L’Inps e L’Osservatore per il Precariato descrivono insomma come molto positiva la situazione che si sta delineando. Se consideriamo anche i contratti a tempo determinato e quelli di apprendistato, il bilancio positivo sale a 600mila unità.
L’effetto degli sgravi fino a 8mila euro di contributi è importante. Soprattutto grazie a queste agevolazioni, i datori di lavoro scelgono sempre più spesso il tempo indeterminato (aumentano in particolare rispetto al passato le assunzioni con questo tipo di contratto per chi ha meno di 30 anni) per i propri dipendenti, anche perchè da Marzo scorso è entrato in vigore il Jobs Act, che permette di licenziare piuttosto facilmente anche persone con contratto a tempo indeterminato. Sgravi fiscali importanti e libertà di licenziare comunque: il tempo “indeterminato” sta diventando così la scelta per eccellenza delle nostre aziende.
Bene in particolare a livello regionale, i dati sul lavoro di Friuli Venezia Giulia, Umbria e Piemonte, molto meno elevato l’aumento di assunzioni (che c’è stato comunque anche lì) registrato invece come al solito al Sud, specie in Sicilia, Puglia e Calabria.
Buone notizie arrivano anche in tema di stipendi e salari degli italiani: in una situazione d’inflazione quasi 0 che fa crescere il potere d’acquisto delle nostre remunerazioni, si registra anche la diminuzione delle persone stipendiate con meno di mille euro al mese, mentre crescono gli impiegati appartenenti alla fascia di redditi compresa tra i 1.501 ed i 1.750 euro al mese e quelli appartenenti alla successiva che arriva fino ai 2000 euro al mese.