Il disegno di legge sul quale sta lavorando il Governo in materia di pensioni di reversibilità sta scatenando non poche polemiche, anche se lo scopo precipuo sarebbe quello di andare a recuperare dei soldi (nei riguardi di vedove o vedovi benestanti come patrimonio familiare), per ideare e realizzare nuovi sussidi e strumenti economici di lotta alla povertà.
Oggi le pensioni di reversibilità hanno i seguenti limiti: 60% dell’importo della pensione del familiare deceduto se va solo al coniuge, 80% dell’importo se c’è anche un figlio minorenne nel nucleo familiare e 100% invece se ci sono due o più figli. La pensione viene poi tagliata anche a seconda del reddito: del 25% se supera i 1.500 euro mensili (tre volte la pensione minima), del 40% se supera i 2000 euro e del 50% se supera i 2.500 euro mensili. Parliamo ovviamente di cifre lorde.
Il Governo vorrebbe collegare le pensioni di reversibilità al patrimonio totale delle famiglie, da calcolare appunto tramite il nuovo Isee, che conteggia nel dettaglio immobili, soldi detenuti in banca o investiti ed altri redditi e patrimoni: si andrebbe cioè a calcolare il reddito familiare e non più quello individuale del coniuge superstite: una scelta che ridurrebbe, secondo i primi calcoli, il numero degli aventi diritto in maniera significativa.
Tante le proteste contro questo provvedimento paventato, proveninenti da diversi partiti politici (forse anche e soprattutto per meri interessi elettorali), Pd compreso. Tra i tanti commenti, scegliamo quello di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, che come al solito in maniera molto diretta fa sapere: “Il Governo pensa di tagliare le pensioni di reversibilità? Un Governo che fa cassa sui morti mi fa schifo. In questo modo vengono fregate migliaia di persone, soprattutto donne rimaste vedove. Rubando contributi versati, per anni”.
Il Governo Renzi dal canto suo si è affrettato a spiegare: “Se ci saranno interventi di razionalizzazione, saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni, non per fare cassa in una guerra tra poveri. La delega del Governo dà, non toglie”, ed è stato inoltre precisato che qualunque decisione riguarderà soltanto le pensioni future e non quelle passate. La non retroattività non tranquillizza però affatto i cittadini, nei riguardi di un provvedimento discutibile nel merito, anche se crediamo che difficilmente passerebbe mai in Parlamento.