende dal grado di disabilità.
Per i figli disabili il diritto all’assegno non cessa con il compimento dei 21 anni del figlio. Inoltre, qualora il figlio con disabilità risulti ancora a carico dopo il compimento del ventunesimo anno di età, l’assegno potrà continuare ad essere erogato, ma senza maggiorazione.
Il riconoscimento dell’assegno mensile per i genitori di disabili sarà maggiorato rispetto agli importi ordinari, in misura non inferiore al 30 per cento e non superiore al 50 per cento.
Assegno unico in caso di separazione dei genitori
Nel caso di separazione tra i genitori l’assegno è diviso pro quota al 50 per cento tra i due genitori. In mancanza è attribuito ha chi ne fa le veci. In caso di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, l’assegno spetta al genitore affidatario. Nel caso di affidamento
congiunto o condiviso l’assegno, in mancanza di accordo, è ripartito in pari misura tra i genitori.
Compatibilità Assegno Unico familiare e altri istituti come reddito cittadinanza sopravvivenza prestazioni sociali
L’assegno non modifica l’importo delle eventuali prestazioni sociali che la famiglia riceve già al momento della richiesta, tuttavia alcune prestazioni sociali potrebbero incrementare il valore dell’ISEE riducendo quello dell’assegno unico. Il valore infatti potrebbe anche azzerarsi completamente.
L’assegno non interrompete la fruizione del reddito di cittadina.
L’assegno non influenza la richiesta delle prestazioni sociali per i nuclei familiari con figli aventi disabilità.
L’assegno continua ad essere corrisposto anche nel caso di prestazioni economiche concesse dalle regioni o dalle province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali.
Cumulo con Reddito di cittadinanza e il Bonus Renzi
Al momento si stanno studiando le misure per il coordinamento di queste misure con il Bonus Renzi ed il reddito di cittadinanza. L’assegno unico infatti dovrebbe essere considerate per la determinazione del diritto alle prestazioni a sostegno del reddito al fine di assicurare che non si creino disparità. Tutto sta nella qualificazione della natura dell’assegno se, indennitaria o meno. Va da sè che il buon senso vuole che un domani Reddito di cittadinanza o Bonus Renzi dovranno tenere conto di questo. Il Reddito di cittadinanza è uno strumento di contrasto alla povertà nell’ambito del quale il livello del reddito che viene garantito è basato su una scala di equivalenza che svantaggia relativamente i nuclei più numerosi rispetto alla scala implicita dell’ISEE.
L’obiettivo del DDL di migliorare la condizione delle famiglie povere con figli a carico, e cioè di attribuire loro risorse maggiori di quelle riconosciute dal sistema vigente, richiederebbe o di rendere la scala di equivalenza sottostante il RdC tale da favorire maggiormente queste famiglie o di realizzare un’integrazione soltanto parziale tra questo strumento e l’assegno unico (ossia uno scomputo di parte dell’importo di quest’ultimo dal RdC).
Un secondo elemento di criticità è costituito dai due diversi meccanismi per stabilire l’accesso e l’ammontare, rispettivamente, dell’assegno unico e della dote unica. In entrambi i casi nel disegno degli strumenti si pone un trade-off tra i criteri di efficienza ed equità, la cui soluzione dipende anche dalle finalità dei singoli strumenti. Nel caso dell’assegno unico la riforma sembra privilegiare l’efficienza, incentivando la partecipazione al lavoro del genitore con il reddito meno elevato. Nel caso della dote unica la scelta è stata completamente diversa ponendo maggiore attenzione alle considerazioni di equità, in quanto il criterio di accesso è parametrato all’ISEE, che considera il nucleo familiare nel suo complesso e costituisce la misura più adeguata della sua capacità contributiva.
Vi è infine l’esigenza di un coordinamento tra le politiche a sostegno della domanda di servizi di cura per l’infanzia – nell’ambito delle quali rientra la dote unica – e quelle dirette ad ampliare l’offerta di servizi sul territorio. La dote unica garantirebbe un potere di acquisto diversificato tra le diverse aree del Paese data l’attuale disomogeneità nelle condizioni di offerta di servizi per l’infanzia sul territorio sia in termini di copertura sia di composizione (pubblico verso privato) con le conseguenti diversità nelle condizioni di accesso e di prezzo. Per superare questa distorsione andrebbero ridotti i divari territoriali nel livello di offerta dei servizi pubblici, soprattutto nel Mezzogiorno, obiettivo che del resto rientra tra le linee programmatiche indicate nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019. In una prospettiva di più breve periodo sarebbe auspicabile considerare la possibilità di una diversificazione dell’ammontare della dote che tenga conto delle condizioni dell’offerta locale.
