Se siete stati vittime del redditometro, ossia dell’accertamento sintetico da parte dell’Agenzia delle Entrate, che vi ha contestato redditi maggiori di quelli effettivamente dichiarati, e siete conviventi ricordate che pochi giorni fa la commissione tributaria provinciale di Milano 271/01/2012 si è espressa a favore di un contribuente che aveva portato a sostegno della ricostruzione assurda del reddito della contribuente anche il reddito prodotto dal convivente con cui aveva tre figli e viveva da anni.
Facciamo un passo indietro per introdurvi al redditometro
Qualora ancora non conosceste il redditometro in estrema sintesi ve lo chiarisco: il redditometro è uno strumento di accertamento sintetico del reddito presunto dal fisco che ricostruisce un reddito presunto dal contribuente sulla base dei redditi e soprattutto delle spese sostenute dal contribuente nel corso del periodo di imposta oggetto di accertamento.
In pratica come funziona il redditometro
l’agenzia delle entrate riesce a tracciare molte delle spese da voi sostenute senza che lo sappiate: parlo della rata del mutuo, della macchina, delle rette scolastiche, delle auto possedute, delle assicurazioni che pagate, dei titoli che avete in portafoglio e tante altre voci di spesa che trovate riassunte nelle 100 voci del redditometro.
Voi state belli belli pensando di fare un piacere all’economia spendendo di qui e di là e dietro di voi un occhio scorge le vostre mosse ed abitudini, scelte di investimento e di spesa. Se ciò sia lesivo di qualche diritto non lo so, perché non ho mai approfondito l’argomento, tuttavia ricordate che le informazioni commerciali sui comportamenti delle persone hanno un costo caro ed il passo successivo potrebbe anche quello di venderle all’esterno, ma questo è un altro discorso che in questa sede poco interessa.
Torniamo invece agli strumenti che avete per superare i controlli indenni, ossia senza ricevere cartelle di pagamento da redditometro con multe salate.
La vicenda del redditometro tra conviventi
Nella fattispecie descritta sopra il problema era che ad un contribuente veniva contestato il sostenimento di spese assolutamente non in linea con il reddito da lei dichiarato. Seguiva quindi l’avviso di accertamento sintetico (oggi con il nuovo redditometro servirebbe prima una richiesta di informazioni pena la nullità dell’atto dell’accertamento) con ricostruzione di un nuovo reddito imponibile e richiesta di sanzioni ed interessi. Il bello è che quel reddito il contribuente proprio non lo ha mai percepito.
Oltre al danno la beffa
Si perché oltre a non avere mai percepito quel reddito presunto dal contribuente (magari direbbe il contribuente), l’onere di dimostrare di non averlo percepito, di recarsi dal commercialista per farsi spiegare che cos’è il redditometro, pagarlo per farsi assistere, fare file all’agenzia delle entrate e soprattutto stare in ansia per avere sopra la testa l’ascia della multa che pende pronta a scagliarsi decorsi i 60 giorni dalla notifica di pagamento (termine entro cui pagare o impugnare l’atto), l’onere è a carico del contribuente.
Se non avete dimestichezza con il diritto tributario sono sicuro che starete pensando che qui sono tutti pazzi. Purtroppo non si può dire così anche se mi viene da pensare essendo un contribuente che paga regolarmente tutte le imposte, tasse e tassette del mondo. Se volete la pillola dolce vi dirò che questo è il traguardo finale a cui siamo arrivati dopo decenni di evasione fiscale spinta e di mala gestione della res pubblica.
Fatto sta che dopo anni qualche pronuncia giurisprudenziale inizia a dare ragione al contribuente, segno che qualcosa si sta smuovendo nelle coscienze di chi può ed ha il potere di decidere come in questo caso un giudice (sicuramente la sentenza sarà impugnata in appello, tanto per l’agenzia delle entrate è il suo lavoro per cui perché non farlo?!?).
Tuttavia in questa sentenza della commissione provinciale di Milano sul redditometro tra conviventi si decide che nell’ambito del redditometro indirizzato ad un contribuente che convive da diversi anni con un altro contribuente e che insieme hanno avuto tre figli deve prendere in considerazione anche la capacità reddituale espressa dal convivente perché è naturale attendersi che il fabbisogno familiare sia stato coperto anche con quella.
La domanda nasce spontanea: ci vuole un genio per arrivare a questo conclusione, poteri paranormali o è necessario che chi si trova a scrivere l’accertamento controlli lo stato lo stato di famiglia, il reddito del convivente e si esima dal rompere le scatole ad una famiglia intera per con file e costi aggiuntivi inutili per il cittadino (che paga anche l’accertatore con le proprie tasse?).
Nel frattempo anche gli articoli dedicati al tema come i modi per superare il redditometro, il redditometro e le auto.
ATTENZIONE: LEGGERE SOTTO A tal proposito vi segnalo che nei prossimi giorni probabilmente partiranno i questionari sul redditometro relativo all’anno di imposta 2007 (il cui termine prescrizionali di accertamento scadrebbe casualmente quest’anno) per cui vi indico che potete scrivere all’indirizzo di posta elettronica del sito e posso darvi assistenza relativamente:
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Compilazione del questionario sul redditometro inviatovi dall’agenzia delle entrate;
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Compilazione del redditest on line;
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Gestione del colloquio eventuale con l’agenzia delle entrate;
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In ultima istanza predisposizione del contenzioso dinnanzi alle Commissioni Tributarie competenti.
