“L’aumento delle tasse aeroportuali d’imbarco di 2,50 euro a passeggero introdotto dal Governo non è un dramma […] I vettori aerei, soprattutto le compagnie low cost, che nei giorni scorsi hanno mostrato contrarietà rispetto al provvedimento, dovranno evidentemente farsene una ragione”.
Intanto però le compagnie low-cost, con la Ryanair in prima fila, da giorni esprimono il loro forte dissenso su un provvedimento che rischia di far tagliare diversi posti di lavoro nel nostro Paese, o addirittura di far chiudere delle basi: la stessa Ryanair ha minacciato di chiudere 2 delle sue 15 basi in Italia, e precisamente quelle site ad Alghero e Pescara. Tutti noi speriamo e ci auguriamo che si sia trattato soltanto di una dichiarazione forte per tentare di far cambiare idea al Governo Renzi in merito alle tasse aeroportuali.