Trasmissione in ritardo della dichiarazione del CAF o del Commercialista: Sanzioni e Ravvedimento operoso

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Il ritardo nella trasmissione dei dichiarativi o meglio delle dichiarazione dei redditi dei propri clienti da parte di un dottore commercialista, di uno studio o di un CAF – centro di assistenza fiscale espone l’intermediario all’applicazione di una sanzione che può essere oggetto di ravvedimento operoso.

Chi sono gli intermediari

Il contribuente può accedere alla propria dichiarazione precompilata anche tramite il proprio sostituto che presta assistenza fiscale oppure tramite un Caf o un professionista abilitato. In questo caso deve consegnare al sostituto o all’intermediario un’apposita delega per l’accesso al 730 precompilato

Per professionista abilitato si intendo i dottori commercialisti iscritti in apposito albo professionale e abilitati alla trasmissione delle dichiarazione dei redditi. I clienti devono aver dato formale incarico all’intermediario e l’intermediario in teoria dovrebbe aver fatto vedere loro l’assicurazione obbligatoria che hanno in caso di errore e che tornerà utile nell’esempio che stiamo descrivendo in quanto potrebbe essere attivata in caso di sinistro.

Questa proceduto di affidamento di incarico può essere data sia da persone fisiche con/senza partita Iva, da società di persone o di capitali, da ditte etc.

Ritardo nella trasmissione da parte del commercialista

Prima di tutto parliamo di fattispecie veramente atipiche in quanto il commercialista smaliziato quando si vede davanti un possibile ritardo nella trasmissione della dichiarazione la invia anche se solo parzialmente compilata in modo da evitare questo genere di sanzione. Potrà poi inviare una dichiarazione rettificativa o integrativa più tardi senza dover applicare delle sanzioni.

Può però presentarsi comunque il caso di una dichiarazione dei redditi trasmessa in ritardo. A questa fattispecie sono applicabili le sanzioni amministrativo tributarie di natura pecuniaria previste dal D. Lgs n. 472 del 1997 che variano da 516 a 5.164 euro  per ciascuna dichiarazione inviata in ritardo.

Cosa fare in questi casi? Come rimediare?

Prima di tutto va detto che anche in questo caso il legislatore ha previsto dei meccanismi di attenuazione del profilo sanzionatorio in quanto viene disciplinata la riduzione del 50% delle sanzioni di cui sopra laddove il dottore commercialista provveda alla trasmissione telematica della dichiarazione entro i primi 30 giorni successivi alla scadenza. La sanzione sarà quindi pari a 258 euro.

Superati i 30 giorni potrà, in alternativa inviarla entro i 90 giorni dalla scadenza originaria con una sanzione pari a 516 euro.

Nella pratica non conosco casi di applicazione delle sanzioni massime di cui sopra.

Ravvedimento operoso dichiarazione in ritardo

Nel caso della trasmissione in ritardo si potrà comunque beneficiare dell’istituto del ravvedimento operoso previsto dal D. Lgs n. 471 che da la possibilità al contribuente, compreso l’intermediario ritardatario, di ravvedersi pagando in via spontanea un sanzione pari ad un decimo della sanzione minima. Parliamo quindi di cifre piuttosto contenute ossia pari a 25,8 euro se la nuova trasmissione viene effettuata entro 30 giorni. Considerando la concentrazione di scadenze e di comunicazioni che ha un intermediario può essere molto utile e comodo pagare la sanzione e trasmettere in ritardo in caso di necessità. Se la trasmissione avviene tra il 31 esimo giorno ed il 90esimo giorno il valore del ravvedimento sarà di 52 euro.

Trasmissione oltre i 90 giorni

Superati i 90 giorni i giochi sono finiti per cui l’intermediario sarà sanzionato con una multa piena di 516 euro. Non sarà più possibile inoltre avvalersi dell’istituto del ravvedimento operoso per ridurla al 10%.

Il codice tributo da utilizzare per versare i 52 euro è pari il codice tributo 8924  – Ravvedimento – sanzione per tardiva o omessa trasmissione delle dichiarazioni da parte dei soggetti incaricati – art. 7-bis del d.lgs. 241/97-ris. 338 del 21/11/2007 di cui nel seguito trovate le modalità di compilazione.

