Imposta di bollo sui depositi titoli e conti correnti quando si applica

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Last Updated on 4 Maggio 2023

imposta di bollo conti correntiCon il Decreto Rilancio sono introdotte delle condizioni esimenti per l’applicazione dell’imposta di bollo proporzionale sui conti correnti e sui depositi di conto corrente.

Il Decreto Salva Italia di Mario Monti introdusse una nuova tassazione sugli strumenti finanziari, sui conti correnti bancari e sui conti di deposito titoli sotto forma di imposta di bollo sui conti correnti, certificati di deposito e prodotti finanziari anche alla luce della nuova legge di Stabilità 2013 che ha introdotte alcune novità.

Prima di introdurre l’argomento tenete e mente questo concetto che è fondamentale per capire perchè una grandezza viene tassata e un’altra no. Il legislatore tende a tassare l’impiego di capitale e non la liquidità. La seconda se viene tassata viene tassata in modo contenuto.

Chi è soggetto alla tassazione sui conti correnti

Vi riporto il testo della modifica proposta al Senato e che prevederebbe che “L’estratto conto o il rendiconto si considerano in ogni caso inviati almeno una volta nel corso dell’anno anche quando non sussiste un obbligo di invio o di redazione. Se gli estratti conto sono inviati periodicamente nel corso dell’anno, l’imposta di bollo dovuta è rapportata al periodo rendicontato. Se il cliente è persona fisica, l’imposta non è dovuta quando il valore medio di giacenza annuo risultante dagli estratti e dai libretti è complessivamente non superiore a euro 5.000”.

Rientrano quindi nell’ambito di applicazione della norma relativa alla nuova imposta di bollo le persone fisiche e le persone giuridiche con una differente tassazione patrimoniale. La nuova previsione dovrà essere applicata dalle banche, istituti di credito, gestori, poste italiane, società di intermediazione mobiliare e simili che svolgono la funzione di deposito custodia e amministrazione di titoli.

Anche le fondazioni bancarie pagano l’imposta di bollo su conti correnti, libretti di risparmio o prodotti finanziari come precisato nella circolare 15 del 2013 dell’agenzia delle entrate che vi invito a leggere e che trovate in calce a questo articolo per vostra comodità e in cui sono riportate tanti informazioni interessanti per chi vuole approfondire l’argomento.
Si tratta di soggetti che non figurano, infatti, tra quelli esclusi dalla nozione di cliente, secondo quanto si desume dalle istruzioni impartite dalla Banca d’Italia

L’imposta di bollo sui conti correnti e libretti di risparmio 

Questa si applica per ogni esemplare inviato con periodicità annuale e che costa 34,20 euro se si parla di persone fisiche mentre 100 euro per soggetti diversi (cfr art. 19, Decreto Legge n. 201 del 2011, all’articolo 13 della Tariffa, parte prima, allegata al D.P.R. n. 642 del 1972, comma 2 – bis.

L’imposta di bollo sulle comunicazioni relative ai prodotti finanziari inviate periodicamente periodicamente alla clientela e relative appunto a prodotti finanziari, anche non soggetti ad obbligo di deposito, ivi compresi i depositi bancari e postali, anche se rappresentati da certificati si applicherà  con le dell’1,5 per mille annuo a partire dal 2013(2 per mille dal 2014) (cfr art. 2-ter dell’articolo 13 della Tariffa). L’imposta si applica anche ai depositi bancari o postali e certificati di deposito.

Novità: Inoltre con la legge di stabilità 2013 la percentuale dell’1,5 per mille viene innalzata al 2 per mille dalla data di entrata in vigore della legge.

Imposta di bollo sui conti correnti e conti depositi: quali differenze

L’imposta di bollo varia a seconda si tratti di conti correnti o conti di deposito regolari o irregolari.

L’imposta di bollo sugli estratti di conto corrente bancari e postali trova la sua fonte normativa nell’articolo 13, comma 2–bis, della Tariffa, parte I, allegata al D.P.R.
n. 642 del 1972. Tale imposta è prevista in misura fissa su base annua, pari ad euro 34,20 per le persone fisiche e ad euro 100,00 per i soggetti diversi dalle persone fisiche.

La tassazione dei depositi bancari invece trae origine dal comma 2 – ter del citato articolo 13 e il cui calcolo è funziona di una aliquota e una giacenza media del conto corrente.

