Lavoro autonomo con partita Iva e contratto a progetto o collaboratore coordinato e continuativo

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Immagine del faticoso lavoro autonomoUn professionista titolare di reddito di lavoro autonomo e quindi titolare di partita Iva, che non sia iscritto ad alcun Albo professionale, può agire in regime di collaborazione coordinata e continuativa a progetto solo se questa collaborazione non rientra nell’ambito dell’attività ordinaria svolta professionalmente.

Prendiamo il caso in cui un professionista riceva un’offerta di lavoro per una consulenza a progetto per un periodo limitato di tempo e per poche ore al giorno: non sarebbe giusto vietare la presenza di due forme di reddito in assenza di una chiara incompatibilità tra le due attività svolte.
Non sarebbe consentito a chi esercita la professione in forma di lavoro autonomo svolgere la stessa tipologia di lavoro sotto un contratto di collaborazione a progetto o di dipendenza.
Tuttavia in questa sede riteniamo che qualora non vi siano incompatibilità tra le prestazioni svolte in qualità di lavoro autonomo e l’esercizio dei compiti richiesti dal contratto di dipendenza non ci siano margini affinché i lavori non possano essere esercitati congiuntamente.

Operativamente si dovrà procedere in tal senso: per quello che concerne gli obblighi contributivi relativi al contratto di dipendenza questi saranno assolti dal datore di lavoro che li tratterrà dalla busta paga. Per i compensi svolti in qualità di lavoro autonomo, quando questi rientrano nell’ambito di competenza di una cassa previdenziale autonoma, questi dovranno essere versati li, stante dichiarare preventivamente che i compensi previdenziali ed assistenziali sono già versati dal datore di lavoro. In questo caso quindi sarà necessario versare solo il contributo soggettivo che emerge dalla fattura.

Nel caso in cui non via una cassa di previdenza gli altri compensi andranno soggetti a contribuzione per il tramite della gestione separata INPS a cui andrà comunicato che gli ulteriori obblighi previdenziali ed assistenziali sono assolto da altro datore di lavoro nell’ambito di un contratto di lavoro dipendente.

Con risposta a interpello 65/2008, il ministero del Lavoro ha affrontato il tema della compatibilità – per un lavoratore autonomo, titolare di partita Iva – di un contratto di collaborazione a progetto. Quest’ultimo, in base al decreto legislativo 276/2003 – ricorda il ministero – deve essere riconducibile, come modalità organizzativa della prestazione, a uno o più specifici progetti o programmi di lavoro o fasi di esso.
C’è da dire che pur se valido il principio di omnicomprensività del reddito di lavoro dipendente, questo deve essere inteso in pendenza del rapporto stesso dovendosi necessariamente escludere eventuali somme percepite al di fuori di quel rapporto: potremmo immaginarci un dipendente che va dal proprio ufficio del personale a dichiarare che ha percepito una determinata somma di compensi a fronte di lavori svolti al di fuori dell’orario di lavoro?

Incompatibilità tra partita Iva e lavoro dipendente

Vi consiglio anche di leggere l’articolo dedicato all’ incompatibilità tra lavoro dipendente e al lavoro autonomo in cui vi sono dei principi e degli spunti analoghi da considerare per ulteriori approfondimenti su un tema, quelo del doppio lavoro che ormai in tempi di crisi sta spingendo molti ad intraprendere.

I due regimi agevolati attualmente a disposizione

Vi segnalo inoltre che esistono due regimi agevolati qualora voleste intraprendere l’attività di lavoro autonomo ovvero libero professionale su cui ho scritto due guide sintetiche per farvi capire come sarete tassati ed i requisiti per accedere oltre alla modulistica da compilare per aprire la partita Iva.

  1. Nuovo nuovo regime dei minimi 2015-2016 con tassazione al 5% per i primi cinque anni di attività
  2. Nuovo regime forfettario dei lavoratori autonomi con partita Iva disciplinato dalla Legge n.190 del 2014

Regime per coloro che erano già titolari di partita Iva con il regime dei minimi prima del primo gennaio 2015. Verificate comunque ogni anno che siano ancora in essere. Per il momento sono confermati dalla Legge di stabilità 2016.

