Fatturazione e Iva Google Adsense 2023: obbligatoria o No?

Google Adsense trattamento fiscale Iva

Vediamo il trattamento fiscale e la fatturazione dei proventi derivanti da Google Adsense 2020 ossia dalla concessione di spazi pubblicitari sul proprio sito o blog, in quanto ne ho lette di tutti i colori su siti e forum, e le domande ed i comportamenti sono i più disparati… per cui cerco di fornire chiarimenti sulla materia.

Premessa: da chi stanno provenendo i guadagni?

Non esiste naturalmente solo Google Adsense per generare ricavi dal proprio sito, tuttavia un conto è monetizzare il traffico di un sito e riceverli da Google o altro soggetto che, come leggerete in seguito, è un soggetto qualificato come persona giuridica con sede legale in Irlanda, altra cosa è ricevere proventi da un programma di affiliazione con un soggetto persona giuridica con sede legale in Italia. Escludiamo in questo caso che sia una persona fisica a pagarvi.

La discriminante ai fini fiscali non risiede tanto nella modalità con cui sono commisurati i vostri ricavi, quanto nella sede legale del committente del servizio che può essere una società Italiana o Estera. Il fatturato generalmente viene generato in base ad impressions (visualizzazioni di pagina) o a singolo click che riescono a generare le vostre pagine.

In base a questa e alla vostra natura (se avete aperto la partita IVA come lavoro autonomo o avete aperto una società) dipenderanno le modalità di fatturazione.

Apertura della partita Iva

Prima di tutto però ci dobbiamo soffermare sulle caratteristiche che deve avere la vostra partita Iva perché da questo può dipendere anche un eventuale trattamento previdenziale aggiuntivo. Dal punto di vista della partita Iva fermo subito quelli che pensano che stanno svolgendo un’attività occasionale (perché magari sostengono di scrivere solo qualche articolo ogni tanto), in quanto se il sito è online constantemente e percepite proventi, indipendentemente da quanti sono, state svolgendo un’attività continuativa ed abituale: circostanza vi fa ricadere nell’ambito di applicazione dell’imposta sul valore aggiunto IVA per cui mettetevi l’anima in pace perché dovrete aprire la partita Iva.

Per sapere in pratica come fare, vi consiglio di leggere l’articolo appositamente scritto e dedicato proprio all’apertura della partita Iva

Scelta del codice ATECO per la P.Iva con Google Adsense

Vi potrebbe essere utile sapere che il codice ATECO Istat da indicare nel modello di apertura della partita Iva riguarda il Gruppo 63 – Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici – e nei sottogruppi ivi indicati, anche se non risulta indicata in particolare l’attività di cui trattasi.

Nel codice ATECO è indicato comunque il gruppo 73 – “Pubblicità e ricerche di mercato” – il quale “include l’ideazione di campagne pubblicitarie e la locazione di tali pubblicità in periodici, giornali, stazioni radiotelevisive o altri mezzi di informazione, nonché il design di strutture e spazi espositivi”.

Il codice tributo da utilizzare per Google Adsense sarà il 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”, oppure il “73.12.00 – Attività delle concessionarie pubblicitarie”.

Un volta aperta la partita Iva dovrete comunicarla a Google sul panello Adsense.

E poi? Come funziona Google Adsense?

E poi dovrete attendere che maturino i vostri ricavi.
Non fate domande del genere “Se guadagno 3 euro al mese che devo fare? La apro la partita Iva?“… che poi sarebbe meglio “posso gestire con una prestazione occasionale l’attività sotto i 5 mila euro?
Vi risponderei che potete leggere l’articolo dedicato all’apertura della partita Iva in cui troverete che non conta tanto quanto guadagnate ma il carattere di abitualità e continuità che date alla vostra attività.

Non c’entra neanche il famoso limite dei 5 mila euro che tutti scambiano per qualcosa che ha a che fare con la partita Iva e che invece disciplina solo l’obbligo di apertura o meno della gestione separata INPS per poi versare i contributi previdenziali.

A chi intestare la fattura ed elementi obbligatori

La fattura andrà intestata a “Google AdSense Payments – VAT Gordon House, Barrow Street, Dublin 4
Irlanda VAT ID: IE 63 88047V”.

Vi ricordo che ogni fattura deve avere degli elementi identificativi obbligatori altrimenti non è valida e si da per omessa ai fini dell’accertamento fiscale per cui vi espone anche alle sanzioni previste per omessa fatturazione.

