Tracciabilità dei pagamenti: limite del contante a 2 Mila Euro fino al 31 dicembre 2021

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Aggiornato il 4 Maggio 2023

soldi - pagamento - scontrino Viene rivisto il limite l’utilizzo del contante e di tracciabilità dello stesso per il 2022 mentre per il 2023 torna tutto come prima. Vediamo qual è il limite all’utilizzo del denaro contante e come funziona fornendo dei chiarimenti in anche in merito alla fattispecie delle cosiddette operazioni frazionate. Questo al fine di non incorrere in pesanti multe o sanzioni.

Novità 2022 utilizzo contante: cosa cambia

Il Decreto mille proroghe 2022 introduce interviene sull’articolo 49 del D.Lgs. n. 231/2007 prevedendo che per il 2022 la soglia sia elevata a 2 mila euro. Dal primo gennaio 2023 invece tornerà ad essere pari a mille euro

In passato la Legge di Stabilità prevedeva l’innalzamento al limite dell’utilizzo del contante, che viene rialzato dalle 1.000 euro di oggi alle 3.000 (in vigore per i pagamenti a partire dal 1 Gennaio 2016), così da rendere meno puntuale o ossessiva, a seconda dei punti di vista, la tracciabilità dei pagamenti.

Vediamo anche quali sono le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019.

Disciplina diversa invece per i pagamenti su operazioni in contanti intercorse turisti stranieri di importo compreso tra 3 mila e 15 mila euro che prevede una comunicazione ad hoc da effettuare con il modello unico polivalente entro il 10 aprile (per i contribuenti IVA mensili o entro il 20 aprile per quelli trimestrali. Questa comunicazione vi anticipo che è stata prorogata al 30 giugno 2020.

Novità da legge di Bilancio 2020

Nel decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020 viene reintrodotto il limite all’utilizzo del contante di due mila euro per il biennio 2020-2021. Il limite scenderà ulteriormente fino a toccare quota mille come avvenne nel Decreto Salva Italia del Decreto Monti 2012.

Il Decreto Fiscale n. 124 del 2019 prevede all’articolo 18, una novità nei limiti alla circolazione del denaro contante e della regolazione delle transazioni in contante. Dal primo luglio del 2020 infatti la soglia alla circolazione del contante scende da 3 mila euro a 2 mila euro. Dal primo gennaio 2022 la soglia scenderà a mille euro. Il valore soglia attualmente pari a 3 mila euro sarà quindi portato a 2.000 euro a decorrere dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, per ridursi ulteriormente a 1.000 euro a decorrere dal 1° gennaio 2022.

Nel caso di violazione di queste norme le nuove sanzioni previste saranno pari a 2 mia euro nel caso di violazioni commesse dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Dal primo gennaio 2022, giorno di entrata in vigore del nuovo limite la sanzione minima sarà pari a mille euro.

Tante le polemiche susseguitesi a questa decisione e scatenate da parte di diverse forze politiche, compresa la minoranza del Pd capitatata da Pierluigi Bersani, che promettono battaglia in Parlamento. Il Pd, con le sue norme anti riciclaggio ed anti corruzione era stato uno dei partiti politici sostenitori della norma sull’abbassamento della soglia del contante (prevista ed entrata in vigore con il decreto Salva Italia del Governo Monti), ma anche su questo cavallo di battaglia della sinistra italiana  (la tracciabilità dei pagamenti) Matteo Renzi ha deciso di fare marcia indietro, dal momento che alcuni economisti ritengono che l’innalzamento dell’uso del denaro contante avrà un effetto positivo tangibile sui consumi, addirittura maggiore degli 80 euro concessi in busta paga dallo stesso Premier a chi guadagna meno di 1500 euro netti al mese (lavoratori dipendenti, non Partite Iva e pensionati).

E’ vietato oggi il trasferimento di contante, di libretti di deposito bancari e postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, a meno che il trasferimento non avvenga per il tramite di banche, istituti di moneta elettronica e Poste italiane S.p.A.. Inoltre gli assegni bancari e postali, gli assegni circolari, i vaglia postali e cambiari, inclusi i vaglia della Banca d’Italia, devono essere emessi con la clausola di non trasferibilità, mentre i libretti di deposito al portatore devono essere estinti, oppure il loro saldo ridotto al di sotto della soglia. A nulla vale il frazionamento delle operazioni che potrebbe essere visto solo come una manovra per aggirare il disposto normativo e sarebbe comunque sanzionabile in quanto il flusso di denaro deve essere considerato per l’operazione nel suo complesso.

Sparirà inoltre, sempre con la Legge di Stabilità, l’obbligo di versare l’importo dei canoni di affitto o di saldare le fatture nell’autotrasporto solo con pagamenti tracciati. Sarà possibile insomma tornare al contante.

Polemiche a parte ci fanno venire solo il sangue amaro vi segnalo la guida all’uso del contante con i casi in cui la limitazione non opera e quando si deve stare attenti per incorrere in sanzioni

Approfondisci leggendo l’articolo con esempi e casi di tracciabilità dei pagamenti e le sanzioni previste in materia di antiriciclaggio nell’articolo dedicato alla limitazione nell’uso del contante e tracciabilità dei pagamenti.

Vi segnalo anche la nuova manovra economica 2017 dove sarà consentito anche di regolarizzare i prelievi e versamenti di contante con il pagamento di un’imposta rispettivamente del 35% e del 15%.

http://www.tasse-fisco.com/finanziaria-manovra-dl/pagamenti-in-contanti-novita-limite-adempimenti-come-funzionano-rischi-opportunita-svantaggi/41986/

1 commento

  1. Vi segnalo una importante sentenza della corte di Cassazione del 6 ottobre 2016, n. 228 che si è espressa dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’articolo 32 del D.P.R. n. 600 del 1973 con cui l’agenzia delle entrate presupponeva che i prelievi di contante da conto corrente fossero costi produttivi di ricavi non dichiarati e come tali soggetti a tassazione con applicazione di sanzioni ed interessi per di più con onere della prova a carico del contribuente. In pratica uno strumento assurdo come lo era al tempo il redditometro sulle auto, poi modificato e corretto, ma solo dopo anni di accertamenti che hanno visto forse ingiustamente vittoriosa l’agenzia delle entrate.

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