
Interessante vedere quali sono le proposte dei principali partiti politici, le criticità che sono sollevate, le problematiche, le idee e le soluzioni proposte. Vedere anche come sono presentate per farsi un’idea dei gruppi di lavoro quale output generano per un programma così importante come la nuova riforma fiscale. Possiamo cogliere anche degli interessanti elementi di novità o delle idee innovative e vedere anche l’eventuale profondità dell’analisi e delle valutazioni di impatti, laddove presenti.
Cerco di fare una sintesi anche per comprendere bene in mano a chi siamo, al di là di quello che possiamo vedere in tv o nelle tribune politiche quando la bramosia del consenso può portare l’intervistato di turno a discostarsi dal proprio programma per riscuotere consensi.
Per il PD la crescita delle aliquote medie comporta problemi di equità orizzontale (contribuenti pressoché uguali in termini di reddito subiscono prelievi relativi assai differenti) oltre a configurare un profilo di progressività poco fondato in termini di principi di equità. La questione della ripidità nella crescita delle aliquote medie effettive per i segmenti di reddito intermedi è di non facile soluzione dati i vincoli di gettito.
Nulla di innovativo rispetto al dibattito che si sta portando avanti da diversi anni e che ha ad oggetto proprio i temi ivi trattati.
Sul piano dell’efficienza, aliquote marginali così elevate e irregolari, per una quota
significativa di contribuenti, fanno sì che eventuali redditi aggiuntivi siano significativamente erosi dall’incremento dell’imposta, con effetti di disincentivo all’offerta di lavoro al margine, di incentivo alla creazione di nuovo sommerso economico e, più in generale, di distorsione sul funzionamento dell’imposta personale omnicomprensiva (quando l’inclusione nell’imponibile di redditi tipicamente “aggiuntivi”, come ad esempio quelli da immobili, genera un carico fiscale supplementare di entità rilevante).
La regolarizzazione delle aliquote marginali effettive è invece un obiettivo più facilmente realizzabile con le risorse oggi disponibili e sotto il vincolo di minimizzare i contribuenti danneggiati dalla revisione.
Il Pd quindi pensa di intervenire principalmente sul sistema delle detrazioni fiscali e del bonus IRPEF e riducendo il differenziale di aliquota tra il secondo e il terzo scaglione.
Interessante anche lo spunto di introdurre una funzione matematica continua che accoppia a ciascun reddito una specifica aliquota media, in analogia in qualche misura con il sistema applicato in Germania anche se non sono presenti analisi quantitative di impatto economico.
Nella sostanza al posto degli scaglioni abbiamo un algoritmo che calcola una aliquota media con livelli differenziati per livelli di reddito. Si aboliscono gli scaglioni di reddito e si inserisce in un algoritmo per ricavarne delle aliquote medie che distribuiscano il prelievo in modo più sinuoso. La progressività dell’imposta quindi è un principio quindi immanente ma deve essere smussato.
Riduzione tassazione del secondo percettore di reddito: trovo invece innovativo un passaggio della proposta del PD che è quello di detassare parzialmente il “secondo percettore di reddito“. In questa prospettiva, il Partito Democratico ha presentato una proposta di legge per l’introduzione di una Tassazione Agevolata del Secondo Percettore di reddito in famiglia (TASP). I fini che si vogliono perseguire sono diversi e incentrati sullo sviluppo della famiglia e la procreazione. Parliamo infatti di una parziale agevolazione fiscale che l’obiettivo di dare impulso all’occupazione femminile, fare emergere il lavoro nero e favorire il ritorno nel mondo del lavoro dopo il congedo di maternità obbligatorio. In Pratica si intenderebbe destinare la detrazione per coniuge a carico a favore del secondo percettore in famiglia con reddito isee inferiore ai 30 mila euro per i primi 3 anni di attività lavorativa sempre che il reddito del secondo percettore non superi i 40.000 euro, trasformando le attuali detrazioni in crediti d’imposta IRPEF al fine di concedere il beneficio anche nel caso di incapienza d’imposta.
Lo stesso credito di imposta sarebbe concesso anche per le donne lavoratrici che rientrano in ufficio dopo il congedo di maternità e fino al terzo anno di vita del bambino.
Nel seguito potete scaricare il documento completo che vi invito sempre a leggere anche per farvi un’idea più compiuta di quali siano i programmi, lo spessore con cui vengono presentati e le basi di calcolo da cui traggono origine.
Questo per dirvi che salire in cattedra e propugnare una riduzione delle tasse del 20% può essere di buon auspicio per il singolo ma sappiamo che 1. non è possibile (non pensabile o probabile, non è proprio possibile) 2. l collettività sarebbe la pria a risentirne e 3. esistono dei trattati che non si possono disconoscere se non con un colpo di Stato per cui a personaggi tipo Salvini & Co che promettono la terra promessa o che si limitano a fornire programmi molto vaghi (come anche questo del PD nella sua sostanza, intendiamoci) suggerirei di portare evidenze numeriche e valutazioni di impatto più solide.
Al solito un conto è fare politica e un altro conto è studiare
Proposte riforma fiscale partiti politici
Leggi le proposte degli altri partiti e degli altri principali stakeholder
Guida alla nuova riforma fiscale fiscale