Mutuo 2010: i migliori tassi di interesse fissi variabili e cap and floor

Scegliere il mutuo migliore nel 2010 pone di fronte il problema di conoscere una serie di variabili quali i tassi fissi i tassi variabili, i variabili, misto, l’euribor, lo spread, il cap and floor, il TAEG, applicate dalle banche all’accensione del mutuo, come anche il sistema di garanzie connesso allo stesso nonchè l’elenco di voci di costo connesse alla stipula.

Per fare un esempio il tasso l’euribor ad un mese è al di sotto del minimo dello 0,50% mentre quello a tre mesi è dello 0,70%.

Nei primi mesi del 2010 le banche hanno innalzato gli spread o fissato dei CAP and floor elevati in visto di un sicuro aumento dei tassi di interesse applicati sui mutui per l’acquisto della prima casa di abitazione.

Tuttavia l’offerta delle banche e degli istituti di credito resta ampia ed i parametri oscillano molto e scegliere il migliore tasso di interesse sul mutuo è difficile: dalle ultime ricerche nel 2010 offrono spread molto differenti tra loro con differenza sui tassi che arrivano anche tre decimi percentuali.

Un mutuo a ventanni viene proposto ad un tasso di interesse medio dell’1,86% a fronte di un tasso del 5,24% di un analogo prestito fisso, questo significa risparmiare somme pari fino a 200 euro al mese se prendiamo un mutuo ipotetico di 100 mila euro.

Più si allunga la durata del finanziamento più il differenziale tra i tassi di interesse applicati aumenta anche se è necessario verificare anche le ulteriori condizione contrattuali e tarale sulle proprie esigenze di rientro e sulle proprie aspettative: su un mutuo a trentanni il tasso variabile in media è intorno al 2% mentre per il tasso fisso può essere molto più alto.

Ad oggi la maggior parte delle richieste sembra indirizzarsi per la stragrande maggioranza verso un tasso di rendimento fisso conseguenza della crisi economica che ha investito il settore finanziario che ha investito il sistema con forti ripercussioni sui tassi di interesse.

C’è da attendersi che solo in presenza di un aumento del costo del denaro, che ricordiamolo ora è ai minimi storici dell’1% il tasso variabile comincerebbe ad essere più competitivo, ma questo sarebbe indice di una ritrovata fiducia del settore e questo ad oggi ancora stenta.

La prima regola quindi per scegliere il mutuo migliore è quello, in caso di scelta di un tassi di interesse variabile che parte basso è quello di scegliere una rata iniziale che non esaurisca subito tutta la liquidità disponibile in quanto ci si potrebbe trovare di fronte ad una impennata dei tassi di interesse con degli aumenti della rata da pagare molto più alta di adesso: è sempre meglio pertanto in questa occasione decidere un tasso variabile ma seguire nelle proprie decisioni di risparmio un tasso fisso medio che contenga le spese attuali in vista di aumenti dei tassi, in tal modo le eventuali impennate dei tassi, o anche semplici rialzi non costituiranno degli eventi drammatici.

Su un mutuo a tasso fisso con somma chiesta a prestito di 100 mila euro le migliori condizioni contrattuali 2010 finora registrate sono state pari al 4,89% richiesto con un TAEG del 5,17% ed un tasso di interesse del 5,24% ed un TAEG del 5,54%, con un differenziale sulla rata mensile di circa 20, 30 euro ed intorno alle 650 euro.

Per i mutui a tasso variabile invece le migliori condizioni contrattuali applicate dalle banche dagli istituti di credito sono dell’1,52% ed un TAEG del 1,69% con una rata iniziale leggermene più bassa ed intorno ai 500 euro.

Quello che diventa invece innovativo rispetto al passato è l’introduzione del CAP ossia della quota massima applicata e concordata con la banca che limite l’impennata dei tassa, una sorta di assicurazione.

L’assicurazione sul tasso di interesse variabile tuttavia costa e anche se sembra un importante strumento il costo è elevato.

I mutuo con cap and floor consentono di rischiare ma contenere il tasso di rischiosità connesso al mutuo fino al 5%, 6%.

Il costo dell’assicurazione in genere viene deciso attraverso un aumento dello spread, o attraverso la proposta di stipulare altri prodotti con la stessa banca come polizze vita o assicurazioni.

Il costo applicate quindi per l’assicurazione viene ad avere circa l’1%, che ritengo sia elevato per ridurre il rischio di impennata, ma dà una importante informazione sui sul livello di tassi che gli istituti di credito ritengono saranno applicati sul mercato, più un margine di tutela che anche loro avranno applicata per garantire i loro proventi, e considerate che le banche hanno un sistema di informazione più strutturato del nostro.

Potete approfondire l’argomento anche consultando i precedenti articoli.

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