Gli elementi in estrema sintesi sono:

  • Numero di fattura e anno di riferimento, nonché periodo di riferimento (mese di adsense che vi devono pagare)
  • Data di emissione
  • Controparte (Google)
  • Oggetto della prestazione che potrete indicare con una frase del genere “Proventi relativi al sistema di affiliazione Adsense concessi sul sito XY per il periodo ZZ”.
  • Compensi in euro
  • Iva a zero con un asterisco in cui scriverete sotto in calce che la prestazione deve intendersi “Fuori campo di applicazione dell’IVA ex art. 7-ter, D.P.R. 633/1972

Gli altri elementi obbligatori da inserire nella fattura li trovate nell’articolo di approfondimento dedicato alla fatturazione

Vi segnalo che però nel forum ufficiale di Google Adsense, Google dice che le fatture inviate non saranno prese in considerazione in quanto il tutto viene gestito con un diverso sistema di controlli, chiunque guadagni con AdSense è tenuto a fare la fattura e spedirla all’indirizzo riportato sopra.

Alcuni sostengono che non vi sia l’obbligo all’emissione della fattura…
Non sono dello stesso avviso, per cui emetterei fattura comunque anche se non è detto che sia obbligato poi a spedirla se la controparte non la vuole. Io la spedirei ugualmente e manterrei prova della spedizione anche se so che non è proprio così semplice per una persona fisica gestire anche solo 12 fatture annue inviate all’estero.

Cosa scrivere sulla fattura Google Adsense

Se fatturo a Google o altro soggetto con sede legale in UE

Nella fattura è importante che scriviate il titolo che vi esenta dall’applicazione del tributo Iva qualora emetterete fattura a Google. L’iva infatti in base al disposto normativo sotto riportato deve essere applicata dal destinatario del servizio.

Dovrete indicare nella fattura che la prestazione è una “Operazione fuori campo di applicazione dell’IVA ex art. 7-ter, D.P.R. 633/1972 –  Iva assolta dal destinatario, Google Ireland, in conformita’ all’ art. 196 della Direttiva 2006/112/CE del Consiglio dell’ Unione Europea”.

In inglese potreste scrivere “VAT paid by the recipient, Google Ireland, in accordance art. 196 of Council Directive 2006/112/EC of the ‘European Union pursuant to art. 7-Ter of D.P.R. n.633/1972”.

L’assolvimento dell’Iva dal destinatario e l’applicazione dell’art. 7-ter deriva dal fatto che il servizio sembrerebbe essere consumato di fatto nel paese dove è stabilito il committente (RM del 18 luglio 1980, protocollo n. 421463 e numero 36 del 28 febbraio 1997).

Sull’obbligo o meno della fattura invece dovreste coordinare questo articolo con l’articolo 21 del Dpr 633/72
In questo articolo a mio avviso non trovate alcuna esenzione all’obbligo di emissione della partita Iva, anzi trovo scritto che: “per le prestazioni di servizi rese a soggetti passivi stabiliti nel territorio di un altro Stato membro dell’Unione europea non soggette all’imposta ai sensi dell’articolo 7-ter, la fattura e’ emessa entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione”.

Applicazione dell’imposta di bollo

Il fatto che sia una operazione fuori campo IVA potrebbe farvi ricadere nell’ambito di applicazione dell’imposta di bollo che prevede l’applicazione della marca da bollo di 2 euro  (prima era 1,81 euro) nel caso di fatture di valore maggiore di euro 77,47 euro (le vecchie 150 mila lire per intenderci). L’omessa applicazione dell’imposta di bollo tanto nella fattura cartacea quanto ormai in quella elettronica vi espone all’applicazione della sanzione calcolata nella misura dal 100% al 500% del valore della marca da bollo omessa o versata in misura inferiore.

Nel caso di ritardi vi consiglio sempre e comunque di avvalervi dell’istituto del ravvedimento operoso che vi consente di beneficiare di un forte sconto sulle sanzioni. Nel seguito la guida all’applicazione del ravvedimento operoso sulle marche da bollo.

Se fatturo a soggetto italiano

Lo stesso non vale nel caso di soggetto con sede legale in Italia in quanto in questo caso dovrete emettere la fattura applicando l’Iva nella misura del 22% del corrispettivo pattuito. per quello che concerne l’applicazione della ritenuta d’acconto potete leggere la Guida all’applicazione della ritenuta d’acconto.

Sito web di una società italiana che vende pubblicità a google o ad altri

Nel caso vi siate aperti una società per gestire il traffico e i proventi da questo derivanti, vale lo stesso comportamento, solo che i proventi invece di essere tassati secondo gli scaglioni IRPEF saranno tassati applicando l’aliquota di imposta prevista per le società (Ires al 24% del reddito imponibile) e Irap (4,82% ma può variare da regione a regione per via delle addizionali per coprire deficit sanitario regionale).

