Talvolta il redditometro come strumento di accertamento sintetico colpisce anche contribuenti che non hanno nulla a che fare con l’evasione fiscale e che per colpa del reddito imponibile ricostruito sono costrette a versare all’erario imposte ggiuntive che potrebbero essere non dovute. Continuo nella denuncia delle distorsioni provocate dal redditometro che miete vittime non solo tra i contribuenti disonesti che meritano di essere sanzionati ma anche tra chi sembra pagare regolarmente le tasse. Quanto riportato ne è un esempio, sempre nell’assunto che le informazioni del lettore siano corrispondenti al vero. Avete avuto modo di leggere un precedente articolo dedicato a come difendersi dal redditmometro ed ora qui cerco di dare qualche ulteriore spunto per un’analisi.
Ricordando che l’Agenzia delle Entrate tra i vari strumenti che ha a disposizione per i controlli fiscali ha il redditometro e le sue 100 voci che prende in considerazione per il ricalcolo del reddito imponibile slegato da quanto dichiarato.
Vi presento una breve storia di un lettore ed i guai che provoca il redditometro e le distorsioni nell’uso dello strumento accertativo più odiato e controverso d’Italia
Salve, sono un cittadino rovinato dallo stato.
La mia storia in breve… mio padre vende una casa di proprietà che aveva ricevuto in eredità, 160.000€ una parte di questi soldi li regala agli unici 2 figli (documentato con assegni sia vendita che i soldi ai figli) presi dalla stessa passione compriamo una (maledetta) barca 9,50mt del 89 costo 40.000€ in piu possiedo una alfa romeo td 1900 156 del 1999 e una casa di 78 mq in cui pago un mutui per averla di 400€ al mese …ora morale della favola….sapete quanto mi chiedono di reddito ? oltre 50.000€ ….mai visti in vita mia naturalmente oltre il mio fatturato..ora …io faccio il parrucchiere in un paese di 5000 abitanti nel sud sardegna dove ci son 8 parrucchieri ufficiali e non ci crederete quanti altri diciamo ufficiosi.
Lavoro da solo e riesco a fare 2500 ricevute fiscali (piene) non di pieghe. Calcolando che i giorni lavorativi son circa 250 e se non mi facessi mai ferie ne malattie,sta a significare che dovrei servire mediamente 8 persone al giorno ….calcolando il tempo che ci vuole per ogni persona ( donne) lavoro circa 10 ore …mi spiegano come c….accidenti potrei evadere??? è chiaro che una casa di 68 mq in un paese del sud sardegna nn possa da sola fare 34000€ di redito…vergogna….morale?? attività esistente da 2 generazioni chiusa ….grazie stato…un ultima cosa ….se veramente avessi evaso tutti questi soldi, mi spiegate dove c…..li ho messi?? ho dovuto vendere tutto x pagare il 2004/05/06- ora continuano per il 2007 e poi per chissa quanto tempo 4 anni di incubo dove io avrei evaso secondo i loro calcoli quasi 200.000€ heheheheh 400milioni delle vecchie lire…booooo auguri e dio ci salvi
L’ultima domanda che mi viene in mente è : “ora che ha chiuso l’attività di cosa vive?”
Caso numero 2: L’acquisto di casa con denaro contante su conto corrente
Vorrei cercare di entrare nel concreto e di essere breve. Poniamo il caso di un avviso di accertamento basato sul 4 comma dell’art. 38, che presume il sostenimento della spesa con redditi percepiti nell’anno o nei precedenti (eliminato il riferimento ai 4 precedenti..).
Io acquisto un immobile prima casa nell’anno 2011 per un 1000. Nello stesso anno ho dichiarato redditi per 10. Come elemento probatorio porto il mio estratto conto corrente che ammonta a 990.
Questo è un elemento sufficiente?
Oppure l’ente impositore vuole accertare l’origine di quella massa patrimoniale (990)? E se si, io che cosa dovrei spiegare? Io ho accumulato quei 990 nel corso di 30 anni di lavoro. Dovrei produrre le dichiarazioni dei redditi dei 30 anni precedenti?
Queste comunque non possono giustificare un ammontare di quel tipo (dovrò pur vivere nel tempo coi miei redditi).
Ma soprattutto, non esiste una sorta di prescrizione? Se io dimostro che il mio estratto conto bancario al 31/12/2006 era di 990 e da allora non ha subito movimentazione alcuna, posso addurre una qualsivoglia forma di prescrizione per l’accertamento? Non so se mi sono spiegato, ma semplicemente, spiegare all’agenzia che quella massa patrimoniale era in mio possesso (lo documento con l’estratto conto bancario) alla data in cui scatta la decadenza del potere impositivo dell’amministrazione e opporre così la loro impossibilità di chiedere elementi giustificativi che avrebbero dovuto richiedere con un altro tipo di accertamento (magari analitico) nei precedenti periodi d’imposta, quando erano ancora in tempo?