L’imposta di bollo sui depositi di conto corrente è stabilita in misura proporzionale, pari all’1,5 per mille annuo a partire
dal 2013 e 2 per mille dal 2014.

Nel caso di prodotti finanziari, dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all’estero da soggetti residenti nel territorio dello Stato esiste tuttavia un limite di 14 mila euro.

Cos’è un conto corrente

Il conto corrente, ai sensi dell’articolo 1852 e ss. del codice civile, si caratterizza per lo svolgimento di un ‘servizio di cassa’ da parte dell’intermediario che si obbliga a compiere operazioni di incasso e pagamenti su istruzione e nell’interesse del cliente (correntista). Chi intende aprire un conto
corrente, quindi, non si propone di realizzare un investimento e può disporre in
qualsiasi momento delle somme risultanti a suo credito, salva l’osservanza di un
termine di preavviso eventualmente pattuito.

Cos’è un conto deposito

Con riferimento alla nozione di deposito bancario, la Banca d’Italia, con nota prot. n. 0215567/13 del 1° marzo 2013, ha chiarito che nella ‘prassi bancaria’ la nozione di deposito comprende:
1. i depositi che costituiscono la provvista di un conto corrente;
2. i depositi con funzione diversa da quella del punto 1. Potrebbero ricadere
in questa fattispecie non solo i contratti giuridicamente distinti dal conto
corrente (certificati di deposito, depositi alimentati attraverso un conto
corrente ‘di appoggio’, ecc. ) ma anche i depositi in conto corrente la cui
funzione principale non sia quella di fornire una provvista al conto.

Sulla base dei principi dettati dal codice civile e dei chiarimenti forniti dalla
Banca d’Italia, si precisa, dunque, che l’imposta di bollo deve essere applicata
nella misura fissa prevista dall’articolo 13, comma 2-bis, per i depositi che
costituiscono la provvista di un rapporto di conto corrente.

Nel diverso caso di contratti giuridicamente distinti dal conto corrente ovvero di depositi in conto corrente la cui funzione principale non sia quella di fornire una provvista al conto, l’imposta deve essere applicata nella misura proporzionale prevista dall’articolo 13, comma 2-ter.

Con riferimento ai depositi in conto corrente, si precisa che l’imposta deve essere applicata, in via autonoma, rispetto a quella applicata in relazione al rapporto di
conto corrente, nella misura proporzionale dell’1,5 per mille (2 per mille dal 2014), per le giacenze che risultano ‘vincolate’, ovvero per le quali il cliente perde la libera disponibilità, fintanto che permane il vincolo. Tali giacenze non devono essere considerate ai fini della valutazione complessiva della posizione del cliente persona fisica, per la verifica del limite di esenzione disposto dalla nota 3-bis all’articolo 13 della citata Tariffa.

Appare evidente, infatti, che, per effetto dell’accordo con il quale si dispone la segregazione, le somme vincolate perdono la funzione principale di fornire una
provvista al rapporto di conto corrente.
Si precisa, inoltre, che, ai fini della corretta individuazione della tassazione applicabile al rapporto di conto corrente e a quello di deposito, non assume rilievo la circostanza che le giacenze del deposito in conto corrente, libere da vincoli di indisponibilità, siano remunerate.

Le giacenze che costituiscono, in via prevalente, la provvista del conto corrente, ancorché fruttifere di un interesse, pertanto, non devono essere oggetto di autonoma tassazione rispetto al rapporto
di conto corrente

Esclusioni dall’imposta di bollo

Il Decreto Salva Italia fa salvi i fondi pensioni ed i fondi sanitari che sono esclusi dalla nuova tassazione. Non si applicherà ai dossier aventi saldo zero. Se con l’occasione avete intenzione di chiudere il dossier titoli ricordate che la nuova imposta di bollo non sarà dovuta salvo chiarimenti differenti.

Su cosa si calcola l’imposta di bollo sui depositi amministrati

La base imponibile della nuova imposta di bollo sarà data dal valore di mercato del totale dei prodotti finanziari detenuti presso il medesimo gestore e se non previsto da quello nominale o di rimborso considerando un range di valore che va dai 34,20 euro fino alla misura massima di 1.200 euro (anche se tale soglia potrebbe variare per gli anni successivi). Si prenderà in considerazione in prima battuta il valore di mercato se presente o il valore nominale e se mancanti il valore di rimborso eccetto alcuni casi specifici a seconda della tipologia di strumento finanziario come per esempio nel caso di obbligazioni sarà preferibile il valore nominale, come anche per le azioni e se in mancanza al costo di acquisto come anche per gli ETF.

