In primis è necessario fare una distinzione tra efficacia di breve periodo che da quello che abbiamo compreso deve ridare brio alle Borse in tempi brevi per evitare il default della borsa e del paese; ma poi sarebbe saggio confrontare quanto le misure adottate siano in linea con gli obiettivi di sviluppo, crescita (e il pareggio del Bilancio).
Tutto ebbe Inizio
Partiamo dall’improvviso blocco degli acquisto del Debito Pubblico italiano da parte di francia e Germania per carenza di fiducia nella solidità del Bel Paese. Se le due nazioni più potenti dell’area Euro pensano questo (più grandi rispetto a cosa? Rispetto a quale parametro sono più grndi, al PIL, alle riserve Auree? Alla numerosità delle transazioni finanziarie, qualità della vita, alla superficie terrestre?), immaginatevi un mercato come quello finanziario italiano (che si permette di quotare società calcistiche in borsa su cui gli investitori vendono alla prima sconfitta in casa e acquistano al primo annuncio del direttore tecnico di comprare la stella nascente del campionato brasiliano) come ha potuto reagire: un’ondata improvvisa di vendite si è scatenata facendo scendere i listini di tutti i titoli delle Borse italiane a ritmi due due cifre settimanali.
Ecco allora che siamo diventati esperti nella misurazione dei punti percentuali che separano i titoli di stato Italiani dai bund tedeschi che rappresentano comunque titoli di debito di uno Stato solo che i Bund sono considerati più sicuri dei BTP e fonicamente sono d’accordo con loro, fonicamente.
Alla domanda su cosa fare per uscire dalla crisi l’attuale Governo ha risposto con la Nuova Manovra contenente le ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo d’estate 2011. Ora io mi chiedo dove sia contenuto lo sviluppo o quale significato abbi lo sviluppo per loro.
Il Debito Pubblico questo sconosciuto
Per misurare la bontà delle iniziative di politica economica ho ripreso in mano gli appunti di politica economica del primo anno di università, niente di complicato, solo fogli ingialliti dal tempo in cui rileggo fondamenti di politica economica e leggo che il Debito pubblcio si origina con l’accumulo di disavanzi di bilancio perpetuati nel tempo e così via, quello che nelle case si chiama spendere più di quello che si ha, ma non per investimenti, ma per incrementare un tenore di vita che non ra il nostro.
In astratto vi posso dire che in assenza di deficit primario e di finanziamento monetario, il rapporto tra debito pubblico e PIL cresce se il tasso di interesse reale è maggiore del saggio di crescita del PIL.
Come si rientra dal debito pubblico
Tralasciando gli scenari apocalittici della dichiarazione di insolvenza dello Stato Italiano e del razionamento del credito da parte degli investitori, per far rientrare il debito pubblico sono necessarie appunto politiche di sviluppo a cui io aggiungo del Reddito.
Negli appunti leggo che nelle condizioni di eccessivo indebitamento pubblico (come la nostra?!?) le politiche di sviluppo non dovranno essere indirizzate a stimolare la domanda globale con con aumento delle spese o con la riduzione delle entrate in quanto queste tenderanno ad incrementare il rapporto tra deficit e PIL (vi evito le formule matematiche).
Lo sviluppo del reddito dovrà essere ricercato a parità di disavanzo, nelle misure tendenti alla riorganizzazione della spesa pubblica e allo stimolo delle attività economiche private e ancora che questo dovrà essere raggiunto attraverso una politica di offerta di servizi pubblici efficacie ed efficiente e di una nuova politica indutriale (non sento parlare di politica industriale da quando ho smesso di andare a scuola). In seguito anche una razionalizzazione delle entrate tributarie che, a parità di gettito, ridistribuisca la ricchezza in modo da stimolare l’attività economica accrescendo gli incentivi all’offerta di lavoro e al risparmio.
Udite udite: la nuova tassazione delle rendite finanziarie 2011
Con mia grande sorpresa tra le misure per il rientro dal debito pubblico leggo che le politiche di aumento delle entrate in Italia non sono esperibili in quanto la tassazione è già molto elevata (parliamo degli anni ’80, figuriamoci ora quanto è alta rispetto ad allora) ed un ulteriore aumento delle tasse deprimerebbe ancora di più i consumi.
Inoltre le varie strade per fare cassa come concordati fiscali, condoni fiscali, aumento delle aliquote fiscali sui dipendenti che sono più facili da indivudare sono misure già state prese lasciando sul campo a mio avviso buona parte del senso civico delle nuove generazioni.