Sono uno studente universitario e praticante commercialista, sto scrivendo la mia tesi in diritto tributario e tra le varie cose mi sono imbattuto nel tema degli elementi probatori nel nuovo accertamento sintetico, spero potrete rispondermi.
(Vi ricordo che non solo le barche alimentano le voci del redditometro e che alcune “pesano” molto di più rispetto ad altre nel ricalcolo del reddito. Potete a tal fin leggere l’articolo dedicato proprio alle auto e Redditometro)
La risposta che posso fornire in tal caso è molto simile a quella che darei in caso di accertamento da redditometro attivato dal possesso di un’autovettura che a mio parere al pari delle imbarcazioni genera una reddito presunto eccessivamente elevato e incongruo rispetto alle reali spese sostenute per l’acquisto, la gestione e la manutenzione anche maniacale del mezzo.
A tal fine prima di tutto vorrei chiederle se è ancora in tempo per presentare ricorso o appello o se ha già dovuto chiudere la sua attività. Se così non fosse può scrivermi e vediamo se posso darle qualche spunto. Ritengo che negli accertamenti vi siano talvolta diversi punti su cui concentrarsi per presentare ricorso avverso le conclusioni automatiche a cui arriva l’agenzia delle entrate per il tramite dell’accertamento sintetico ex art.38 del DPR 600 che ricordiamo ricostruisce il reddito sulla base delle spese di qualsiasi genere sostenute nel corso del periodo d’imposta, salva la prova che il relativo finanziamento è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d’imposta, o con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o, comunque, legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile.
Come difendersi?
In tal senso avrete la possibilità di leggere l’articolo dedicato a come difendersi dal redditometro in cui sono riportati solo alcuni degli spunti che vi pemretteranno di verificare se le pretese dell’agenzia delle entrate sono fondate o possono essere ridimensionate, come spesso accade, dagli elementi portati come prova dal contribuente rispetti agli effettivi costi sostenuti per l’acquisto, la gestione oridnaria e stroardinaria del bene che portano ad attenuare le pretese dell’agenzia che con questi mezzi automatici arriva a definire redditi presunti talvolta inauditi rispetto all’effettivo esborso che dal loro possesso discendono. Ci sono inolte diversi punti su cui pogiare l’attenzione per difendersi sia per smontare in valore il reddito ricostruito, sia per sottolineare alcuni elmeneti giuridici che renderebbero l’atto annuallabile per vizi giuridici.
Allo stato attuale il redditometro, con tutti gli strumenti ad oggi messi in campo dal governo Monti vuoi con lo spesometro (di Tremonti in verità e che forse dovrebbe essere abolito con il decreto sulla semplificazione fiscale), vuoi con l’inasprimento delle sanzioni contro la lotta all’evasione fiscale, vuoi con la limitazione all’uso del contante, alla comunicazione dei dati degli estratti conto bancari all’agenzia delle entrate per monitare le transazioni, anche con il nuovo decreto sulla semplificazione fiscale sembrerebbe ridondante e potrebbe non costituire più quello strumento indispensabile per scovare i veri evsaori ma potrebbe anzi esporre l’agenzia delle entrate al contenzioso tributario.