Ricapitolando l’imposta di bollo si calcola sui, conti e certificati di deposito, sia liberi sia vincolati presso banche e poste, le azioni ed obbligazioni nonché partecipazione al capitale sociale di società, titoli di stato e quote dei fondo comuni di investimento mobiliare ed immobiliare, gli etf, nonché eventuali polizze assicurative, ad esclusione di quelle sanitarie e le quote dei fondi pensione. Se ne avete anche più di uno intestato nella stessa banca l’imposta si paga per ciascun conto o titolo o depositi.

Contitolarità di conti

Nel caso di contitolarità invece l’imposta di bollo si applica solo una volta perchè colpisce lo strumento finanziario in sè e non il fatto di detenerlo.

L’imposta non si applica in linea teorica ai conti correnti e alle disponibilità liquide anche se queste già scontano 34,20 euro per quelli sopra i 5 mila euro o 100 euro se sono intestati a società.

Quanto costa alle persone fisiche l’imposta di bollo

Essendo un’imposta di bollo calcolata in misura fissa per le persone fisiche non si sposa in modo ottimale, per usare un eufemismo, con il principio di progressività dell’imposta e a mio avviso non fa che incrementare la platea di micro tributi che, se sommassimo uno per uno e facessimo confluire in un’unica grande imposta vedremo che la pressione fiscale, altro che 50%, salirebbe sicuramente a livelli ben più elevati. Solo che i tantissimi micro tributi applicati alle più svariate fattispecie si fanno perdere di vista il calcolo dell’effettivo tax rate subito annualmente. Ecco un’idea potrebbe essere quella di inserire in dichiarazione tutte le imposte versate nel corso dell’anno a qualunque titolo ed identificare delle soglie massime di tax rate indipendentemente dal fatto impositivo rilevante ai fini del tributo (un’idea gettata lì).

Già dal 2013 l’imposto di bollo per esempio sui conti di deposito aumenterà dallo 0.10% allo 0,15% annuo sulle somme depositate non solo ma sono anche previsti dei valori comunque minimi da corrispondere alla banca e pari a 34,20 euro. Altra caratteristica di non poco conto è che mentre in passato era previsto un tetto massimo di 1200 euro all’imposta di bollo sulle somme depositate ora non è previsto per cui immaginate di avere 50 mila euro sul conto corrente: l’imposta di bollo dello 0.15% sarà di 75 euro.

Bel caso di conti correnti intestati ai condomini l’imposta di bollo vale 100 euro dal momento che l’intestatario non viene qualificato come persona fisica.

Quando il conto corrente è intestato al condominio, l’imposta di bollo deve essere corrisposta nella misura annua di 100 euro, trattandosi di soggetto diverso da persona fisica.

In pratica viene tassato il fatto di essere titolari di strumenti finanziari ed in parte anche per i cassettisti per cui lo Stato si prende, per il tramite della banca (che forse beneficerà anche intanto della liquidità tra il momento di esazione dell’imposta di bollo ed il riversamento nelle casse dello Stato) un’imposta patrimoniale aggiuntiva proporzionale e non progressiva  così senza che si sappia bene il motivo.

Alcuni chiarimenti dall’agenzia delle entrate dopo un anno

L’imposta di bollo di cui all’articolo 13, commi 2-bis e 2-ter della Tariffa, parte I, allegata Dpr n. 642/1972 non si applica ai conti correnti con gli enti gestori con i Confidi.

Riassumendo

Riassumendo in sintesi la tassazione delle persone fisiche sui conti al di sopra dei 5.000 euro sarà pari a 34,20 euro per quelli entro tale limite nulla è dovuto. Il passaggio principale della norma recita così: “Per le comunicazioni relative ai prodotti e agli strumenti finanziari, l’imposta è dovuta nella misura minima di euro 34,20 e nella misura massima di euro 1.200,00“. Il precedente punto recitaL’estratto conto, compresa la comunicazione relativa agli strumenti ed ai prodotti finanziari, anche non soggetti all’obbligo di deposito, si considera in ogni caso inviato almeno una volta nel corso dell’anno nonché alla chiusura del rapporto, anche nel caso in cui non sussista un obbligo di invio. Se le comunicazioni sono inviate periodicamente nel corso dell’anno, l’imposta di bollo dovuta è rapportata al periodo rendicontato”. Trovate come evidenziato sotto il riferimento normativo a cui potete trovare il testo della nuova imposta.