La soluzione dal lato delle entrate sarebbe quella di un riordino radicale dell’apparato amministrativo capace di garantire la lotta all’evasione, ora tutto sta a capire cosa volevo dire per riorganizzazione. Ma quello che scorgo e che mi fa sorridere è che oltre all’incremento dell’efficienza della spesa pubblica (la cui inefficienza era conosciuta già allo stesso Ministero del Tesoro in uno studio del 1988) è che una strada percorribile è quella della tassazione delle rendite finanziarie anche se nella fase iniziale potrebbe apparire una difficile soluzione almeno nella fase inizialee potrebbe destabilizzare i mercati finanziari.
Ora se ci mettiamo 30 anni a mettere in pratica quello che già qualche docente spiegava nelle aule di un pomeriggio d’estate mi chiedo quanto dovremo attendere per avere delle soluzioni innovative: già perchè alla base della crescita di un paese devono esserci queste due parole Innovazione e Sviluppo che oggi ritrovo solo nel titolo ma non nelle finalità.
Tutto sommato però quello che riportavo nei miei appunti come strumenti e leve da azionare per il rilancio delle economia ed il sostegno dei mercati finanziari non possiamo dire che non sia stato inserito nella versione definitiva della Manovra. Tuttavia come stiamo avendo modo di vedere la Manovra annunciata non è definitiva e gli emendamenti presentati sono in grado di sravolgerla completamente anche se non leggo ancora parole come Crescita, Innovazione Tecnologia e Sviluppo negli emendamenti finora presentati.
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Buongiorno Salvatore,
sono dell’idea che in questa crisi economica dal lato Italiano bisogna essere onesti e analizzare singolarmente gli strumenti messi in campo e le finalità che si vogliono perseguire e quanto sono e saranno efficace in relazione a questo in termini di benefici reali, tempi di realizzazione e costi sociali. Questo significa che da un lato abbiamo due obiettivi pareggio di bilancio e nuova crescita per il paese.
Per il pareggio di bilancio è stata presentata una Manovra che ha messo nero su bianco che il pareggio ci sarà e ce ne sono le fonti senza fare riferimento ai capitolati di entrata come la lotta all’evasione (non si poteva basare un obiettivo di pareggio di bilancio con la lotta all’evasione perchè dalla lotta all’evasione non possiamo avere certezza degli incassi e dei costi per combatterla). Il pareggio del bilancio pertanto ci sarà e se saranno rispettate le misure da tutti lo raggiungeremo.
Sul fronte sviluppo e crescita non vedo molto e questo mi preoccupa perchè come dicevoin altri articoli in momenti di crisi i manager veri sono in grado di creare nuove vie per sfruttare al meglio la crisi. Le crisi sono momento di destabilizzazione dei sistema in cui uno ci dovrebbe entrare non combatterle per creare valore. Per fare questo però ci vuole coraggio…..coraggio che non traspare dalle isure messe in atto dal Governo di questa Manovra.
Le imprese Italiane hanno la forza per vincere la concorrena ma non hanno le spalle forti, ossia non hanno dotazioni patrimoniali rilevanti e sono molto tassate per cui la loro capacità di acquisto e di investimento è poca rispetto ai loro competitor internazionali.
Se avranno coraggio e cercheranno di libeare risorse per il sistema delle immprese allora qualcosa cambierà.
Se invece si pensa a misure come la dismissione del patrimonio pubblico per fare cassa e vendere il patrimonio storico dello Stato a quattro soldi invece mi troverete in Piazza a Manifestare.