Riflessione
Non contesto le impostazioni che mi sembrano mosse da un chiaro disegno politico che si sta ormai delineando ed è quello di potenziare il sostegno alle famiglie (anche se c’è sempre da vedere come da una mano si cerca di dare ma da un altra vedrete che si cerca anche di togliere alle classi più abbienti anche se se ne dà meno enfasi mediatica). Il mio timore è che si stia cercando di dare sostegno a classi di reddito che non porteranno ad un incremento della natalità in quanto il divario economico potrebbe essere troppo forte rispetto alla soglia che potrebbe indurre una famiglia per esempio ad avere un primo bambino o un secondo. Quello che mi sembra di leggere tra le righe è che si cerca di dare sostegno ad una fascia di reddito. A mio avviso cercherei invece di non penalizzare la middle class che oltre ad avere maggiori possibilità potrebbe anche innescare un processo di creazione di posti di lavoro. Quello che voglio dire è che l’innalzamento della natalità non passa attraverso un incremento del sostegno periodico dello Stato alle famiglie ma attraverso la creazione di un tessuto economico e di posti di lavoro stabili associati a tassi di interesse bassi per l’acquisto della prima casa.
Continuo a leggere di come redistribuire la ricchezza e come dare a chi ha di meno ma non vedo una presa i coscienza decisa sulla necessità di implementare un sistema rigido di controlli per smascherare le false attestazioni dei richiedenti. ISEE di persone che vivono con ISEE da 5 mila euro ma che hanno autovetture intestate a terzi. Nullatenenti con figli che vivono grazie a lavori in nero che per di più riescono ad entrare in scuole e asili e avere anche dei sussidi. Non è finzione ma pura realtà. A nulla serve irrigidire le misure sanzionatorie se non accompagnate dall’irrobustimento delle verifiche incrociate dei dati e controlli anche non mirati. A mio modesto avviso queste forme di sostegno devono essere gestite con un controllo poliziesco della veridicità delle dichiarazioni e delle dichiarazioni sostitutive Uniche o ISEE. Le verifiche e i controlli dovrebbero essere intensificati in quanto è alla luce del sole e nella cronaca di tutti i giorni la presenza di furbetti furbettini e lavorano in nero e richiedono queste misure di sostegno commettendo un reato, a mio avviso gravissimo, in quanto si sottrae a chi ne avrebbe veramente bisogno nell’immediato.
Attuali Agevolazioni per la famiglia
- Prestazioni sanitarie:
- Esenzione dal ticket sanitario
- Esenzioni spese mediche il ricovero presso centri di assistenza sanitaria, alberghi case di cura ospedali
- Prestazioni sociali dirette principalmente a persona con disabilità o non autosufficienti
- Assistenza e ospitalità presso strutture alberghiere o altri centri residenziali
- Aiuti domestici e accompagni
- Assistenza alle persone disabili o non autosufficienti
- Prestazioni rivolte ai minorenni per problemi familiari al cui interno vi sono dei minori di età
- Prestazioni verso genitori separati o divorziati
- Prestazioni sociali verso ragazze madri
- Assegno per il nucleo familiare
- Assegno di natalità
- Bonus bambini
- Prestazioni con finalità educativa
- Diritto allo studio tramite contributi universitari
- Dottorati di ricerca e borse di studio
- Esenzione o riduzione dal pagamento delle mensa scolastica
- Accoglienza a studenti stranieri
- Voucher Asili nido
- Prestazioni economiche dirette
- Assegno per il nucleo familiare
- Bonus bebè
- Bonus Baby Sitter
- Assegno di maternità
- Assegno per nucleo familiari numerosi
- Carta acquisti
- Prestazioni a sostegno dell’occupazione
- Trattamento SIA per l’inclusione attiva di lavoratori disoccupati
- Trattamento economico ASDI in caso di perdita di lavoro e stato di disoccupazione
- Prestazioni sociali
Abolizione altre agevolazioni: Chiarimenti
Con l’entrata in vigore dell’assegno uncico familiare si assiste all’abolizione dei seguenti BONUS per la famiglia di alcuni dei bonus per le famiglie ad oggi vigenti:
- assegno famiglie numerose con almeno tre figli minori introdotto dall’art. 65 Legge n. 448/1998;
- Bonus Nascita o natalità assegno di natalità introdotto dall’art. 1, comma 340 Legge n. 160/2019;
- Premio alla nascita introdotto dall’art. 1, comma 353 Legge n. 232/2016;
- Assegno per il nucleo familiare introdotto dall’art. 2 D.L. n. 69/1988;
- Accesso al Fondo di sostegno alla natalità introdotto dall’art. 1, commi 348 e 349 Legge n. 232/2016;
Assegno unico familiare legge riferimento
Legge 30 dicembre 2020, n. 178
Legge 1° aprile 2021, n. 46
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