Chiusura partita IVA

55 Commenti

  1. Buongiorno,

    cosa accade invece per lavoratori autonomi iscritti ad un Albo professionale (nel mio caso Albo Psicologi)? Io mi occupo di formazione e mi e’ stato proposto un periodo di 5/6 mesi di collaborazione con un’azienda, 5-6 giornate lavorative alla settimana, mantenendo la partita IVA. Grazie mille per la vs risposta

  2. Salve,
    Dovrei subentrare nell’attività di famiglia. Questo comporta l’apertura della partita Iva a mio nome. Nel frattempo un’azienda mi ha proposto un contratto a chiamata. Le due cose sono compatibili considerando che l azienda verrà cmq gestita non solo da me ma anche da altri dipendenti?

  3. Gli chiederei riferimenti normativi o regolamentari interni per cui le stanno imponendo il passaggio.

  4. Buongiorno mi chiamo francesco e sono un farmacista.
    Ho un contratto di collaborazione continuata e continuativa con in azienda ospedaliera senza partita iva.
    Adesso mi hanno chiamato anche da un Asl per svolgere un incarico libero professionale con partita iva.
    La domanda è questa:
    Avendo comunicato alla prima azienda di aver aperto la partita iva per prendere l’incarico con la seconda, mi hanno risposto che dato che adesso lei e ha partita iva, deve passare anche con noi a partita iva?? E’ giusto??
    Anche loro non erano sicuri …??!!

  5. Lei versa come lavoratore dipendente ma deve verificare se raggiunge il massimo che le consentirebbe di non versare anche contributo come lavoratore autonomo (posso immaginare di no perchè il massimale è alto)

  6. Buongiorno, sono assunto come dipendente a tempo indetermitato full time e vorrei aprire p iva con regime dei minimi per svolgere recupero crediti con contratto a progetto.. il versamento dell INPS a chi spetta?

  7. Salve, io sono uno psicologo regolarmente iscritto all’Ordine professionale della mia regione, e sono in possesso di partita IVA con regime dei minimi 2012 (aliquota al 5%). Nel 2014 ho accettato un contratto Co.Co.Co., della durata di 3 mesi, per una Università. La mansione che si prospetta nel contratto è quella di tutoraggio di un Master, e non si richiede il requisito di essere iscritto all’Albo professionale, ma soltanto di essere laureato in psicologia.

    Recentemente sono stato pagato, e mi è stato detratto l’IRPEF e un terzo dei contributi, che sono stati versati alla gestione separata dell’INPS.

    Il mio commercialista mi ha detto che avrei dovuto dire all’Università che sono un professionista, e che come tale emetto fattura, e non accetto contratti Co.Co.Co. Infatti, lui rileva che secondo la legge Fornero, i titolari di partita IVA devono emettere fattura, anche se nella fattispecie si tratta di una mansione che non si qualifica come professionale, non essendo richiesta l’iscrizione a nessun albo (quindi, non si richiede che il soggetto sia uno psicologo, ma soltanto un laureato in psicologia). Il mio commercialista conclude dicendo che potrei essere oggetto di accertamento, ed essere sospettato di mancata fatturazione.

    A me sembra assurdo, a buon senso, fatturare una prestazione che non è nello specifico professionale. Chi ha ragione?

    Grazie

  8. buongiorno,
    ho una ditta individuale nel settore turistico ( affittacamere).
    un mio amico mi ha proposto un contratto a progetto in una azienda pubblicitaria per tre ore al giorno.
    desideravo sapere se era possibile avere questa doppia attività, anche perchè vista la crisi che cè….prima di dire no ci penserei due volte…
    mi sembrrava che con la nuova legge fornero fosse possibile.
    grzie per la rispsota.

  9. Grazie per la risposta.
    Immaginavo una soluzione del genere rispetto all’aspetto fiscale… Dovrei quindi compilare sia la parte riguardante i redditi di lavoro autonomo che quella realativa ai redditi assimilabili al lavoro dipendente.
    La mia maggiore perplessità resta sull’aspetto contributivo. Come farò, praticamente, a versare i contributi all’enpap e non all’inps?
    O anche quì dovrò lasciar fare al mio neodatore di lavoro e sperare che nessuno mi chiederà mai niente?

  10. Purtroppo le dico che dovrebbe fatturare ma al tempo stesso capisco che oggi non ci si può permettere di rifiutare un lavoro per cui lo accetti e qualcosa mi dice che nessuno le dira’ niente. Il problema dell’incompatibilità come dice lei nasce da un’altra criticità come può leggere. Nel suo caso le viene imposta dal datore di lavoro. Poi quando andrà a fare la dichirazione dei redditi conpilera’ due quadri.

