Bonus 80 euro “renzi”: chi può tenerlo e chi deve restituirlo?

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Last Updated on 28 Aprile 2023

euro bonusA distanza di alcuni anni dall’approvazione del provvedimento e dopo tanto vociferare tra dibattiti, critiche e consensi, il tema degli 80 euro ancora oggi è molto discusso e attuale. Un argomento che per la sua natura interessa un’ampia platea di lavoratori, ma sul quale non tutti hanno le idee chiare. Ma andiamo per ordine e vediamo di fare chiarezza su alcuni punti chiave del bonus Renzi 80 euro.

Bonus Renzi 80 euro: cos’è

Introdotto dall’art. 1 del D.L. n. 66/2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2014, e diventato strutturale con la Legge di Stabilità 2015, il bonus 80 euro spetta ai lavoratori dipendenti e assimilati con un reddito complessivo annuo non superiore ai 26.000 euro. In parole semplici, stiamo parlando di un credito IRPEF riconosciuto dal datore di lavoro al dipendente o assimilato in busta paga senza necessità di alcuna richiesta. Il datore di lavoro, in base a precise informazioni reddituali, accredita ai lavoratori direttamente in busta paga il bonus loro spettante. Un discorso a parte va fatto invece per i collaboratori domestici, lavoratori privi di sostituto d’imposta e quindi che devono recuperare la somma loro spettante con la dichiarazione dei redditi.

Hanno diritto al bonus nella misura di 960 euro annui i lavoratori dipendenti con un reddito fino a 24.000 euro, mentre per i lavoratori con un reddito complessivo compreso tra i 24.000 e i 26.000 euro la misura viene ridotta in proporzione. L’agevolazione non spetta invece a quei lavoratori che percepiscono un reddito al di sotto degli 8.000 euro e ai pensionati.

Il bonus Renzi 80 euro fa ancora discutere molto anche perché, a seguito della dichiarazione dei redditi, circa 1,4 milioni di lavoratori hanno dovuto restituire parzialmente o totalmente il credito IRPEF erogato in busta paga. La revoca del beneficio ha interessato i contribuenti con un reddito complessivo superiore al tetto massimo dei 26.000 euro e quelli con un reddito inferiore agli 8.000 euro. In breve, se qualche lavoratore percepisce il bonus non spettante è obbligatoriamente tenuto a restituirlo con la dichiarazione annuale dei redditi.

Bonus Renzi 80 euro: chi ne ha diritto

Secondo quanto previsto dal D.L. n. 66/2014, il bonus Renzi 80 euro è una misura strettamente legata al reddito ed è erogata in favore dei lavoratori dipendenti e assimilati. Specificatamente hanno diritto a tale forma di credito IRPEF le seguenti categorie:

-lavoratori dipendenti e assimilati;
-lavoratori in cassa integrazione o che ricevono assegni di mobilità;
-lavoratori soci di cooperative;
-lavoratori che percepiscono l’assegno per la disoccupazione (NASPI);
-lavoratori titolari di contratto a progetto a T.D.;
-LSU (lavoratoti socialmente utili);
-titolari di assegno legato a borse di studio o alla formazione professionale;
-colf e badanti.

Dal 2016 la misura del bonus 80 euro è stata estesa ai lavoratori delle Forze dell’Ordine:

-esercito;
-carabinieri;
-polizia;
-vigili del fuoco;
-capitaneria di porto.

Anche per le Forze dell’Ordine il bonus è strettamente legato al reddito complessivo annuo e ai mesi lavorati.

Bonus Renzi 80 euro: quanto spetta

Il bonus 80 euro viene calcolato secondo requisiti reddituali ed è legato al numero di stipendi regolarmente presi. Il reddito annuo lordo viene calcolato al netto della abitazione principale e di eventuali indennità. Un bonus calcolato su 12 mesi e in proporzione al reddito totale annuo:

-al di sotto di 8.000 euro: 0;
-da 8.000 a 24.000 euro: 960;
-24.500 euro: 720;
-25.000 euro: 480:
-25.500 euro: 240;
– > 26.000 euro: 0.

Quando il rapporto lavorativo è continuo per l’intero anno il bonus spetta totalmente, mentre nel caso di rapporto lavorativo con un contratto che non copre tutto l’anno verranno erogati gli importi relativi solamente ai mesi effettivamente lavorati. I sostituti di imposta, verificato l’effettivo diritto del credito e gli importi reddituali, erogano il bonus spettante ai lavoratori a cominciare dal mese di gennaio e fino al mese di dicembre, oppure fino al termine del rapporto di lavoro nei casi di risoluzione anticipata.

Bonus Renzi 80 euro: chi deve restituirlo

Arriviamo adesso alle note dolenti perché, come già detto precedentemente, il bonus ha fatto molto discutere proprio in seguito alla sua restituzione da parte di una buona fetta di lavoratori. A giungo 2016, sono stati infatti circa 1,4 milioni di contribuenti a provvedere, attraverso la dichiarazione annuale dei redditi, alla restituzione parziale o totale del credito IRPEF percepito in busta paga precedentemente. Stiamo parlando di tutti quei lavoratori che hanno superato il tetto massimo annuale di 26.000 euro lordi. La questione purtroppo non è di facile risoluzione perché solo dopo alcuni mesi dell’anno successivo si conosce esattamente il reddito complessivo del contribuente, la ragione per la quale sistematicamente ogni anno numerosi lavoratori potrebbero essere costretti alla restituzione della somma non spettante per il tramite della dichiarazione dei redditi.

Stesso discorso per i lavoratori con un reddito complessivo inferiore agli 8.000 euro, contribuenti che direttamente in busta paga potrebbero aver ottenuto il bonus non avendone diritto. La restituzione riguarda anche questa categoria di lavoratori, in quanto al di sotto della no tax area: gli incapienti. Secondo i dati diffusi, sono stati quindi tanti i lavoratori che hanno dovuto restituire il bonus per aver percepito altri redditi rispetto a quelli presi in considerazione dai sostituti di imposta: circa 800.000 contribuenti in sede di dichiarazione hanno restituito integralmente l’agevolazione IRPEF, mentre circa 600.000 hanno restituito solo una parte di essa. Probabilmente è lo stesso meccanismo del bonus che provoca le necessarie correzioni al momento della dichiarazione annuale dei redditi, un meccanismo oggetto di numerose dispute tra Governo e parti sindacali dalla nascita del bonus Renzi 80 euro.

1 commento

  1. Chiedo scusa ma vorrei sapere se il reddito da abitazioni principali (fabbricati) contribuisce per la soglia degli 8000 euro? Grazie

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