il governo vuole salvare l’Italia,ma come?con le false manovre economiche(senza soldi),con tagli alle spese (dove non servono),con l’aumento dell’iva al 21%(aumenterà l’evasione,e le materie prime)e tante altre cose che non sto ad elencare. bisogna che il governo riduca il suo organico o meglio si riducano gli stipendi nel caso volessero continuare a governare in 100.000,troppa burocrazia non fa bene,troppi uffici che sono la così,per dare un mensile a qualche raccomandato. sono un padre di famiglia ,che tira la giornata ‘con pochi euro al giorno riesco a sfamare i miei figli. perche questa disuguaglianza sociale,chi va al potere dovrebbe garantire pace e tranquillità’ ai propi cittadini ,no povertà e tentazione di evadere. un governante dovrebbe scendere in mezzo al popolo,non farsi i castelli blindati. sono indignato del nostro “bel paese”,la sesta potenza mondiale se non ricordo male. combattere vuol dire impegnarsi tutti noi contro l’aumento spietato dei prodotti di prima necessità,le istituzioni lo sanno e perché non intervengono?vivere oggi e’ diventato molto difficile per tutti coloro che vogliono farlo onestamente;per tutti quelli che vogliono dare il buon esempio ai figli;per tutti quelli che credono nella democrazia;non voglio stare a fare la morale. tornando al discorso (crisi)sembra che faccia comodo ai ricchi sapere che molta gente la stramaggioranza sia in difficoltà. chiudo il discorso con una conclusione breve ma piena di valori;a tutti fa piacere vedere il prossimo cadere,nessuno interviene,spero che tutti quelli che la pensano in questo modo cambino idea solo così potrà migliorare la vita sociale.
Rimane comunque il fatto che non si parla di RIduzione della spesa pubblica. quasi mai. La lotta all’evasione è un po’ un mito. Come dice anche Giannino, è inutile parlare di lotta all’evasione quando i soldi riscossi non andranno mai comunque a tagliare le tasse, ma solo ad alimentare gli sprechi. Prima si riforma lo stato e la spesa in modo radicale (200 miliardi in 2 anni, anche a costo di chiudere uffici, enti pubblici etc) prima si abbasserà la pressione fiscale, prima la lotta all’evasione diverrà una cosa seria.
Il problema è che il PdL, come dimostra il voto di Martino, con l’ultima manovra ha tradito quel poco di liberismo che ancora aveva al proprio interno.
[…] ricette per la soluzione dei problemi se ne sentono a iosa, sia sui Media che sul Web. Per esempio: http://www.tasse-fisco.com/finanziaria-manovra-dl/2011-ricetta-uscire-crisi-economica-2011-cosa-fare… oppure da santoni come: […]
Concordo pienamente.
Di interventi come quello da lei suggerito ce ne sono tantissimi anche se con impatti inferiore alla riduzione del costo della benzina. Lei neanche immagina la miriade di imposte e tasse che si celano dietro ogni transazione e che logorano la capacità reddituale degli italiani impedendone di conseguenza anche la propensione al consumo e agli investimenti.
Come ho descritto nei precedenti articoli ed in quelli scritti questi giorni le misure mese in atto possibile che non siano altro che quello che studiavo sui libri anni e anni fa? Traliasciando le follie degli emendamenti presentati questi giorni (ie disconoscimento riscatto laurea, aumento iva ma solo per tre mesi, carcere per imposte evae superiori a 3 milioni e quindi in pratica rishciano solo i 10 più potenti della terra) che mi lasciano capire che chi siede su quei posti privilegiati oltre ad avere scarsa preparazione o essere con le mani legate è anche povero di fantasia ed anche e soprattutto di coraggio; mi rifierisco al coraggio di tagliare le inefficienze dell’amministrazione pubblica e di liberare risorse ai privai con una minore tassazione che porti ad investimenti e non parlo degli incentivi per coomprarsi il frigo classe A+, parlo di regimi fiscali di favore, crddito al consumo, incubatori di imprese che funzionino, iniziative imprendiitoriali VERE in cui lo Stato decida di investire (NON parlo del giornalino del parlamento con cui il figlio di un noto politico ha fatto i soldi).
Inoltre se posso ancora evidenziare un altro aspetto, dimostrano anche scarsa furbizia rispetti ai predecessori, in quanto in ogni momento di crisi europea i più furbi, i veri furbi, hanno sempre saputo trovare il modo per fare decollare l’economia guadagnando terreno sulle super potenze europee che dall’ingresso in europa sono state quelle che ne hanno tratto più giovamento.
In periodi di crisi tutti hanno una propria ricetta pronta(nel bar dello sport ogni italiano è un CT),l’unica cosa però fuori dubbio e sotto gli occhi di tutti è che i petrolieri stanno traendo grossi profitti.Il differenziale tra costo del petrolio al barile e prezzo di benzina alla pompa aumenta sempre di più(in pratica il costo della benzina è immotivatamente uguale a quello di quando il greggio costava circa 150 $ al barile,mentre ora è di circa la metà).Perche’ non si provvede a parametrare questo differenziale tassandolo pesantemente in modo da renderne svantaggioso il suo aumento?sicuramente l’infalzione subirebbe un brusco arresto con grosso vantaggio per le tasche di tutti.