Commento da parte di un lettore:
Per ora quello che ho trovato io, di più plausibile possibile, è la risposta di un funzionario dell’agenzia delle entrate ad un telefisco 2011: “le modalità attraverso cui si riterrà assolto l’onere della prova gravante sul contribuente, saranno valutate volte per volta in ragione della fattispecie concreta. Ovviamente non potrà considerarsi sufficiente l’astratta riferibilità della spesa alla capienza reddituale degli anni precedenti” che per me, tradotto, vuol dire tutto e niente…nel senso che bisognerebbe allora fare un prospetto in grado di documentare non tanto il reddito dichiarato quanto il reddito risparmiato.. (è impensabile per una persona fisica…ragionando per assurdo, una persona dovrebbe tenere gli scontrini della spesa, che comunque non valgono niente perchè non hanno un’indicazione univoca di chi è il pagatore, oppure dovrebbe pagare sempre ed esclusivamente con mezzi tracciabili, che è altrettanto impensabile. E se anche così facesse, resterebbe la discrezionalità dell’ente accertatore nell’essere “soddisfatto” dalla ricostruzione, potrebbe cioè , in base a suoi coefficienti/calcoli, presumere che io abbia nascosto alcune spese volontariamente, per far diminuire lsua pretesa contestando i suoi coefficienti )
Commento da parte di un lettore:
In un altro telefisco che avevo trovato era piuttosto restrittivo invece, dicendo che si chiede di a provare la fonte reddituale con cui si è sostenuto la spesa e in questo senso il mero utilizzo di contante dal c/c non ha valore se quel c/c non è sempre stato alimentato con redditi dichiarati e ricostruibili. In questo senso avevo fatto la domanda sulla prescrizione.. perchè io come faccio a ricostruire una massa che si è originata in una vita? Dall’altra parte, parlando anche con alcuni più o meno autorevoli esponenti della dottrina, si ragionava sullo scopo di uno strumento come questo, che è proprio quello, in sostanza, di recuperare a tassazione redditi non dichiarati negli anni passati e venuti alla luce solo nel momento della spesa. Da quel che ho capito, tirando le somme, è che il fisco ha un orientamento assai restrittivo e solo il formarsi (nel tempo) di una prassi giurisprudenziale consolidata potrà farci dare delle risposte abbastanza “certe” (posto che nel diritto di certo non c’è mai nulla!)
Questo è senza dubbio quello che contesto di più di ogni cosa di questo aberrante strumento: il fatto che non sono i versamenti il reddito presunto in nero ma i prelevamenti….senza senso. VI giuro senza senso, non so cosa gli diceva il cervello quando hanno creato questo strumento.
I prelevamenti al massimo possono andare a remunerare in nero dei fornitori per cui al più potrebbero essere dei costi che non ho dedotto e che potevo dedurre, ma nulla hanno a che vedere con i miei ricavi.
IN questo intravedo la massimoa espressione della prepotenza di chi ha il potere: Non so come fare a beccarvi perchè sono incapace e allora mi invento una norma senza senso per levere i soldi al primo che becco. IN pratica è come quello che a scuola perdeva a carte e si portava via il mazzo. Nel suo caso non posso che dirle di affidarsi ad un bravo esperto di contenzioso e vedere se hanno commesso degli errori nel procedimento di formazione del suo ruolo il che potrebbe renderlo annullabile. Purtroppo inoltre non faccio neanche parte di quel gruppetto di mascalzoncelli e ladruncoli che dietro il pagamento di una percentuale si facevano sgravare le cartelle in agenzia delle entrate o a Equitalia. Si vede tanto che non spporto le prepotenze?
Porto la mia esperienza, per la quale io e mio marito siamo disperati.
Siamo due professionisti, ma per una serie di problemi (io faccio la mamma) non abbiamo un reddito vero e proprio. Per risparmiare, abbiamo pensato di tenere un unico conto corrente, sul quale sono talvolta confluiti i pochi redditi da lavoro, sia miei che suoi. Recentemente l’agenzia delle entrate ha fatto un accertamento a mio marito, contestandogli ogni movimento bancario su quel conto, compresi i miei movimenti di cui ho dovuto fornire giustificazione. Gli sono stati contestati addirittura movimenti di 50 euro, 100 euro e simili…
L’accertamernto parte dal 2008, potete immaginare cosa possiamo ricordare di tutti i piccoli movimenti fatti 5 o 6 anni fa…
Effettivamente in quell’anno ci sono dei movimenti di una certa importanza, pochi per la verità, prelevamenti in contanti…
Il denaro era presente nel conto bancario dall’anno precedente, per la vendita di una casa di famiglia, eppure ogni PRELEVAMENTO (non versamento!!!) è diventato reddito e ci sono state calcolate le imposte!!
Com’è possibile che sia reddito il denaro che esce da un conto, se vi è entrato a seguito di una compravendita regolare?
Perchè questo governo è nostro nemico? Eppure lo sostentiamo alla grande!!!
Si, sulle autovetture per me emergono chiaramente le distorsioni del redditometro. Sperando che sul nuvo redditmoetro, infase di sperimentazione per ora abbiano apportato i dovuti correttivi. ma poi esistono delle tabelle ACI apposta quindi anche in questo caso esiste un elemento terzo rispetto alle valutazioni del contribuente che farebbe emergere le discrepanze tra indice redditometrico e reddito presunto dall’agenzia delle entrate. Per le auto comunque fate sempre riferimento all’articolo dedicato alle auto e redditometro che trovate linkato nell’articolo.
Si, in questo modo faremo tutti ricorso. 40.000,00 euro di reddito per un’auto di 21 cv ?
Ma mi faccia il piacere!!!