Prevista però anche la tassazione dei conti di deposito e certificati di deposito secondo quanto indicato al comma 3 intitolato “Imposta sulla comunicazione relativa ai prodotti finanziari non soggetti ad obbligo di deposito” e che prevede appunto un sistema di tassazione sostitutivo tra cui si prevede anche l’applicazione di un’imposta di bollo sulla comunicazione inviate dagli intermediari (anche se sto vedendo già alla televisione che alcuni istituti di credito se ne fanno carico al posto del cliente). Il testo recita : ” L’imposta è sostitutiva di quella dovuta per tutti gli atti e documenti formati o emessi ovvero ricevuti dalle banche, nonchè dagli uffici dell’Ente poste italiane relativi a operazioni e rapporti regolati mediante conto corrente, ovvero relativi al deposito di titoli, indicati nell’articolo 2, nota 2-bis, e negli articoli 9, comma 1, lettera a), 13, commi 1 e 2, e 14. L’estratto conto, compresa la comunicazione relativa agli strumenti ed ai prodotti finanziari, anche non soggetti all’obbligo di deposito, ai depositi di titoli, si considera in ogni caso inviata almeno una volta nel corso dell’anno. Non sono soggetti all’imposta gli estratti dei conti correnti postali che presentino un saldo negativo per tre mesi consecutivi a seguito dell’applicazione della predetta imposta e che siano chiusi d’ufficio. L’imposta è dovuta nella misura minima di euro 34,20 e limitatamente al 2012 snella misura massima di 1.200 euro. Sono comunque esenti i buoni postali fruttiferi di valore di rimborso complessivamente non superiore a euro 5.000. “

Se uno è intestatario di più conti correnti o per deposito titoli

Laddove siate intestatari di più conti correnti per deposito di titoli dal tenore della norma è ragionevole ritenere che la nuova tassazione si applicherà singolarmente su ciascun conto deposito sempre che singolarmente superi la soglia dei 5 mila euro di esenzione. Lo stesso discorso vale anche nell’ipotesi in cui avete il conto personale e quello di famiglia nella stessa banca o istituto finanziario.

Imposta di bollo sulle società o persone giuridiche

Per i soggetti con personalità giuridica la nuova imposta di bollo subisce un incremento rispetto alla versione iniziale e sale alla soglia psicologica dei 100 euro. Ogni società paga 100 euro a titolo di imposta di bollo.
Purtroppo vi avverto che anche laddove richiediate espressamente di non ricevere tali comunicazioni oggetto di imposta in formato cartaceo il discorso non cambia in quanto la comunicazione si ha per emessa al momento della scadenza.

Sanzioni

Previste comunque delle non sanzioni perchè a giudicare dal tenore letterale del comma 7 che recita “Per l’omesso versamento si applica una sanzione pari all’importo non versato” sembrerebbe che non siano dovute sanzioni in caso di ritardo o omissione nel pagamento dell’imposta di bollo.

Da quando scatta la nuova tassazione

Le nuove misure relative ai conti correnti e depositi delle persone fisiche e delle imprese si applicheranno a partire dal primo gennaio 2012.

Conclusioni

Se già in passato con il governo Prodi e al tempo di Dini avevamo già assistito a varie forme di prelievo fiscale diretto che a diverso titolo o natura e con diverse modalità di tassazione hanno comunque contribuito all’aumento della pressione fiscale nel corso di questi anni, anche il Governo Monti con il Decreto Salva Italia si è dovuto piegare ad imporre un prelievo che chiamasi imposta di bollo ma che molti ribattezzano come un’imposta patrimoniale colpendo tutti (o quasi) i correntisti italiani titolari di depositi di titoli e destinatari della comunicazione periodica nonchè i titolari di libretti di risparmio con attività finanziarie con una nuova imposta sul possesso di attività finanziarie.

Fate sempre riferimento al testo definitivo del Decreto Salva Italia per le opportune verifiche e se avete dei dubbi sentite anche il vostro istituto di credito che, come avviene per altri, potrebbe prevederne l’accollo.

Aggiornamento Dicembre 2012: essendo un’imposta dai profili interpretativi ancora dubbi vi invito a leggere le 46 pagine della Circolare 48 Imposta di bollo conti correnti e libretti di risparmio dell’Ade in cui troverete tantissime interpretazioni sulle modalità applicative della nuova imposta di bollo.