Presentazione del modello Intrastat: mensile o trimestrale

Infine vi ricordo che prestando dei servizi intracomunitari dovrete anche presentare il modello Intrastat con periodicità mensile o trimestrale, a seconda del volume d’affari da inviare telematicamente all’agenzia delle Dogane.
E vi ricordo che il modello Intrastat infatti deve essere predisposto per le seguenti operazioni:

  • cessioni intracomunitarie di beni comunitari
  • prestazioni di servizi diverse da quelle oggetto di specifiche deroghe in tema di territorialità (articoli 7-quater e 7-quinquies del Dpr n. 633/1972)
  • l’elenco riepilogativo delle seguenti categorie di operazioni acquisite presso soggetti passivi stabiliti in un altro Stato membro della Comunità europea: acquisti intracomunitari di beni comunitari
  • e dulcis in fundo prestazioni di servizi (articolo 7-ter del Dpr n. 633/1972).

Questo ultimo aspetto sono certo che vi farà desistere dall’intraprendere autonomamente la gestione della partita Iva per questo genere di attività, in quanto come avrete avuto modo di vedere gli adempimenti sono molteplici e anche talvolta più che complessi e richiedono un certo grado ci competenza… adempimenti a cui vi ricordo  corrispondono sanzioni in caso di errori o omissioni!

Spero di avervi dato qualche spunto in più ed una piccola guida pratica al mondo di Adsense di Google, per orientarvi in una parte non trascurabile del business online. ;-)

Sui forum di google viene scritto che Google con la fattura non ci fa niente e questo un pò la dice lunga sulla capacità che abbiamo di governare la pubblicità on line utilizzando google ma anche del fatto che con la normativa fiscale di riferimento non sembra essere molto ferrato. Questo perchè da parte del soggetto che fattura esiste un obblio di dimostrare che la controparte (google) abbia ricevuto la fattura e sia in grado di leggerla/stamparla. In questo caso non esiste un indirizzo a cui inviarla né in via telematica né in via cartacea.

Fatture sbagliate? NO problem con la nota di credito

Potete consultare il nuovo articolo dedicato non solo all’emissione della nota di credito ma in cui troverete anche le modalità per recuperare l’Iva e versare eventualmente minori imposte se vi siete sbagliati. A tal proposito potete leggere la Guida all’emissione della nota di credito.

Cosa Cambia con la fattura elettronica 2021

Con l fattura elettronica non cambia molto nel senso che la fatturazione elettronica al momento è una modalità che si applica solo nell’ambito delle operazioni B2C e B2B effettuati nei confronti di soggetti residenti in Italia. Google ha il suo headquarter  al di fuori dell’Italia per cui non vi saranno al momento novità in quanto le operazioni continueranno ad essere comunicate all’agenzia delle dogane tramite INTRASTAT.

Problemi con Fattura Elettronica a Google

Se lo SDI vi rimanda indietro un messaggio di errore nella fatturazione a google non vi preoccupate in quanto voi dovrete solo verificare che la fattura sia stata trasmessa e formalmente corretta. Questo vi esonera dall’applicazione di sanzioni.

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9 Commenti

  1. Salve, io avevo raggiunto la soglia di pagamento un paio di anni fa. Me ne sono accorta da poco, quella mail non la usavo più. Ho provveduto ad alzarla, in modo che non risultassi più da pagare. Mai lo sarò, peraltro, perché il mio account è reimpostato, cioè aperto ma non attivo, visto che il sito che gestivo è off da anni. Quindi quei soldi resteranno lì a Google. non credo sia un problema. Per meno di 100 euro, aprire una partita iva e fare tutto questo mi sembra davvero tanto! Anche se ho amici che senza partita iva e senza fare fattura a google, ma solo col cadice fiscale, hanno risolto e pagato le tasse. Io preferisco non percepirli proprio, non avere transizioni e perderli, perché temo di fare guai a incassarli.

  2. cerco di spiegare come la vede il fisco italiano.
    se guadagni dei soldi ci devi pagare le tasse, punto e basta.
    pertanto se pensi di essere in regola non aprendo ditta, puoi comunque dichiararli nel quadro RL dell’unico,
    ma il problema è che ognuno ha la propria casistica, quindi consiglerei fare “istanza di interpello” all’agenzia delle entrate e di vedere la risposta, che diventa vincolante anche per il fisco.