La sezione del modello F24 da compilare: ERARIO

ESEMPIO 1: importo da versare

I dati proposti nell’esempio sono solo a titolo esemplificativo

Importo: 6.000,00 Euro
Anno in cui si realizza la violazione o il ritardo : 2019
salta la tabella che riproduce esempio a debito e vai alla spiegazione della compilazione

SEZIONE ERARIO
IMPOSTE DIRETTE – IVA
RITENUTE ALLA FONTE
ALTRI TRIBUTI E INTERESSI
codice tributo rateazione/regione/
prov./mese rif.
anno di
riferimento
importi a debito
versati
importi a credito
compensati
SALDO (A – B)
(1) 8924 (2) (3) 2019 (4) 6.000,00 (5)
codice ufficio codice atto TOTALE    A (6) B (7) (8)
(9) (10)

Campi del modello F24 come compilare il campo
(1) codice tributo: indicare 8924
(2) rateazione/regione/prov/mese rif: non compilare
(3) anno di riferimento: Anno in cui si realizza la violazione o il ritardo , nell’esempio 2019
(4) importi a debito versati: indicare l’importo a debito, nell’esempio 6.000,00
(5) importi a credito compensati: non compilare
(6) TOTALE A: somma degli importi a debito indicati nella Sezione Erario
(7) TOTALE B: somma degli importi a credito indicati nella Sezione Erario, non compilare se non sono presenti importi a credito
(8) SALDO (A – B): indicare il saldo (TOTALE A – TOTALE B)
(9) codice ufficio: non compilare
(10) codice atto: non compilare

Di chi è la colpa

Per comprendere chi ha sbagliato e chi deve pagare la sanzione è necessario tenere sott’occhio la data di conferimento dell’incarico e la data di impegno indicata nella dichiarazione. Se la data dell’impegno è antecedente a quella di scadenza della dichiarazione allora la responsabilità del ritardo non potrà che essere dell’intermediario. In caso contrario sarà del contribuente. Questa distinzione fino a qualche anno fa non era banale in quanto il ritardo del contribuente era punito con una sanzione più alta rispetto a quella dell’intermediario con una asimmetria del profilo sanzionatorio del tutto ingiustificata.

Assicurazione professionale

Visti gli importi sconsiglio la denuncia di sinistro per responsabilità professionale perché si perderebbe più tempo rispetto al recupero delle somme tramite indennizzo per cui lascio la valutazione a voi. Già se parlassimo di 5 mila euro il discorso cambierebbe.

Esempi e Fattispecie analoghe

La stessa previsione normativa si applica anche nel caso di trasmissione di altre dichiarazioni come per esempio quella Iva o il modello IRAP per are un esempio. Lo stesso, avviene per il modello 770 tanto per fare un altro esempio. Questo perché la base del sistema sanzionatorio è la stessa per cui anche la previsione di sconti o di ravvedimento sarà la stessa.

Proroga Unico 2020 sui redditi 2019

Per il calcolo delle sanzioni da ravvedimento operoso per correggere errori nel calcolo delle imposte generate da tali dichiarazioni dovrete anche considerare eventuali  proroghe concesse dal legislatore sui termini di scadenza previsti per la trasmissione telematica. A titolo di esempio per la dichiarazione dei redditi 2020 il termine della dichiarazione è stato prorogato al 10 dicembre 2020.

Vediamo quali scadenze a seguito del Decreto Ristori Quater. Le dichiarazione dei redditi IRES e IRPEF e dell’IRAP possono beneficiare della proroga al 10 dicembre 2020. La proroga avrà effetti anche ai fini del calcolo di eventuali ravvedimenti operosi che dovranno tarare il computo dei giorni e delle sanzioni da queste nuove scadenze.

Possono beneficiare della proroga tutti i contribuenti indistintamente sia titolari di partita IVA e sia privati cittadini senza.

Questo implica anche che il calcolo del termine dei 90 giorni per coloro che si scordano di trasmettere la dichiarazione scatterà da tale data. Questo si traduce nel fatto che la dichiarazione dei redditi 2020 si considera omessa per quest’anno superato il termine del 10 marzo 2021, ossia 90 giorni dal 10 dicembre 2020.

Errore compilazione Dichiarazione: sanzione, interessi e rimedi

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