Commento di un Lettore che mi ha colpito ed ho deciso di pubblicare: Dal primo gennaio 2013 aumenterà l’imposta di bollo sui conti deposito, buoni delle poste e conti correnti bancari: l’aumento del 50% comporterà una spesa aggiuntiva per i correntisti, che saranno tassati in misura proporzionale al loro risparmio. Molti analisti hanno visto nell’aumento delle imposte di bollo sui prodotti bancari più comuni un nuovo attacco ai risparmiatori italiani, l’autentica forza economica dell’Italia. Non è accettabile che si tassi chi risparmia, ma come spesso accade in Italia, si tende a punire le “formiche” ed a premiare le “cicale”. A parità di reddito chi risparmia viene chiamato a pagare di più di chi sperpera … pessimo esempio per le nuove generazioni ed inaccettabile ulteriore sacrificio chiesto a chi si comporta in modo virtuoso. Le tasse vanno imposte sul reddito e non sul risparmio, tassare il risparmio è un chiaro metodo per evitare di affaticarsi troppo a scoprire chi evade e quindi si preferisce colpire ciò che è sotto la luce del sole anziché rovistare nell’oscurità dei redditi non dichiarati e dei compensi “facili” … La classe di avidi fannulloni che ci governa pensa solo al proprio tornaconto, nessuno si sofferma a pensare che, se l’Italia non è ancora fallita, lo si deve al risparmio privato, tassandolo aumenterà il numero di coloro che porteranno all’estero i loro risparmi e spingeranno chi osserva correttamente le Leggi a cercare ogni possibile strada per evadere … bisogna “premiare” i risparmiatori non tassarli !!!Solo una mente stupida, arretrata, becera, ottusa nonché collusa con il malaffare può ritenere giusto tassare il risparmio … Si tassino invece, giustamente, i redditi !!! I risparmiatori vanno “premiati” non tassati !!! La frase “Chi ha di più deve dare di più !” è assurda … perché, a parità di reddito, chi risparmia deve pagare più tasse di chi sperpera ??? Si dica dunque “Chi guadagna di più deve dare di più !”. Si tassino dunque i redditi e non il sudato risparmio !!!

Dal 2013 cosa cambia
L’imposta sui conti correnti e strumenti finanziari nel 2012 si calcolava applicando l’aliquota dello 0,10% sulla base imponibile mentre dal 2013 sale allo 0,15% con un massimo di 1.200 euro e con un minimo di 34,20 euro.

Potete poi approfondire anche l’argomento leggendo gli articoli correlati come quello dedicato alla tassazione delle rendite finanziarie.

Riferimento normativo

La nuova normativa interviene sull’articolo 13, comma 2-ter, della Tariffa, parte prima, del DPR n. 642 del 1972 e articolo 19 del Decreto Salva Italia.

Circolari e risoluzioni Imposta di bollo

Circolare n. 48 del 21 dicembre 2012 Circolare n. 15 del 10 maggio 2013

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111 Commenti

  1. Buonasera, io dispongo di un libretto postale su cui ho depositato € 4000 circa, una assicurazione sulla vita gestita da postevita, delle obbligazioni bancarie e un conto corrente postale che invece superano singolarmente € 5000. In questo caso è esclusa l’imposta di bollo sul libretto postale (perchè non supera € 5000) oppure viene applicata su di esso perchè si considera il mio patrimonio mobiliare nel complesso? Si fa cioè la somma tra conti bancari, postali e polizze vita oppure l’importo presente sul libretto postale viene considerato singolarmente come inferiore ad € 5000 comportando un esenzione? Grazie

