Nuova mediazione civile, Riforma Cartabia: mediare conviene?

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Entrata pienamente in vigore la “nuova mediazione civile”, dopo il restyling della “Riforma Cartabia”, vediamo perché in Italia mediare conviene, oggi più che mai!

Quali sono le materie per cui la mediazione è condizione di procedibilità?

Le materie per cui la mediazione civile è condizione di procedibilità dell’azione giudiziaria, ovvero le materie per cui è necessario tentare la mediazione prima di “fare causa” sono:

  • di condomino;
  • di locazione;
  • di comodato;
  • di affitto di azienda;
  • di diritti reali;
  • di divisioni;
  • di successioni ereditarie;
  • di patti di famiglia;
  • di risarcimento dei danni da responsabilità medica e sanitaria;
  • responsabilità da diffamazione a mezzo stampa;
  • di contratti assicurativi, bancari e finanziari;
  • associazione in partecipazione;
  • consorzio;
  • franchising;
  • opera;
  • rete;
  • somministrazione;
  • società di persone e subfornitura.

Cosa cambia nella nuova procedura di mediazione?

Aumentate le materie coperte dalla condizione di procedibilità, al primo incontro di mediazione non c’è più la possibilità di decidere se “entrare” o meno nella procedura vera e propria. 

La norma prevede che “Al primo incontro, il mediatore espone la funzione e le modalità di svolgimento della mediazione, e si adopera affinché le parti raggiungano un accordo di conciliazione. Le parti e gli avvocati che le assistono cooperano in buona fede e lealmente al fine di realizzare un effettivo confronto sulle questioni controverse …” [1].

La mediazione divine quindi uno strumento di risoluzione della controversia alternativo al contenzioso, snello e che entra subito nel merito della quesitone che attanaglia le parti. 

Cosa ci guadagno se tento di risolvere una controversia con una mediazione?

Oltre a snellire i tempi, il legislatore ha previsto degli incentivi fiscali per chi media.

E’ infatti prevista l’esenzione dell’accordo raggiunto in mediazione dall’imposta di registro entro il limite di valore di €. 100.000,00.

Ma non finisce qui!

Un più ampio ed efficiente sistema di recupero delle spese avviene attraverso i crediti di imposta.

Ed infatti, quando le parti raggiungono un accordo di mediazione positivo, queste vedono riconoscersi, in aggiunta alla suddetta esenzione dall’imposta di registro:

  1. un credito di imposta commisurato all’indennità corrisposta all’organismo fino a concorrenza di €. 600,00;
  2. un credito di imposta commisurato al compenso corrisposto al proprio avvocato per l’assistenza nella procedura di mediazione anch’esso fino a concorrenza di €. 600,00;

Tali crediti sono utilizzabili nel limite annuo di €. 2.400,00 per le persone fisiche e di €. 24.000,00 per le persone giuridiche.

Ma non è tutto!

Se l’accordo di mediazione è raggiunto in pendenza di una lite giudiziaria e ne causa l’estinzione, alle parti è riconosciuto un ulteriore credito di imposta commisurato al contributo unificato versato fino a concorrenza di €. 518,00.

Per incentivare al massimo l’istituto della mediazione civile, il Legislatore ha previsto anche che in caso di insuccesso della procedura i crediti d’imposta siano comunque rivendicabili dalle parti, ma ridotti della metà.

Come è possibile fruire dei crediti d’imposta per mediazione?

La norma di riferimento è da rinvenire nel Decreto del Ministro della Giustizia del 1° agosto 2023, pubblicato sulla G.U. n. 183 del 07.08.2023.

Il decreto dispone in via generale che la domanda di attribuzione dei crediti d’imposta sia presentata, a pena di inammissibilità, tramite la piattaforma accessibile dal sito giustizia.it mediante le credenziali SPID, CIEId almeno di livello due e CNS entro il giorno 31 marzo dell’anno successivo a quello di conclusione della procedura di mediazione.

Accanto agli ovvi dati identificativi del beneficiario, dell’organismo, della procedura, dell’accordo, del valore, è richiesta a fini statistici anche l’indicazione della materia trattata. Ciò è previsto nell’ottica di monitorare in concreto gli effetti della riforma e apportare potenziali correttivi nel prossimo quinquennio.