  11. Sono una psicologa-psicoterapeuta con partita IVA e iscritta alla relativa cassa previdenziale (ENPAP). Fino ad oggi ho sempre svolto esclusivamente attività libero professionale, prima con il regime dei minimi (diventato poi “regime di vantaggio”) e adesso, avendo superato i 35 anni di età, usufruisco del cosiddetto “regime contabile agevolato” (art. 27 comma 3 DL 98/2011). Recentemente mi è stato proposto un cococo/cocopro per svolgere attività inerenti il mio profilo professionale (è richiesta la laurea in psicologia). L’offerta mi interessa ma non vorrei incorrere in irregolarità derivanti dall’incompatibilità tra lavoro autonomo e lavoro dipendente. Come dovrei comportarmi?
    L’offerente mi ha già precisato che l’unica possibilità per il conferimento del lavoro è quella del cococco (o cocopro). Posso accettare? In caso affermativo come funzionerebbe la gestione fiscale e contributiva? Dovrei versare anche contributi Inps?
    Grazie anticipatamente se vorrà rispondermi.

  12. un incarico con contratto a progetto da parte di un’associazione senza scopo di lucro, è compatibile con l’attività di insegnamento ?

  13. Buongiorno,

    Vorrei sapere se un contratto co.co.pro. con l’Univ pubblica sia o meno incompatibile con la partita iva. Dove posso trovare normative e informazioni dettagliate ?

    Grazie e cordiali saluti

  14. Molti ordini impongono queste (a mio avviso) inutili incompatibilità. Si informi con il suo ordine e si domandi se siano effettivamente in grado e reale interesse a sapere cosa li faccia tutto il giorno.

  15. Buon giorno,
    io sono un geometra professionista ma visto il periodo di crisi mi vedo costretto a fare anche altre attività rispetto a quella principale. Ho fatto per circa 5 mesi l’operaio edile con contratto a tempo determinato e iscrizione alla cassa edile e adesso ho l’opportunità di collaborare con una palestra. Il titolare della palestra voleva farmi un contratto a progetto ma abbiamo scoperto essere incompatibile per gli iscritti alla cassa edile o alla cassa geometri. Vi risulta corretto? se rimango iscritto alla cassa edile o cassa geometri non posso sottoscrivere contratti a progetto?

  16. Buongiorno,
    vorrei avere delucidazioni a proposito della chiusura della partita IVA. Ho aperto p.IVA (regime dei minimi) a Gennaio 2010 e lavorerò come collaboratrice in uno studio di ingegneria fino al 30 novembre (per questo ho dovuto aprire p.IVA). Dal 1 dicembre andrò a lavorare in un’azienda con contratto a progetto. Volevo sapere se mi conviene dunque chiudere p.iva appena percepisco l’ultimo stipendio di novembre o se è indifferente chiuderla a fine dicembre (quindi quando già per un mese avrò lavorato con contratto a progetto). Un mese in più con partita iva mi serve perchè ho in vista delle spese che posso poi scaricare, ma non vorrei che col contratto a progetto non mi convenisse più avere partita iva per via di tasse ecc.

  17. Ma una straniera extrra UE che fino ad oggi ha lavorato con contratto a progetto (tasse e contributi pagati dal datore di lavoro) può continuare lo stesso lavoro aprendo una partita IVA? (guadagno annuale 5400 euro).
    Grazie

  18. Si faccia fare un normale incarico professionale dove stabilirete i vostri reciprochi obblighi e diritti, modalità di svolgimento dell’incarico, tempi, onorari, modalità di fatturazione, rescissione, foro competente ecc.

    Qualora eserciti un’attività che abbia la stessa di quella per la quale ha aperto la partita Iva infatti si troverebbe a soggiacere al principio di omnicomprensività dell’attività di lavoro autonomo per la quale se esercità un’attività affine o simile a quella per la quale ha aperto la partita iva, dovrà emettere fattura. In caso contrario se l’attività è diversa non esisotno problemi e può farsi fare un normale contratto di collaborazione con la società.

  19. ho una attivita come agente di commercio ora vista la crisi ho un’offerta come responsabile per un’azienda esiste qualche contratto di collaborazione continuativa con i possessori du partita iva e dove lo trovo?

  20. Non sempre, varia a seconda delle singole fattispecie. é necessario verificare cosa prevede la polyci del tuo datore di lavoro e verificare che non vi siano conflitti di interesse.
    Comunque prova a cercare nel blog, ho scritto anche altri due post sull’argomento che potrebbero approfondire ulteriormente la tua fattispecie e darti qualche consiglio in più.

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