  2. Spero di rispondere in modo esaustivo a tutte le ‘e’ che ha elencato Marco nel suo messaggio.
    L’acquisto di Oro Fisico dovrebbe essere considerato come diversificazione di portafoglio nel medio /lungo periodo e quindi utilizzando quella parte del capitale non ‘necessaria’ (che si puo’ accantonare). Seguendo questa considerazione si potrebbe averer tutto il tempo utile per scegliere quale sia il momento piu’ opportuno/conveniente (medio/lungo tempo si considerano almeno 5 anni) per vendere il metallo e monetizzare in positivo. La storia ci insegna che l’Oro Fisico ha dato sempre soddisfazioni economiche nel lungo periodo (ultimi 10 anni +300%) anche togliendo il periodo dal 2011 al 2013. Nel caso ci fosse l’urgenza di liquidare quella parte accantonata e la quotazione dell’oro, in quel momento, fosse -15% (caso particolare) avremo una perdita se abbiamo acquistato il metallo in una volta sola e quindi ad un prezzo preciso, ma se i nostri acquisti sono stati rateali e diversificati nel tempo potremmo avere in carico il metallo ad un prezzo medio che ci permette (in caso di vendita urgente) di avere o una perdita ridotta od anche un guadagno nonostante un valore ipotetico del -15%.
    Per le altre due domande ti posso dire che:
    – in ACQUISTO alla quotazione al grammo dell’Oro viene applicato uno Spread, diverso in base alla quantita’ acquistata, ma comunque un 1,5/2% in meno rispettoalla quotazione media di mercato (es. acquistandolo dall’orefice od in banca). Nessuna ulteriore commissione.

    – in VENDITA viene quotato al valore del Fix di Londra del giorno di vendita senza commissioni / Spread in negativo;

    – Il costo di Deposito e’ dello 0,08% + iva al mese calcolato sulla quantita’ di metallo presente nel periodo. Questo costo comprende l’assicurazione ed il controllo (non programmato)di un ente esterno all’azienda ed indipendente (Societa’ Erst & Young) che verifica l’effettiva presenza (e la certifica)del metallo nei Depositi.
    Buona serata.

  3. e…se “il fix” del giorno è pari al -15% del fix di quando hai acquistato l’oro?
    e… ma quanto ammonterebbero le commissioni di acquisto vendita “al fix” ?……
    e… ma quanto costa all’anno “la manutenzione” dell’oro fisico da parte di questa azienda ??

    proviamo a sommare queste varie “e…” e poi consideriamo se questo tipo di diversificazione conviene e quanto

  4. Ok Grazie mille del contributo credevo, e mi sbagliavo, fosse il solito che voleva fare pubblicità alla propria attività….Sono d’accordo con lei in merito alla diversificazione dell’investimento anche se devo dire non conosco bene i vantaggi dell’investimento nell’oro fisico. Se vuole puo scrivere un articolo che le pubblicherò sul sito. Saluti e grazie per essere stato utile anche agli altri lettori.

  5. Vorrei rispondere a TASSEFISCO.
    L’oro che la gente, per necessità, ha portato dal compra-oro (collane, gioielli, ricordi di famiglia) non ha niente a che vedere con l’oro fisico da investimento; l’oro di questi oggetti è lavorato (misto ferro ed altri metalli) quindi la percentuale presente è inferiore rispetto al peso del prodotto. Oggi, di questi oggetti, la gente non ne ha più ed infatti i compra-oro sono falliti oppure iniziano a valutarti l’argenteria di casa. L’acquisto di oro fisico da investimento (puro 999,9 LBMA) ha un altro obiettivo: semplicemente una diversificazione degli assets finanziari (come gli economisti suggeriscono), diversificare. Vuol dire proteggere/accantonare in questo prodotto dal 10% al 20% del proprio capitale consapevole del fatto che dovrò tenerlo fermo per un periodo medio-lungo. Non intendevo pubblicizzare l’eliminazione dei contanti (quello ci pensano già le banche) e delle carte di credito ma sottolineare che, se dovessi aver bisogno di una parte o di tutto il capitale che ho messo in oro, è la stessa azienda che lo riacquista (al prezzo del fix di Londra del giorno) evitando quello che, come giustamente dicevi, sono i costi e le commissioni dei “commercianti” a cui dovrei rivenderlo se lo tenessi in casa. L’obiettivo per molti, oggi, non è quello di guadagnare con i propri risparmi ma di proteggerli e non perderli erosi dalla pressione fiscale e dall’incertezza dei prodotti finanziari che ci propongono. Questa è la mia opinione.