Il Ministero, effettuate le dovute verifiche, trasmetterà all’Agenzia delle Entrate l’elenco dei soggetti ammessi al beneficio ed i relativi importi riconosciuti. Comunicherà al beneficiario, entro il 30 aprile dell’anno in cui è presentata la domanda, l’importo del credito spettante, utilizzabile in compensazione tramite il modello F24.

Quanto costa la riforma allo Stato Italiano?

Il Legislatore ha valutato l’intervento normativo in €. 51.821.400 annui a decorrere dall’anno 2023. Inoltre il Ministero ha precisato che, se dal monitoraggio effettuato sulle uscite dovessero emergere scostamenti rispetto alle previsioni di spesa di cui sopra, “…salva l’adozione di altre misure idonee a compensare tale scostamento … procede in conformità all’art. 43 del decreto legislativo n. 149 del 2022, al fine di garantire l’integrale copertura dello scostamento rilevato …”[2].

In altri termini, nella prospettiva di un successo oltre le previsioni della nuova mediazione, ove le risorse stanziate dovessero non bastare, i benefici non saranno affatto ridotti o ridimensionati come accaduto in analoghe situazioni. Questa volta l’eventuale scoperto verrà compensato con un corrispondente aumento del contributo unificato.  

Le somme stanziate sono notevoli e le intenzioni sembrano assolutamente serie! Ci si attendono pertanto grandi benefici, soprattutto per quanto riguarda il decremento di cause iscritte a ruolo ogni anno.

Infatti, un minor numero di cause pendenti, consentirà ai magistrati da un lato di smaltire i ruoli arretrati e, dall’altro di concentrare le proprie energie sulle cause pendenti. Da questo punto di vista, la nuova suddivisione dei termini del processo civile è un ulteriore segno di discontinuità della Riforma Cartabia, che dovrebbe aver dato ai Tribunali il tempo di riorganizzare le risorse a loro disposizione. 

Senza considerare il fatto che la nuova mediazione è condizione di procedibilità di gran parte delle materie oggetto di contenzioso civile, avviare oggi una causa civile non è vantaggioso tanto per l’attore che per il convenuto. Infatti, visti i tempi della giustizia italiana, una delle più lente d’Europa, anche in caso di successo dell’azione giudiziaria, questa rischia di pervenire quando non più utile.

Per altro verso, alla luce della nuova formulazione dell’art. 96 del Codice di procedura Civile, sulla responsabilità aggravata e conseguenti sanzioni, elevabili anche d’ufficio, contro la parte che agisce e/o resiste in giudizio con mala fede o colpa grave, resistere strumentalmente può costare molto caro.

Tali considerazioni, se raffrontate con tutti gli incentivi offerti dello Stato italiano in caso di esito favorevole della mediazione, inducono a pensare che una celere composizione della controversia, seppur transattiva, possa essere più vantaggiosa di una sentenza favorevole emessa dopo anni di causa.    

Solo il tempo e la prassi saranno giudici della bontà degli interventi legislativi in commento.


[1] art. 8, D. Lgs. n. 28/ 2010

[2] Decreto del Ministro della Giustizia del 1° agosto 2023

Aurelio Salata, avvocato civilista del Foro di Roma, con particolare esperienza nel diritto del lavoro e nella contrattualistica commerciale. Da circa dieci anni assiste prevalentemente piccole e media imprese su tutto il territorio nazionale. Già docente universitario a contratto in materia di protezione dei dati personali, è oggi membro della Commissione Privacy dell’Ordine degli Avvocati di Roma ed è iscritto negli elenchi degli avvocati che l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America mette a disposizione dei propri concittadini che necessitano di assistenza legale nel nostro paese. Lo Studio Legale Salata è in grado di assistere a tutto tondo le imprese, estere ed italiane, che operano sul nostro territorio. I quattro pilastri su cui verte principalmente l’attività sono: - controllo di gestione volto alla massimizzazione del risparmio fiscale; - gestione dei rapporti di lavoro per un risparmio sul costo del personale; - contrattualistica commerciale finalizzata ad evitare il recupero del credito; - contenzioso giudiziario sia civile che tributario. L’attività professionale dell’avvocato Aurelio Salata è particolarmente apprezzata da società in fase di cambio generazionale o di transizione verso nuovi mercati, anche con riorganizzazione dei sistemi produttivi.

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