Saluti e spero al solito di esservi stato utile. :-)
In sintesi le posso dire che se non avete niente da nascondere si difenda fino all’ultimo grado di giudizio e poi chieda i risarcimenti delle spese dell’avvocato e del commercialista. Questo però implica che deve far entrare nel redditometro anche suo marito per cui se lui non ha nulla da nascondere non ci sono problemi. Premetto che sono contro le disfunzioni che questo strumento ha creato ma se avete da nascondere le sue parole mi toccano ma non più di tanto.
Non posso inoltre aggiunere nient’altro in quanto si sta facendo assistere da due professionisti per cui le posso dire che sta procedendo bene.
Buongiorno, Sono una delle tanti vittimi dello redittometro, lavoro in propirio e
convive: neucleo famigliare all’anagrafa (io – artigiana tessile/commerciante, lui – artigiano edile + 2 figli nostri di 20 anni)
Non bastava la crisi ecconomica- siamo in ginocchie da anni, sommersi da insoluti
a nostre favore che non riesciamo a ricuperare. Inondate di notifiche per tutto quello che non siamo in grado di saldare, lavoriamo sempre, ma non si riesci a venir’ fuori. Intanto una storia come tanti altri, finche sarà possibile continuamo a lavorare, combattiamo, facciamo sacrifici, poi si vedrà…..
La accertamento di seguito alla mia incongruità per 2007, 2008 – 2006 “purtroppo” e andata in prescrizione! Me ha reso completemente in capace di agire, sto male come non credevo possibile senza essere ammalata.
La mia dichiarazione dei reditti e 100% onesta e corretto, non ho nessun’ altro entroito (magari!) Vogliano circa € 12’000 contro circa €19’000 delle cartelle originale – non cè l’ho. Quando ho chiesto di tenere conto del’accumulo famigliare, quale all’epoca era sana, la funzionaria mi ha detto che se io “intraprendevo quella strada l’accertamento andava fatto anche su mio “marito” – davanti a questa minaccia ho fatto un passo in dietro.
Il commercialista e l’avvocato diccano che ho fatto bene….
L’onero della prova a carica dell’ contribuente e anti-costituzionale, e contrario ad ogni regola europea. Perchè nessuno fa niente?
Mi stanno rubando 10 anni di vita, ho 53 anni, forse Italiana diventerei l’enesima disoccupata, che lavora in nero – finora ho svolto tanti mestieri, sono sarta e parla 4 lingue (madre-lingua Inglese) Riesco a cavarmelo benissima, senza angoscia, senza tasse, senza pensieri! Ma NON lo farò!!!
HO LA PARTITA IVA E LO VOGLIO TENERE – non posso – devo pagare le cartelle.
Sto vendendo tutto, torno a “casa” doppo 33 anni in Italia, s/vendo l’azienda,i mobili, la mia collezione di scarpe con tacchi alti, la bici, i gioelli (pocchi) la pelliccia (lasciata in eredità da mia migliore amica – morta a 48 anni) la macchina (quanto sodisfazione quando ho pagata l’ultima rata…)- si, quella maledetta macchina che ha creato tutto questi problemi N.B. Vivo a 1350mt slm qui serve 4×4 per lavorare, quanti sacrifici ho fatto per pagarla…. (non contestano comè lo pagata – tutto tramiteun finanziamento bancario, tutto regolare) Il “reditto sintetico” contesta come vivo…non riesco a dimostrare di non aver’ speso soldi che non esiste, di non avere quella tenore di vita alta (inesistente) calcolata da un soft-ware. Quell’ poco di benessere che ho goduto veniva pagata da mio “marito” In cambio io faccevo SOLO le spese(con soldi suo) e la preparazione dei pasti per 4 persone, lavatrici x 4 persone, 2 figli, la scuola, seguiva le loro attività sportiva, la contabilità domestica x 4 persone, la contabilità dell’azienda suo, come 90% delle mogli degli piccoli artigiani. Lui non ha mai alzato un ditto in casa, e non lo fa tutt’ora. Naturalmente tutto prima e doppo la mia 12hr di lavoro. (Da 2 anni non mi occuopo più di suo contabilità , solo la parte dove neccesita una conoscenza informatica – che lui non ha)
Siccome “la nostri accordi personali” non possano essere prese in considerazione,
mi trovo con un grosso problemo!
Neanche se mi droga, riuscirei ad escogitare un idea cosi perfida per estorgere denaro da una cittadina onesta, quale ha fatto soltanto la brava moglie alla moda Italiana!
Basta, non cè la faccio più….sono disperata…non voglio andarmene via, non voglio chiudere, amo il mio lavoro, il mio “paesino”, la mia clientella, gli amici…io amo l’Italia e voglio restare qua…. ma non in questi condizioni!
Non credo che questa eneismo sfogo cambiarà alcun’ cosa….non si sa mai….
almeno non andrò via in silenzio.
Grazie, per averemi ascoltata…
Scusami per il modo in cui scrivo la vostra bellissima lingua….
In bocca al luppo alle tante donne che si trovano in lo stesso situazione, sopratutto quelle Italiane che possano “tornare a casa”……