  6. Maddai Lorenzo, è pazzesco!…siamo tutti matti allora ad andare in giro con le carte di credito o i soldi in tasca….dovremmo andare in giro con dei lingotti e poi andiamo nei compro oro a farci dare il cash per andare a fare la spesa…..peccato per le commissioni che si prendono e per quanto te lo valutano: le ocmmissioni alte e il prezzo dell’oro da mercato rionale…..tutti si chiedono come mia sono nati tutti quwsti compro oro…..chissà perchè…..forse perchè gli italiani in questi ultimi anni si sono venduti anche quello….facendoselo pagare una miseria….ma ora è finito e puff….casualmente quuesti compro oro stanno chiudendo…..Reclamizza sui commenti qualcosa di serio oppure fallo in modo professionale invece di cercare dei lettori attenti…oppure non dirci il nome dell’azienda ma solo il tariffario che applica in modo da essere in grado di valutarne la convenienza…

  7. Buongiorno a tutti. L’investimento in oro fisico risolve il problema della tassazione sul C/C o libretti di risparmio o conti deposito. Bisogna uscire dal circuito bancario per proteggere i nostri sudati risparmi di una vita. Ad oggi diventa vitale, dal mio punto di vista, trovare soluzioni alternative. Naturalmente parlo perche’ provato sulla mia pelle: acquisto regolarmente ,attraverso un’azienda, piccole quantità di oro fisico senza il rischio/costi di doverlo anche conservare in quanto è l’azienda stessa che offre il servizio. Se ho bisogno di liquidità la stessa azienda mi riacquista il metallo che ho nel mio deposito (in parte o tutto) ed in 8 ore ho la cifra sul mio c/c.
    Bisogna tornare a riparare i nostri soldi in qualcosa di concreto (fisico) e non più finanziario e fittizio (assicurazioni, fondi, etc.).

    E’ un servizio/alternativa fenomenale.

    Lorenzo

  8. hahaha… ho aperto un nuovo libretto per il deposito cauzionale dell’affitto, come richiesto da legge, non per piacere mio. Chi ci rimette è l’inquilino, non io: per Euro 8 di interessi maturati, ci rimette Euro 34,20 di imposte.

  9. Salve. Tengo un libretto di risparmio alle poste per un ammontare superiore a Euro 5.000 (risparmi). Ho aperto un nuovo libretto di risparmio postale a nome mio per il deposito cauzionale (Euro 3.000) dell’affitto di un appartamento di mia proprietà. Risultato: la posta mi ha addebitato Euro 34,20 su ciascun libretto. Forse sono stupido io, ma se tengo 4 libretti di Euro 1.000 cadauno, rimango sotto la soglio e non pago l’imposta; se poi aggiungo un libretto di Euro 6.000 agli altri quattro, secondo le poste, superando la soglia dei Euro 5.000, pagherei Euro 34,20 su ognuno dei 5 libretti. Non capisco la logica …….

  10. Comprendo il quesito ma per eventuali risposte io consiglio di sedersi con la banca con l’estratto conto davanti e verificare insieme la corretta applicazione della norma perché le fattispecie possono essere differenti tra loro

  11. Salve, scusate ma l’imposta di bollo non doveva essere applicata sul saldo medio rispetto al tempo di vincolo (c/deposito) ? Faccio un esempio:per motivi di rendimento ho aperto c/deposito con più banche; rilevo adesso che una di queste banche al 31.12.2014 mi ha addebitato lo 0,20% sul saldo di euro 20.000 (che sono i miei risparmi), quindi non considerando che questo capitale si è formato nel corso dell’anno 2014. E’ corretto ciò? se le altre banche dove ho disinvestito (sempre gli stessi 20.000 euro) applicano invece il criterio della media è possibile che si paghi lo 0,20% più volte sullo stesso capitale? . grazie per la risposta, se ci sarà.

  12. Non vogliono piccoli risparmiatori pertanto bisogna tornare alle passata usanze mettere i risparmi sotto la mattonella ,in italia ormai tutti i governi si sono allineati al principio che i soldi risparmiati sono proprietà bancaria e statale ed è evidente che un po ,non tanto po ,alla volta ci depredano di qualche soldo risparmiato per una vita per poi ridarlo alle banche o alle aziende per continuare a depredarci legalmente .Vergognoso ed ignominioso

  13. Buongiorno,
    oggi ho appreso con grande meraviglio che per un Deposito a risparmio su cui vi era un saldo di di € 10,00 mi sono state addebitate sul mio c/c € 34,20 per l’anno 2012 e 34,20 per il 2013 per imposta di bollo dpr 642/72. In data 24.09.2014 la banca mi ha accreditato € 10,00 per estinzione dello stesso deposito. E’ mai possibile? Posso chiedere lo storno delle somme dal mio conto corrente?
    grazie, in attesa di cortese risposta invio cordiali saluti.
    rino vergari

  14. Buongiorno, se non sbaglio la Legge 27 dicembre 2013, n. 147 ha disposto che dal 01.01.2014 l’imposta sui titoli passa dallo 0,15 allo 0,20 senza nessun minimo, in un certo senso è giusto… almeno chi tiene 6000 Euro in titoli non deve pagare 34,20 Euro di imposta ma 12 Euro.
    Saluti.

