Riflessioni sull’imposta patrimoniale da parte di un lettore

Vi propongo una riflessione sulla patrimoniale da parte di un lettore che ne affronta alcune conseguenze personali in caso della sua applicazione contestandone la ratio.

Talvolta i commenti di voi lettori meritano di essere pubblicati come in questo caso perchè rappresentano una riflessione o un più acuto grido di dissenso verso le istituzioni che ha bisogno di una cassa di risonanza come questa per farsi sentire, per stimolare il dibattito e/0 semplicemente per smorzarne i toni.

“Adesso ci sono ancora quelli che inneggiano ed evocano patrimoniali come si evince ad esempio da quanto segue tratto da una nota letta sul Web: Secondo Dario Stevanato, Ordinario di Diritto tributario all’Università di Trieste, intervenuto in materia tramite il Sole-24 Ore, in un Paese ad elevato tasso di evasione fiscale come l’Italia, un’imposizione patrimoniale consentirebbe una maggiore equità nella distribuzione del carico fiscale, poiché il patrimonio costituisce, forse più del reddito, un rilevante indice di ricchezza e un forte elemento di differenziazione della posizione economico-sociale degli individui nella società. Si pensi al vantaggio del proprietario dell’abitazione, rispetto a chi – a parità di reddito – deve impiegarne una parte consistente per pagare un affitto.

Ma esimio, illustre e quant’altro si può aggiungere a valorizzare i Suoi titoli accademici, professor Dario Stevanato, si è mai chiesto come mai a parità di monoreddito e nucleo familiare, o forse anche con reddito minore, uno è riuscito ad possedere una casa e forse anche qualche altra (pur se solo dal punto di vista catastale, seconde case per il fisco) e senza aver mai fatto una vacanza al mare, o essersi concesso il lusso di una serata in pizzeria, rispetto a chi a parità di nucleo familiare, e forse con reddito anche maggiore, paga l’affitto (secondo me perché così ha preferito, anch’io sarei potuto andare al mare ogni anno e godermi le serate in pizzeria, ma ho preferito diversamente), risulta che non ha niente, ha sperperato, e quanto ritiene opportuno, si rivolge al suo Comune, chiedendo ed ottenendo sussidi, perché non riesce a pagare l’affitto?

Forse lei, se possiede una casa, e ritiene giusto pagare l’IMU, patrimoniali o altri balzelli vari, la casa non se l’é di certo stentata.

A me avevano insegnato a risparmiare, non so se questo vale più, Visto che anche il nostro Governo, ti invita a, risparmiare, ti invoglia a fare mutui, e via dicendo, e poi si approfitta, chiedendo le tasse sui tuoi sacrifici, e non sugli sperperi (per non dire vizi) degli altri. Nel corso della vita di un individuo, potrebbe esistere un patrimonio standard minimo; naturalmente, comprendente la casa o le case ad uso familiare e perché no, anche un conto corrente, che provatone la regolarità di provenienza dei soldi, potrebbe essere di qualsiasi entità, e sul quale lo Stato, non può e non deve più chiedere niente, altrimenti tanto varrebbe, di trasformare in …Arda, tutti i frutti del proprio lavoro, prodotti in vita, sì perché dopo la tua morte, e per omnia secula seculorum, saranno i tuoi discendenti a pagare tasse o balzelli vari, su un “patrimonio” che tra donazioni e successioni varie, frutta allo stato una rendita perenne, se non qualche erede non si scoccia, imita Nerone, nel gesto strepitoso per cui è ricordato, e poi va al Comune a chiedere sussidi, perché non ce la fa a tirare avanti.

Si potrebbe ancora continuare, contro l’invocazione di quella che Lei (e non solo, vedasi Marcegaglia e compagnia) ritiene giusta “patrimoniale” da far pagare a chi non paga l’affitto, che tanto basti, ad indurre qualche ulteriore riflessione, su quanto Lei suggerisce a sostegno del “nostro” risanamento, del quale oggi, sicuramente, l’Italia non avrebbe bisogno, se lo Stato e chi ad esso preposto, avesse ben amministrato (giustificando così i compensi dei nostri amministratori, sedicenti meritevoli di quanto percerpiscono) e se buona parte di quelli che pagano l’affitto, avessero pensato e agito, non dico tanto, ma solo un poco da cicala e non sempre da formica.”

Posto anche io il  mio commento ma all’interno del corso dell’articolo e le rispondo che purtroppo non sono i sacrifici di tutti i giorni a consentilre di avere un tetto sicuro o la sua prima casa a Lei ma soprattutto alla maggior parte della popolazione il cui salario mensile o stipendio si aggira intorno ai mille euro e per i più fortunati arriva a 1500 euro mensili. Potranno fare ristrettezze economiche, sacrifici, sfruttare svendite e saldi e privare la loro vita di ogni soddisfazione materiale o gratificazione personale e al tempo libero al mare ma non arriveranno mai, solo con questo, a comprare una casa.

Quello infatti che negli ultimi 30 anni è cambiato è il prezzo dei beni. Trenta anni fa per acquistare una utilitaria ci volevano 4 stipendi, o sei al massimo. Oggi per acquistare la stessa utilitaria ci vorrebbero 30 stipendi. Il potere di acquisto diminutio in modo tale da rendere impossibile anche sognare di avere una casa o semplicemente un’auto, i primi due beni che gli italiani adorano.

Se a questo aggiungiamo che il lavoro a differenza di trenta anni fa oggi non lo trovi facilmente o non lo trovi proprio, indipendentemente da quante lauree o master hai, e se ti compri una BMW che sognavi da bambino ti chiedono perchè l’hai comprata perchè secondo loro tu guadagni in nero, ecco li che fai molto prima a spegnere la televisione e madarli a ca..are., Anche perchè quelli che sono ai posti di comando ragazzi, sono di un’incapacità (i.e. incompetenza) unica.

E allora che possiamo fare noi?

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