La Certificazione sulla Parità di Genere

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Cos’è la certificazione sulla parità di genere?  

Istituita grazie all’attuazione del PNRR, la Certificazione sulla parità di genere permette è uno strumento ideato per favorire l’adozione di politiche per la parità di genere all’interno delle aziende italiane. In particolare, ma non solo, serve per migliorare l’empowerment femminile a livello aziendale, consolidando la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro.  

Strutturata su un sistema di gestione a ciclo triennale (certificazione ed una sorveglianza all’anno nei due anni successivi), la certificazione sulla parità di genere è volta ad attestare l’efficacia delle politiche e misure organizzative adottate in azienda al fine di ridurre il divario di genere in relazione:

  • alle opportunità di carriera;
  • alla tutela della maternità;
  • alle politiche per la gestione delle differenze di genere;
  • ai livelli retributivi a parità di mansioni.

La certificazione sulla parità di genere comporta benefici contributivi?

La certificazione, che può essere richiesta da qualunque tipo di società senza necessità di vincoli occupazionali, permette di ottenere un esonero contributivo pari all’1% dei contributi previdenziali versati dall’impresa all’INPS, fino ad un massimo di €. 50.000 euro all’anno.

Per l’anno 2023 sono stati stanziati altri 50 milioni di euro, fino a esaurimento, a beneficio delle aziende certificate.

Come si richiede lo sgravio contributivo per la parità di genere?

Dovrà uscire una circolare INPS 2023 per la richiesta dello sgravio. L’attesa circolare conterrà anche modelli e normativa per effettuare le richieste. Nelle more, si può far riferimento a quella uscita nel 2022.

Sempre per l’anno 2023, sarà valutato l’effettivo ammontare della percentuale di sgravio sulla base delle domande che saranno presentate. Una volta valutata la capienza, lo sgravio è approvato con una percentuale definita per tutti i 3 anni di validità della certificazione.

Parità di genere, bandi e gare pubblici

Un altro importante vantaggio per le società che ottengono la certificazione è un punteggio premiale per la valutazione, da parte delle autorità titolari di fondi europei, nazionali e regionali, delle proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.

Allo stesso modo è previsto che le aziende certificate avranno un punteggio premiale riconosciuto anche per l’accesso ai bandi della Pubblica Amministrazione. Un ulteriore vantaggio che ottengono le società con la certificazione sulla parità di genere è uno sgravio del 30% sui costi di fidejussione.

Certificazione e branding

A parere di chi scrive, il vantaggio maggiore che la certificazione di genere può portare ad un’impresa è quello di restituire al mercato un’immagine etica, al passo con i tempi e attenta ai diritti delle donne.

In un mercato del lavoro bloccato, dove le aziende faticano a reperire risorse, una società che dimostra di rispettare i diritti civili delle persone a prescindere dal sesso o dall’orientamento sessuale, è sicuramente più attrattiva delle altre, soprattutto a livello internazionale.

Come si ottiene il certificato sulla parità di genere?

Per ottenere la certificazione sulla parità di genere è necessario rivolgersi a degli enti specifici che si chiamano “Enti certificatori”. È possibile rinvenire l’elenco completo cliccando QUI

Come funziona il procedimento di certificazione?

Ciò che viene certificato è il sistema di gestione che rende paritetica la questione di genere all’interno dell’azienda. La certificazione prende in analisi alcuni indicatori di prestazione che misurano l’effettiva parità di genere in azienda. Alcuni degli indicatori presi in considerazione dagli organismi di certificazione sono:

  • cultura e strategia;
  • governance;
  • processi di ricerca delle risorse;
  • opportunità crescita ed inclusione donne;
  • equità remunerativa di genere;
  • tutele della genitorialità e conciliazione vita e lavoro; 

All’esito dell’analisi sulla società, quest’ultima deve raggiungere almeno 60 punti su 100 per ottenere la certificazione.

Aurelio Salata, avvocato civilista del Foro di Roma, con particolare esperienza nel diritto del lavoro e nella contrattualistica commerciale. Da circa dieci anni assiste prevalentemente piccole e media imprese su tutto il territorio nazionale. Già docente universitario a contratto in materia di protezione dei dati personali, è oggi membro della Commissione Privacy dell’Ordine degli Avvocati di Roma ed è iscritto negli elenchi degli avvocati che l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America mette a disposizione dei propri concittadini che necessitano di assistenza legale nel nostro paese. Lo Studio Legale Salata è in grado di assistere a tutto tondo le imprese, estere ed italiane, che operano sul nostro territorio. I quattro pilastri su cui verte principalmente l’attività sono: - controllo di gestione volto alla massimizzazione del risparmio fiscale; - gestione dei rapporti di lavoro per un risparmio sul costo del personale; - contrattualistica commerciale finalizzata ad evitare il recupero del credito; - contenzioso giudiziario sia civile che tributario. L’attività professionale dell’avvocato Aurelio Salata è particolarmente apprezzata da società in fase di cambio generazionale o di transizione verso nuovi mercati, anche con riorganizzazione dei sistemi produttivi.

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