  15. Ma che scheza figuriamoci, siamo qui per imparare. Però le consiglio di chiederlo direttamente ai signori a cui versa i soldini e che visto paga le dovrebbero anche fornire assisutenza di questo tipo. Già al momento della sottoscrizione lei dovrebbe sapere quanto le spetterà a scadenza.

  16. Buona sera,avrei una domanda da porre agli esperti:da poco sono divenuto un risparmiatore grazie al TFR,quindi ho pensato di aprire un deposito presso la mia banca (MPS):€. 5000 per 12 mesi al tasso d’ interesse del 1,6 % netto. Orbene la domanda:tra 12 mesi cosa diventano i €. 5000 iniziali considerando l’ interesse attivo del 1,6 % che mi da la banca,quello che lo stato si trattiene “giustamente” come imposta di bollo, l’ IRPEF da pagare sul deposito l’ anno successivo e la svalutazione .
    Potrei aver fatto confusione e chiedo scusa ma sino a pochi mesi or sono ho fatto l’ elettricista in un’ azienda privata e di interessi,depositi,banche e IRPEF e’ lampante la mia poca familiarità.

    Ringrazio coloro che capendone più del sottoscritto vorranno tentare di togliermi dall’ ignoranza.

    Saluti cordiali.

    Bruno.

  17. Buon giorno,da poco tempo appartengo alla categoria risparmiatori grazie al TFR ed ho messo una parte di esso su deposito in banca : €.5000 x 12 mesi con interesse netto del 1,6%. Orbene la domanda è la seguente : tra un anno cosa rimane considerando il tasso dell’ 1,5% legalmente “rubato” dallo stato ,l’ inflazione e l’ IRPEF del successivo anno ? Non so se ho scordato qualche gabella non essendo esperto di banche e rendimenti,infatti fino a pochi mesi fa il mio lavoro consisteva nel risolvere guasti di natura elettrica in macchine utensili e cabine elettriche in un’ azienda privata,ringrazio pertanto il gentile esperto che avrà la gentilezza di inviarmi una risposta. Saluti . Bruno.

  18. Buon giorno,abito in un Condominio ove i Condomini, per buona parte, hanno difficoltà a pagare le quote condominiali e altri, con seri problemi economici (derivanti da una bassa retribuzione o da disoccupazione), da tempo sono impossibilitati ad onorarlo. In accordo con il nostro Amministratore, nel 2012, ci siamo tassati ( per coprire gli ammanchi e rendere possibili eventuali spese/pagamenti inderogabili )e i soldi raccolti, circa 450,00 euro, versati su di un libretto bancario intestato al Condominio.
    Il nostro Amministratore, mettendo in atto un’amministrazione molto oculata, è riuscito a far fronte agli impegni senza toccare quei soldi,ma in data 08/01/2014 è arrivata la “SORPRESA” che ha provocato l’indignazione di tutti i Condomini; la Banca ci ha inviato il seguente riepilogo delle competenze, con situazione aggiornata al 31/12/2013, con un saldo attivo di 128.66 euro:
    MOVIMENTI
    – 03/01/2013 SP SPESE COMUNICAZIONE CAPIT. 0.71 EURO;
    – 03/01/2013 SC SPESE TENUTA CONTO PER OPERAZIONI 3.60 EURO;
    – 03/01/2013 SC SPESE TENUTA CONTO SPESE DI LIQUIDAZIONE 20.76 EURO:
    – 09/01/2013 VB VALORI BOLLATI DR 9B24861113181 100.00 EURO;
    – 05/02/2013 VB VALORI BOLLATI BOLLO SU 24861113180 100.00 EURO;
    – 05/02/2013 SP SPESE DDS DEP. A RISPARMIO 0.71 EURO.
    TOTALE DETRAZIONI NEL 2013 EURO 225,78 CIOE’ IL 63,7% SU UN DEPOSITO,AL 01/01/2013, DI € 354,44. Si desume che per il 2012 abbiano operato, centesimo più o meno, una ritenuta per spese e tasse di € 95.56 …”PAZZESCO”…..
    Quali correttivi/rimedi pensa lo Stato Noi si possa prendere?..è OVVIO………

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