  3. Secondo me c’è un problema di interpretazione della legge fiscale. Mi spiego meglio: Se possiedo un sito e-commerce, di cui sono titolare, con vendita di prodotti o vendita di spazi pubblicitari sul medesimo sito, che gestisco personalmente, allora è giusto pensare che sono attività di vendita non occasionale in quanto il mio sito è online 24/24h 7/7 e dunque c’è bisogno della partita IVA.
    Ma nel caso di youtube è diverso. E spiego il motivo: Google è l’azienda che percepisce i compensi derivanti dalle pubblicità, stipula contratti e tratta direttamente con le aziende. L’utente youtube è un “veicolo” di cui Google si serve per smistare la pubblicità che gli viene commissionata e pagata. Di conseguenza, non sono io che ospito la pubblicità (perchè non stipulo contratti), nè il mio canale (che erroneamente viene inteso come aperto 24h su 24h), ma Google che si serve semplicemente dei miei numeri youtube per veicolare la pubblicità e in cambio mi pattuisce una cifra. Che poi questa cifra che mi viene pagata da Google deve essere dichiarata al fisco, non c’è dubbio ma non sono io che amministro il procedimento e non vedo perchè devo essere iscritto alla camera di commercio come venditore di spazi pubblicitari versando contributi inps su un sito aperto 24/24.
    Inoltre, secondo la legge italiana ogni sito che viene inquadrato dal fisco come vendita elettronica (sia di spazi pubblicitari o di altri materiali) deve esporre obbligatoriamente, per legge appunto, nel proprio sito il numero della propria partita iva, cosa che non è possibile fare su un canale youtube.
    Tra l’altro, ogni iscrizione ad un account Google, che viene fatta in automatico quando si compra uno smartphone android, si ha accesso di default a numerose piattaforme tra cui Google Mail, Google Drive, Google Play, Google Maps, e anche Youtube.
    Credo che il fisco italiano e la burocrazia italiana stia sbagliando qualcosa, incassando soldi dalle partite iva che non hanno motivo di esistere.
    Parlo, ovviamente, di Youtube e Adsense e l’obbligatorietà di avere la partita iva per questo tipo di incassi.

  4. Aiutami a cogliere meglio quale domanda ti stai ponendo. Dal punto di vista fiscale a me interessa:

    Ai fini Irpef/Ires qual’è la fonte di guadagno e come tassarla: se vendi un’app che hai sviluppato di cui hai la paternità ed è registrata sarà detassata per fare un esempio mentre se vendi banner pubblicitari no, ma sevendi software per la gestione delle pubblicità invece di nuovo detassata come opera intellettuale
    Ai fini Iva: mi interessa se l’attività è continuativa ed abituale (indipendentemente da quante ne riesci a vendere e da quanto fatturi in un giorno, mese o anno)
    Ai fini INPS: sei sotto o sopra i 5K ?

    Spero di essere stato conciso

    Per quello che concerne le info su adsense…posso dire che sono stato tra i primi a scrivere sull’argomento in quanto 10/15 anni fa quando parlavi di tassazione guadagni da ads si giravano quasi tutti dall’altra parte…e si nascondevano dietro, non saprei come tassarli….ehehhehe

  5. Buongiorno, articolo interessante che conferma tutto ciò che io sapevo a riguardo.
    Però io mi trovo in una situazione simile ma non uguale.
    I miei adsense sono ADMOB cioe su APP da me sviuppate e disponibili sullo store di google play.
    Quindi per completare anche se da nessuna parte si trova trattato l’argomento ADSENSE su APP,
    ritengo che sia identico a quanto riferito da Lei nel suo articolo per ADSENSE su Siti.
    Essendo io un Hobbista come sviluppatore ho deciso di non aprire la partita iva togliere tutti i banner adsense sulle mie app e lasciarle sullo store gratuitamnte appunto senza adsense.
    Se a Lei per Admob ( un modo diverso di chiamare Adsense, in quanto è su mobile) risulta diversamente, ma non credo sia diverso, sarei grato se ce lo facesse presente.
    Perchè ora come ora le APP sono molto più utilzzate che i siti.
    Grazie

  6. quindi nel caso dei 100 euro al mese esattamente cosa dovrei fare? come ho detto prima se apro una partita iva dovendo pagare l’INPS andrei in perdita e quindi in poche parole non posso guadagnare perché le tasse sono più dei guadagni……

  7. Ritirarli o no, non c’entra niente ai fini IVA. Conta il fatto che lei sta operando in modo continuativo ed abituale e sta cmq maturando il diritto alla percezione del provento. La tassazione poi avverrà al mometno del’incasso anche se in questa fattispecie posticipare discrezionalmente l’incasso potrebbe essere un interessante e ponderato argomento di contestazione da parte dell’agenzia delle ntrate che potrebbe fare un accertamento fiscale anche sul periodo di tassazione.

  8. Quindi se uno guadagna con adsense 100 euro al mese non può ritirarli perchè aprendo una partita Iva andrebbe in perdita?

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